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Renzi: domani l’addio al PD e il nuovo partito. La mossa per essere protagonista nel nuovo Governo Renzi: domani l’addio al PD e il nuovo partito. La mossa per essere protagonista nel nuovo Governo
Roma, 16 Settembre. I nostri colleghi schierati a falange fuori da Palazzo Chigi danno l’assalto ai nuovi sottosegretari renziani. La domanda è la stessa... Renzi: domani l’addio al PD e il nuovo partito. La mossa per essere protagonista nel nuovo Governo

Roma, 16 Settembre. I nostri colleghi schierati a falange fuori da Palazzo Chigi danno l’assalto ai nuovi sottosegretari renziani. La domanda è la stessa per tutti: “Seguirà Matteo Renzi”nel nuovo partito o resterà nel PD?” Difatti la notizia è più che nell’aria, c’è già un luogo (studi TV di Porta a Porta, a Saxa Rubra) e c’è già una data (martedì 17 settembre, ossia domani): Matteo Renzi annuncerà la sua uscita dla Partito Democratico e la nascita di una nuova formazione ‘di centro’, la sua piccola creatura che avrà nella Leopolda il battesimo del fuoco.

Sembra molto evidente che si tratti del secondo step di un piano di riconquista non di Palazzo Chigi, certo, ma di importanti posizioni di potere da parte di Matteo Primo, che dopo aver dato scacco a Matteo secondo, riportando il PD nell’area di governo e ricacciando il ‘capitano’ a strillare sul pratone di Pontida, diventa ora forza autonoma e condizionante di questo stesso nuovo governo.

Questo secondo step è importante perché toglie Renzi dalla sua posizione di ‘senatore semplice’ (per quanto influente grazie al controllo di gran parte dei parlamentari PD) e lo pone direttamente sulla ribalta.

Non sarà più il governo M5S PD LEU, sarà invece M5S RENZI PD LEU, e se numericamente non cambia nulla, politicamente cambia tutto: Di Maio non potrà più sostenere di non avere Renzi come alleato, dovrà vederlo ai vertici, trattarci direttamente, e ascoltarlo. E Renzi si prenderà tutto lo spazio possibile anche a livello mediatico, e questa volta l’immagine del M5S ne uscirà veramente male.

La mossa di Renzi era prevista e prevedibile. Non farà cadere il governo, giocherà spregiudicatamente la sua rendita di posizione, che verrà meno, in gran parte, con nuove elezioni, dato che il numero dei parlamentari di una forza di centro si annuncia residuale.

Lascerà sicuramente sul campo Guerini e Lotti, passati nel frattempo con Franceschini, ma acquisirà un cospicuo numero di sottosegretari (dalla Ascani alla Morani a Scalfarotto) e potrebbe addirittura mantenere all’interno dei gruppi parlamentari del PD un certo numero dei suoi per controllarlo, mentre al Senato trasloca con parte della truppa al gruppo misto (dove per regolamento non può formare gruppo autonomo chi non si sia presentato alle elezioni)e alla Camera fonda il gruppo del nuovo partito.

Quanti passeranno con lui? La vera scommessa di Matteo Renzi è questa. Vero chele porte dei Partiti sono girevoli, ma chi lo seguirà potrebbe anche poi non riuscire a rientrare nel PD nella prossima tornata elettorale, scordandosi così Montecitorio o Palazzo Madama.

L’impressione è che possa trattarsi del canto del cigno, del tentativo disperato di rientrare da protagonista nel gioco politico di qualcuno che la sua vera chance se l’è già giocata, e male. Ma di certo è qualcosa che farà danni, incalcolabili, agli altri protagonisti. Tutti.

O.N.