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Lettera aperta a Luca Telese, nuovo direttore de “Il Centro” Lettera aperta a Luca Telese, nuovo direttore de “Il Centro”
Fabrizio Zani La nomina di Luca Telese a direttore del quotidiano abruzzese “Il Centro” (che sarà operativa del 1° ottobre) ci avrebbe fatto piacere,... Lettera aperta a Luca Telese, nuovo direttore de “Il Centro”

Fabrizio Zani

La nomina di Luca Telese a direttore del quotidiano abruzzese “Il Centro” (che sarà operativa del 1° ottobre) ci avrebbe fatto piacere, grosso modo fino a 3 anni orsono.

Di Telese infatti apprezzavamo l’impegno sociale, l’equilibrio ed anche il coraggio mostrato nell’affrontare temi che, ne era certo consapevole, gli avrebbero procurato molti nemici proprio nell’ambiente professionale e politico (ha infatti scritto per quotidiani e testate come The Post Intenazionale, L’Unità, Il Manifesto e Il Foglio, oltrechè per Il Fatto e Il Giornale, ed è stato portavoce di Rifondazione Comunista).

Ma improvvisamente, all’epoca del vaccino para-obbligatorio e del greenpass, Luca Telese è rientrato nei ranghi e si è distinto nella campagna di diffamazione e di odio nei confronti di chi si è opposto alla narrazione ufficiale, ispirata dalla case farmaceutiche e in generale dall’oligarchia, che ha visto nella pandemia un eccellente strumento per moltiplicare a dismisura il proprio potere: pandemia come stato di emergenza e dunque di eccezione.

Telese ci accusava di essere come i “terrapiattisti”, voleva mandarci a casa i carabinieri, voleva renderci “la vita difficile” perché eravamo “pericolosi”…nei dibattiti televisivi usava mezzucci da leguleio per screditare medici contrari alle vaccinazioni… e qui ci fermiamo, perché il senso di questa lettera non è quello di rinfacciare, ma quello di perdonare.

Luca Telese, dal 1° ottobre direttore di un quotidiano locale che copre tutto l’Abruzzo, può chiederci scusa, ammettere di aver clamorosamente sbagliato (per paura?… ipocondria?…) nel valutare tutta la vicenda Covid, ammettere di essersi lasciato trasportare… e fare ammenda, utilizzando proprio il suo giornale per un’inchiesta sulle conseguenze della vaccinazione, sul numero abnorme di morti improvvise di persone giovani e sane (e degli altri gravi effetti collaterali) in Abruzzo, in conseguenza della campagna di vaccinazione.

A quel punto gli daremmo atto dell’aver agito (sconsideratamente) in buon fede, e seppure le posizioni sue e degli altri che riportiamo in calce, abbiano contribuito al disastro sanitario in corso, lo perdoneremo e magari, ogni tanto, prenderemo anche una copia del suo giornale.

Fabrizio Zani

Piccola antologia

«Campi di sterminio per chi non si vaccina». Giuseppe Gigantino, cardiologo.
«Mi divertirei a vederli morire come mosche». Andrea Scanzi, giornalista.
«Se fosse per me costruirei anche due camere a gas».
Marianna Rubino, medico.
«I cani possono sempre entrare. Solo voi, come è giusto, resterete fuori». Sebastiano Messina, giornalista.
«Vagoni separati per non vaccinati». Mauro Felicori, assessore.
«Potrebbe essere utile che quelli che scelgono di non vaccinarsi andassero in giro con un cartello al collo». Angelo Giovannini, sindaco di Bomporto.
«Stiamo aspettando che i no vax si estinguano da soli». Paolo Guzzanti, giornalista.
«Verranno messi agli arresti domiciliari, chiusi in casa come dei sorci». Roberto Burioni, virologo.
«Non chiamateli no vax, chiamateli col loro nome: delinquenti». Alessia Morani, deputato.
«Vorrei un virus che ti mangia gli organi in dieci minuti riducendoti a una poltiglia verdastra che sta in un bicchiere per vedere quanti inflessibili no vax restano al mondo». Selvaggia Lucarelli, giornalista.
«I rider devono sputare nel loro cibo». David Parenzo, giornalista.
«I loro inviti a non vaccinarsi sono inviti a morire». Mario Draghi, Presidente del Consiglio
«Gli metterò le sonde necessarie nei soliti posti, lo farò con un pizzico di piacere in più». Cesare Manzini, infermiere.
«Gli bucherò una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla». Francesca Bertellotti, infermiera.
«Provo un pesante odio verso i no vax». J-Ax, cantante.
«Se riempiranno le terapie intensive mi impegnerò per staccare la spina». Carlotta Saporetti, infermiera.
«Un giorno faremo una pulizia etnica dei non vaccinati, come il governo ruandese ha sterminato i tutsi». Alfredo Faieta, giornalista.
«Il green pass ha l’obiettivo di schiacciare gli opportunisti ai minimi livelli». Renato Brunetta, ministro.
«È giusto lasciarli morire per strada». Umberto Tognolli, medico.
«Prego Dio affinché i non vaccinati si infettino tra loro e muoiano velocemente». Giovanni Spano, vicesindaco.
«Bisogna essere duri e discriminare chi non si vaccina, in ospedale, a scuola, nei posti di lavoro». Filippo Maioli, medico.
«Serve Bava Beccaris, vanno sfamati col piombo». Giuliano Cazzola, giornalista.
«Mandategli i Carabinieri a casa». Luca Telese, giornalista.
«Gli renderemo la vita difficile, sono pericolosi». Pierpaolo Sileri, viceministro alla salute.
«Non sarà bello augurare la morte, ma qualcuno sentirà la mancanza dei no vax?». Laura Cesaretti, giornalista.
«Se arrivi in ospedale positivo, il Covid ti sembrerà una SPA rispetto a quello che ti farò io». Vania Zavater, infermiera.
«Sono dei criminali, vanno perseguitati come si fa con i mafiosi». Matteo Bassetti, infettivologo.