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L’Arte di Sergio Benedettini L’Arte di Sergio Benedettini
Blog di Fausto Soregaroli Alcuni giorni fa ho incontrato il Maestro Sergio Benedettini che mi ha invitato presso il suo nuovo Studio. Entrare è... L’Arte di Sergio Benedettini

Blog di Fausto Soregaroli

Alcuni giorni fa ho incontrato il Maestro Sergio Benedettini che mi ha invitato presso il suo nuovo Studio.

Entrare è equivalso ad inoltrarsi in un bosco dalle mille sfaccettature, in mezzo ad una folla, ad assistere a contorsioni tipiche degli acrobati, ad avventurarsi in uno spazio tempo che porta a rivivere momenti ed emozioni lontane e vicine: un vortice di colori e profondità da rendere l’osservatore rapito da una folla di elementi in equilibrio precario eppur armonico nella loro contrapposizione.

E’ molto difficile da definire…

Come del resto diventa davvero difficile poter fotografare gli “impasti e sovrapposizioni di elementi antitetici che conducono ad una reazione chimica negativa, dove intervengo a far emergere il positivo”…

Così mi ha spiegato la sua tecnica, che non si può certo definire ” Tecnica mista ” nel senso abituale dell’ espressione.

Del Professor Sergio Benedettini, Quinzanese di origine, classe 1954, con Diploma di Laurea presso l’Accademia di Belle Arti in Brera, hanno parlato e scritto molti addetti ai lavori.

Così lo definisce il Professor Maurizio Bernardelli Curuz Guerrieri

“ Sergio Benedettini lavora a livello di colature guidate, mai casuali, inseguendo e catturando l’attimo poetico, il flash onirico. Il colore evita la densa concrezione della materia esibita, giacché l’artista dilava e spalma, al punto che la stesura finale, dopo la verniciatura, rinvia per certi aspetti all’accesa, vivida sottigliezza delle lacche cinesi. Velature. Somme di veli, che puntano a rimodulare la vaghezza di ambienti fiabeschi.”

Così il Dottor Agostino Garda:

“ … Aristotele afferma che l’Arte non ritrae né le cose particolari quali sono, né i fatti particolari come sono accaduti. Questo è il compito della Storia. L’Arte non è imitazione di ciò che è, o è stato, bensì proposta di ciò che può essere, una idealizzazione che riveli l’essenza interna delle cose, quello che debbono essere. Sergio Benedettini scova nella macchia, nel grumo, nella venatura quell’ essenza aristotelica delle cose.”

Personalmente, il mio, rimane un tentativo di descrizione dell’Arte del Maestro Sergio Benedettini poi, come del resto in tutte le Realizzazioni Artistiche, solamente la visita nella realtà dell’Opera esposta può offrire i suoi significati e i suoi colori polivalenti.

Fausto Soregaroli