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IL CAOS POLITICO, CULTURALE E COGNITIVO FAVORISCE IL TOTALITARISMO MEDIATIZZATO IL CAOS POLITICO, CULTURALE E COGNITIVO FAVORISCE IL TOTALITARISMO MEDIATIZZATO
È sempre più difficile uscire dalla gabbia della narrazione mainstream, ormai definitivamente diretta a sorpassare qualsiasi istituzione che non sia la “comunità massmediatizzata”. Qui... IL CAOS POLITICO, CULTURALE E COGNITIVO FAVORISCE IL TOTALITARISMO MEDIATIZZATO

È sempre più difficile uscire dalla gabbia della narrazione mainstream, ormai definitivamente diretta a sorpassare qualsiasi istituzione che non sia la “comunità massmediatizzata”.

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Di Massimo Franceschini

Pubblicato anche su Attivismo.info, Sfero

Per varie ragioni culturali, politiche e cognitive, nessuno sembra capace di esprimere lo stato delle cose nel nostro tempo.

Questa situazione mi appare dovuta alla natura e alla pervasività del pensiero unico dominante, costituito da un progressismo buonista sostenuto da una continua emergenzialità: questa dominazione si sostanzia con quanto di più falso, ipocrita, scorretto e sostanzialmente violento possa esistere, in ogni campo.

A ben vedere, il tutto poggia su solide e pluridecennali fondamenta, costruite dall’insieme portato a sistema di tutte le falsità dei nostri tempi: falsità storiche, politiche, geopolitiche, civili, istituzionali, economiche, finanziarie, monetarie, scientifiche, climatiche, energetiche, farmacologiche, psichiatriche, culturali e chi più ne ha più ne metta.

La “civiltà” dei nostri giorni appare così caotica, confusa e litigiosa, ma in grado di costruire/sopportare un racconto delle innumerevoli tensioni falso e sbilanciato, a partire dall’assenza di pensiero critico.

Ciò si sostanzia in un modo ben preciso: giunti a questo punto, l’idea di una pacifica convivenza in società governate con politiche razionali e umanistiche sembra una chimera relegata nei meandri dei desideri impossibili, delle utopie ideali ed intellettuali.

Coltivare un pensiero critico non monodirezionale o interessato sembra sempre più difficile, soprattutto per chi si accontenta dell’impoverita istruzione scolastica.

Coltivare ampie amicizie e vivere una socialità aperta e senza barriere di sorta appare sempre più arduo, e solo chi si adagia al “collaborazionismo” più appiattito all’agenda massmediatica riesce a sopportare gli “eventi” della società dello spettacolo integrato.

Le premesse appena espresse dovrebbero farci comprendere come sia stato possibile che la civiltà del diritto, dello stato di diritto, delle istituzioni liberali e dei diritti umani, quella che chiamiamo “Occidente”, quella che avrebbe i valori più alti e universali della storia, possa essersi avviata sulla pericolosa china che sembra portarci ad un regime di controllo globale, una distopia tecnocratica e tele-amministrata.

Questi alcuni sguardi necessari, in un’impietosa radiografia dei nostri tempi:

– crimini militari per controllare energia e mercati esportando la pseudodemocrazia oligarchica e finanziaria;
– globalizzazione guidata per sottrarre la produzione ai popoli, ora rimodulata in un multipolarismo atto a nascondere una nuova spartizione del mondo in sfere di interesse;
– debito pubblico verso banche centrali private non necessario;
– infinite mistificazioni monetarie che giungeranno a compimento con il credito sociale esteso a tutto il mondo e con le valute digitali condizionate;
– criminali squilibri nella distribuzione delle risorse;
– distruzione del lavoro pubblico e privato per metterlo in mano alle corporazioni globali, favorendo una filosofia di impoverimento rivenduta come necessaria e sostenibile;
– industria farmaceutica sempre più tesa a curare preventivamente i sani per produrre una popolazione malata e controllata;
– psichiatrizzazione dell’esistenza, del diritto e del crimine, tesa a demolire il senso di responsabilità individuale e civile;
– mistificazioni e manipolazioni climatiche e relative alla tecnologia energetica;
– sessualizzazione dell’esistenza, pornografia, “educazione emotiva” come cavallo di troia per l’ideologia gender, sdoganamento della prostituzione e una sostanziale politica di antinatalità;
– demolizione della famiglia naturale abbinata a politiche neo-malthusiane, con progressiva devoluzione della procreazione ai laboratori e alle macchine;
– demolizione della sessualità naturale e biologica attraverso un’ideologia affermativa di nuove “identità” e della pedofilia, riscritta come un legittimo “orientamento sessuale”, con campagne che promuovono una cultura sostanzialmente “schizofrenica” sostenuta da grosse porzioni del mondo della cultura, dello spettacolo e delle psico-“scienze”;
– definitiva sottrazione della sessualità alla privacy amorosa, per consegnarla completamente al mondo del lavoro e dello spettacolo;
– feroce divide et impera tra i sessi, generalizzazione colpevolizzante dell’uomo che sarebbe costituzionalmente violento e patriarcale;
– demolizione della scuola attraverso l’impoverimento culturale e cognitivo, svilimento della cultura umanistica volta alla formazione del pensiero critico, attraverso la sponsorizzazione di presunte competenze e conseguente appiattimento alle agende oligarchiche globali;
– svalutazione del pensiero attraverso l’improprio confronto con la cosiddetta “intelligenza artificiale”, sponsorizzazione di una presunta “evoluzione” in senso transumano/post-umano;
– esaltazione della scienza atta a nascondere uno scientismo tecnicista come sostituto della politica e superamento dello stato di diritto;
– sottomissione delle società all’agenda tecno-distopica di controllo globale e personale, volta alla riduzione “sostenibile” di una popolazione così perfettamente inserita nei processi di dominio, rivenduti come necessari alla sopravvivenza del pianeta.

Come abbiamo appena visto nella breve, intensa e drammatica carrellata, la formazione di tale distopia si nutre di palesi menzogne, di fatto violente, ma “autorevolmente autorizzate”, di continui divide et impera, di artificiose dicotomie, di riscritture, cancellazioni e continue “confezioni narrative”: un intenso lavorio messo in atto e gestito attraverso media e social media, per l’attuazione delle varie agende oligarchiche fatte passare per giuste e necessarie, politiche insegnate a scuola per prevenire qualsiasi futuro ripensamento.

Giunti a compimento del percorso sarà troppo tardi: l’uomo sarà così transumanizzato/post-umanizzato, che non disporrà più della possibilità di sviluppare liberamente il suo pensiero, la sua consapevole autodeterminazione, tali e tante saranno le implementazioni tecnologiche e biotecnologiche, ad ogni livello cognitivo.

Non sarà facile opporsi a tutto ciò, soprattutto per l’antipolitica che caratterizza i nostri tempi: la ciliegina sulla torta che completa la realizzazione di una pietanza che dovremo digerire a forza, ma che le nuove generazioni troveranno così gustosa e accattivante da non sentirne più l’amaro retrogusto.

27 novembre 2023
fonte immagine: Wikimedia Commons, PxHere, Pixabay
Per approfondire:
riguardo la questione IA , la mente e l’aspetto cognitivo: https://www.massimofranceschiniblog.it/2023/04/16/la-confusione-sulla-mente-alla-base-della-minaccia-artificiale/
riguardo l’ideologia gender, psichiatria e distopia: https://www.massimofranceschiniblog.it/2023/04/02/psico-scienze-e-arcobaleno-gender-come-piattaforme-alla-distopia-di-controllo/
qui un manifesto su transumanesimo e tecnocrazia: https://www.massimofranceschiniblog.it/2023/05/18/manifesto-di-resistenza-al-transumanesimo-recupero-del-libero-pensiero-e-riscatto-dalla-tecnocrazia/
qui parlo di antipolitica come ostacolo al contrasto della tecnocrazia: https://www.massimofranceschiniblog.it/2023/09/12/lantipolitica-porta-alla-cancellazione-di-ogni-speranza-antitecnocratica/
qui una panoramica su questi ed altri aspetti critici del presente: https://www.massimofranceschiniblog.it/2019/07/27/persona-oggetto-un-mini-saggio-sui-mali-dellera-moderna/