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Trent’anni fa la caduta del Muro di Berlino. Un piede fra due mondi: la fine dell’Est sulla rotta dell’Ovest, verso il tramonto Trent’anni fa la caduta del Muro di Berlino. Un piede fra due mondi: la fine dell’Est sulla rotta dell’Ovest, verso il tramonto
Nel 1961 la costruzione di un gigantesco muro circondò Berlino Ovest. L’avevano ideato i sovietici per isolare la zona ovest di Berlino, sotto il controllo... Trent’anni fa la caduta del Muro di Berlino. Un piede fra due mondi: la fine dell’Est sulla rotta dell’Ovest, verso il tramonto

Nel 1961 la costruzione di un gigantesco muro circondò Berlino Ovest. L’avevano ideato i sovietici per isolare la zona ovest di Berlino, sotto il controllo occidentale, da Berlino Est, sotto il controllo orientale. Per comprendere le motivazioni di questo strumento divisorio bisogna tornare agli esiti della Seconda Guerra Mondiale quando, di fatto, l’Europa era stata divisa in due blocchi: quello sotto l’influenza sovietica e comunista ad Est, e quello sotto l’influenza degli Stati Uniti ad Ovest. Con le conferenze di Yalta e Potsdam (1945), al termine del conflitto, la Germania sconfitta era stata divisa in quattro zone di occupazione, divise tra Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna ed Unione Sovietica.

Il muro fu edificato per impedire il passaggio di quei tedeschi afflitti dalle restrizioni che il regime comunista della DDR imponeva alle libertà individuali (emigrarono due milioni e mezzo di persone tra il 1949 e il 1961, soprattutto laureati, intellettuali, professionisti e lavoratori qualificati, le vittime maggiori delle restrizioni insomma, ma anche una forza vitale per il paese). Oltretutto Berlino, ultimo avamposto occidentale diveniva una vera e propria vetrina del modello capitalistico dell’Ovest nella quale poter osservare tutti i vantaggi possibili. Accedere a Berlino ovest era molto semplice, e da lì chiunque avrebbe potuto prendere un aereo per la Germania occidentale: questo per il governo della DDR era un problema.

Il muro di Berlino era lungo più di 100 km. Non si limitava a passare per il centro della città, ma circondava letteralmente Berlino ovest, tagliandola fuori del tutto dalla Germania Est. I controlli per impedire il passaggio erano efficacissimi tanto che riuscirono a varcare il muro soltanto 5.000 tedeschi. La situazione andò peggiorando fino a primi anni ottanta. Mentre il nuovo leader del Partito Comunista Sovietico, Michail Gorbachev, tentava di rendere più libero e democratico il blocco sovietico dall’interno, il muro diveniva di giorno in giorno sempre più anacronistico rispetto ai tempi in continua evoluzione. Nel 1989 l’intero blocco sovietico vacillava e persino Erich Honecker, leader del partito comunista della Germania est, si era ormai dimesso. Finché il 9 novembre di quell’anno segnò l’inizio di una demolizione non soltanto dell’odiato muro, ma, simbolicamente, della fine della divisione di due mondi, quello occidentale da quello orientale.

Poco meno di un anno più tardi, il 3 ottobre del 1990, la Germania venne definitivamente riunificata, divenendo Repubblica Federale di Germania.

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