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ISTAT: ripresa economica in atto (ma rallentata dal problema dell’Euro) ISTAT: ripresa economica in atto (ma rallentata dal problema dell’Euro)
5 Agosto. Segnali di ripresa, inevitabilmente modesta, per l’economia italiana. Imbrigliato dall’utilizzo di una moneta che ci penalizza pesantemente, essendo legata agli indicatori dell’economia... ISTAT: ripresa economica in atto (ma rallentata dal problema dell’Euro)

5 Agosto. Segnali di ripresa, inevitabilmente modesta, per l’economia italiana. Imbrigliato dall’utilizzo di una moneta che ci penalizza pesantemente, essendo legata agli indicatori dell’economia europea e tedesca in particolare, che hanno un consistente vantaggio differenziale sull’Italia (a causa soprattutto del nostro debito pubblico elevato) il Governo italiano ha cercato sin qui di alleviare i disagi della parte più debole della popolazione, affidando le possibilità di una ripresa al solo lato della domanda. Una politica vagamente keynesiana, per cui aumentare il reddito dei più poveri dovrebbe servire anche ad aumentare i consumi e dunque a rendere più conveniente produrre. Chiaro che, dovendo prendere a prestito dalle banche (che a loro volta l’hanno a tasso zero dalla BCE) il denaro per il welfare, e su questi prestiti dover pagare un interesse, l’operazione deve essere di portata modesta per evitare un ulteriore indebitamento eccessivo. Eppure che la strada keynesiana sia quella giusta, lo dimostra “l’indicatore anticipatore” che secondo L’ISTAT “ha interrotto la tendenza alla flessione in atto dalla fine dello scorso anno, prospettando uno scenario di lieve miglioramento dei livelli produttivi”. Anche l’indice PMI servizi, che che riguarda la Piccola e Media Impresa Servizi è in risalita, per il secondo mese consecutivo, oltre le attese. Secondo i dati di IHS Markit è ora ai massimi da marzo scorso. 

I problemi attuali che preoccupano gli operatori sono dati dalla situazione internazionale, in particolare dalla guerra dei dazi, ma anche dalle sanzioni alla Russia, che l’Europa, spinta da Trump, non vuole abolire, e da quelle all’IRAN, che potrebbro rivelarsi davvero gravi per noi visti i rapporti privilegiati per le forniture di petrolio da Teheran

DI pochi giorni fa i dati riguardanti il netto miglioramento nella situazione degli occupati, e il miglioramento del clima di fiducia fra i consumatori e fra gli imprenditori.

Questo trend è in controtenedenza rispetto all’Europa, e viene da chiedersi con quanta rapidità l’economia italiana potrebbe rilanciarsi se non fosse intrappolata da un sistema monetario così gravemente penalizzante.

Ricordiamo che il Giappone ha un debito pubblico doppio di quello italiano, ma che essendo proprietario della propria monetale emissioni sono a costo zero, e ild ebito risulta in sostanza solo una partita di giro.

F.S.