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Uno “scienziato” a libro paga di Novartis, messo a capo di una struttura dell’AIFA. Un danno erariale da 200 milioni di Euro: una tipica storia italiana Uno “scienziato” a libro paga di Novartis, messo a capo di una struttura dell’AIFA. Un danno erariale da 200 milioni di Euro: una tipica storia italiana
Come potete vedere dalla pagina dell’Avvenire che abbiamo rintracciato in Internet, correva l’anno 2009, quando l’allora direttore dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), convocò un... Uno “scienziato” a libro paga di Novartis, messo a capo di una struttura dell’AIFA. Un danno erariale da 200 milioni di Euro: una tipica storia italiana

Come potete vedere dalla pagina dell’Avvenire che abbiamo rintracciato in Internet, correva l’anno 2009, quando l’allora direttore dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), convocò un importante “tavolo per le terapie oculari” che aveva come scopo quello di “collegare il mondo dell’oftalmologia con l’attività regolatoria”. Questo tavolo sarebbe stato coordinato dal professor Giovanni Staurenghi, titolare della cattedra di Clinica Oculistica dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano.

L’AIFA rendeva noto che: Il gruppo di esperti, anche in considerazione della complessità che le problematiche legate alla terapia farmacologia stanno sempre più assumendo, soprattutto in presenza di polipatologie, lavorerà in qualità di ‘Advisory Board’ della Commissione Tecnico Scientifica dell’Aifa e del Registro Farmaci Oftalmici sottoposti a monitoraggio”.

Dal sito Dott.net, riportiamo questa breve cronaca dell’epoca.In particolare i componenti del Tavolo affronteranno le seguenti tematiche: Appropriatezza prescrittiva per quanto riguarda le specialità medicinali nell’area oftalmologia; shift di trattamento per pazienti affetti da patologie oculari; trattamento bilaterale per le terapie oculari con farmaci antiangiogenetici; trattamenti per pazienti con acuità visiva inferiore ai limiti previsti dalle schede tecniche dei farmaci in commercio; usi speciali (off-label) dei farmaci oftalmici disponibili; altre problematiche connesse con l’utilizzo di farmaci per le terapie oculari”.

Bene, chi è l’esimio professor Giovanni Staurenghi, chiamato a svolgere quel ruolo dal direttore dell’AIFA, Rasi?

Guido Rasi, Direttore dell’AIFA ai tempi dello scandalo e oggi direttore dell’Agenzia Europea per il Farmaco

Bene, Staurenghi è semplicemente uno “scienziato” a libro paga della Novartis, e il tavolo in questione si sarebbe presto occupato di farmaci prodotti, fra l’altro, da Novartis.

Avvenne che Novartis brevettò il ‘Lucentis’ un costosissimo farmaco antitumorale, che rapidamente si rivelò inefficace alla bisogna, ma dalle caratteristiche tali da rendenrlo invece adatto a curare patologie oculistiche. Una fiala di quel farmaco costava, allo Stato, circa 800 euro.

La Roche brevettava quasi contemporaneamente l’Avastin, una molecola molto simile e dagli stessi effetti, sia positivi che negativi: così sentenziarono numerose ricerche e sperimentazioni. (la più importante svolta dal Cdc (Centers for disease control and prevention) di Atlanta, cioè non in un piccolo istituto di ricerca di periferia ma nel National Eye Institute, gestito dal governo americano).

Ma Roche e Novartis (per dire: quest’ultima possiede il 30% delle azioni dell’altra) « A fronte del rischio che le applicazioni oftalmiche di Avastin, vendute a un prezzo molto meno alto (15 euro a fiala, ndr) ostacolassero lo sviluppo commerciale del ben più caro Lucentis, Roche e Novartis hanno posto in essere una complessa strategia collusiva, volta a ingenerare tra i medici curanti e più in generale il pubblico timori sulla sicurezza del primo. Tali attività sono proseguite e sono state anzi intensificate quando da una serie sempre maggiore di studi comparativi indipendenti, e pertanto non controllabili dalle imprese, è definitivamente emersa l’equivalenza dei due farmaci». Così scriveva il garante per la concorrenza.

E come si comportò l’AIFA?

Non è poi difficile da intuire. Utilizzando il cavillo per cui, non avendo la Roche fatto richiesta per l’ammissibilità del suo farmaco nella terapia oculistica (come abbiamo visto per non danneggiare il mercato ultra-redditizio del Lucentis) autorizzò all’uso, e dunque al rimborso previdenziale, del solo farmaco più costoso. Si calcola che questo sia costato alla sanità italiana qualcosa, come (minimo) 200.000.000 di euro. Nel 2014 Roche e Novartis vennero multate per un totale di 180.000.000 di euro dall’antitrust (ma solo a seguito di denince presentate da alcune regioni e da associazioni di privati).

L’accusa contestata ad alcuni membri dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, tra cui dirigenti e componenti pro tempore della Commissione consultiva tecnico scientifica (ch hanno ora 60 giorni di tempo per fornire la loro versione alla Corte dei Conti) è quella di danno erariale.

E’ stato dolo? O solo, hai visto mai, una serie di imponderabili casualità?

Quello che lascia interdetti, e che fa pensare, diciamo così male al punto da immaginare (sia chiaro, solo immaginare) conflitti di interessi ben remunerati, è la concomitanza fra la nascita del tavolo, la scelta di un un uomo di Novartis per coordinarlo, la disponibilità del Lucentis per le ASL, il divieto di prescrizione dell’Avastin.

Ah, comunque il Professor Rasi non ha avuto alcuna conseguenza per questa sua, diciamo, leggerezza (sicuramente NON sapeva che Staurenghi era a libro paga di Novartis) al punto di essere stato poi nominato, e di essere attualmente, Direttore dell’Agenzia Europea del Farmaco.

O.N.

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