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Tecnologia 5G, sfida al buonsenso Tecnologia 5G, sfida al buonsenso
La rete 5G è destinata inizialmente a coprire l’intero territorio, affiancandosi alla già presente 4G, per arrivare poi ad una completa sostituzione di quest’ultima... Tecnologia 5G, sfida al buonsenso

Mirko Mocellin

5G: ne sentiamo parlare in continuazione, ed è un argomento estremamente divisivo. Chi è pronto ad accogliere a braccia aperte l’avvento della nuova tecnologia e chi invece, come chi scrive, è estremamente preoccupato per le conseguenze dell’ormai annunciata, e in parte applicata, nuova rivoluzione della connettività.

Il 5G, acronimo di 5th Generation, è la quinta e più recente generazione di reti mobili wireless è infatti già presente in via sperimentale in alcune città italiane.

La rete 5G è destinata inizialmente ad affiancarsi alla già presente 4G, per arrivare poi ad una completa sostituzione di quest’ultima in futuro, coprendo l’intero territorio. 

Le informazioni diffuse dal mainstream tendono a descrivere questioni principalmente tecniche, esaltando le mirabolanti possibilità offerte dalla nuova tecnologia, facendo raramente riferimento a possibili effetti negativi per la salute. Una delle avvertenze frequenti con cui si svia dal tema è il seguente: “Molto spesso, in relazione al 5G emergono preoccupazioni diffuse legate a ipotetici pericoli per la salute, per via della maggiore potenza e delle frequenze utilizzate dalla rete. Tuttavia, al momento non esistono studi affermati o certificati che confermino correlazioni o possibili e concreti problemi per la salute direttamente riconducibili al 5G. Lasciando quindi trattare l’argomento a fonti competenti in ambito medico-scientifico, limitiamoci ad evidenziare gli attuali svantaggi tecnici del 5G“.

Fidiamoci della scienza insomma… che vuoi capire tu?

Questo modo di informare ci ricorda modalità similari anche in altri ambiti. Il problema in questa epoca moderna è che anche in un settore delicato come la salute delle persone, i pareri sono spesso contrastanti pure essendo espressi da scienziati esperti di pari ‘rango’. Ma questi pareri sono ‘sponsorizzati’ dagli organi di informazione, a seconda dell’interesse della multinazionale di turno. Potremmo pensare, visto il periodo che stiamo vivendo, agli adepti di Big Pharma e dei loro fatturati miliardari.

Nel 5G, a lume di semplice buonsenso, le controindicazioni per la salute dovrebbero essere analizzate con la massima attenzione, prima di tutto perché oggigiorno siamo letteralmente circondati da cellulari attivi, costantemente collegati con un campo magnetico rilanciato ovunque, che inviano messaggi, consentono conversazioni o ricerche, mentre si passeggia per la strada, al bar o al ristorante. Pensiamo all’uso di tecnologie divenute ormai di uso quotidiano e frequentissimo che grazie al WI-FI trasmettono lezioni scolastiche su smartphone e tablet, o ai giochi on-line, tutte connessioni ormai senza fili. Pensiamo ai mouse o alle tastiere bluetooth, attive h24 sette giorni su sette. E la rete 5G, basata su frequenze cortissime, prevede un numero spropositato di antenne, per avere un campo uniforme essendo la frequenza, necessariamente utilizzata, molto bassa.

Ma se l’uso di nuove tecnologie (proprio perché recenti) non consente uno studio accurato su eventuali controindicazioni per la salute, allora dobbiamo comunque accettare di essere buttati allo sbaraglio senza concederci un dubbio? Eppure il “principio di precauzione” viene sbandierato, quando a qualcuno conviene, nei campi più disparati. Dobbiamo affidarci completamente a chi sminuisce con un ghigno eventuali danni alla nostra persona?

Sappiamo che l’esposizione umana ai campi elettromagnetici artificiali, aumentata negli ultimi anni in modo vertiginoso, sta determinando diversi, e spesso gravi, problemi di salute a un numero crescente di persone. Numerosi studi, non finanziati dall’industria di competenza, descrivono una serie di effetti biologico-sanitari, inclusi danni al DNA, morte cellulare e infertilità. La correlazione tra radiofrequenze (RF) e cancro è rafforzata da studi epidemiologici e sperimentali. Inoltre una patologia ambientale, inizialmente osservata negli operatori radar e attualmente definita elettrosensibilità, interessa individui di tutte le età in modo preoccupante. Con l’implementazione del 5G l’inquinamento elettromagnetico subirà un’ulteriore impennata che potrebbe causare gravi danni non solo all’uomo ma a tutti gli organismi viventi e determinare alterazioni irreversibili dell’ecosistema.

M. M.

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