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Sulmona, un Questore e i no-green-pass Sulmona, un Questore e i no-green-pass
Facciamo un po’ di chiarezza sulle ultime vicende che hanno visto contrapporsi Istituzioni e cittadini C’era una volta una nazione che aveva conosciuto tempi... Sulmona, un Questore e i no-green-pass

Facciamo un po’ di chiarezza sulle ultime vicende che hanno visto contrapporsi Istituzioni e cittadini

C’era una volta una nazione che aveva conosciuto tempi molto difficili dal punto di vista della lotta sociale, tempi in cui formazioni di estrema sinistra ed estrema destra, smesso di combattersi fra di loro, si erano rivolte contro lo Stato, tentando di rovesciarlo.

Queste formazioni sono state sconfitte e sono scomparse, ma siccome chi si scotta con l’acqua bollente poi ha paura anche dell’acqua fredda, le forze dell’ordine quando si trovano davanti anche il più modesto movimento di protesta non controllabile reagiscono con un riflesso condizionato, e vivono i disobbedienti come criminali. Si pensi alle manganellate distribuite del tutto gratuitamente agli studenti in piazza pochi giorni fa, ai poliziotti infiltrati nei cortei a fare vera e propria opera di provocazione (ah no, a provare la stabilità dei mezzi in dotazione) e all’occasione a tirare qualche calcio a pacifici manifestanti distesi a terra.

A Sulmona non siamo ancora arrivati a tanto, ma certo gli ultimi episodi di cui l’informazione locale si è dovuta occupare danno bene l’idea della scarsa lucidità con cui il fenomeno dei disobbedienti del green-pass viene affrontato.

Questi disobbedienti sono padri e madri, lavoratori (sospesi), nonni, qualche raro studente… insomma, dal punto di vista dell’ordine pubblico si parla di pericolosità zero.

Si fatica dunque a capire come la Questura dell’Aquila si sia permessa di vietare nientemeno che una conferenza stampa, in margine a una manifestazione autorizzata, perché la location scelta (sotto una statua in una piazza cittadina) è sembrata al questore dottor De Simone… già, gli è sembrata cosa? Che si debba chiedere il permesso alla Questura per tenere una conferenza stampa in una cittadina minuscola, in cui un simile ‘evento’ può raccogliere al massimo una decina di partecipanti, è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Difatti gli organizzatori non avevano chiesto nessun permesso, limitandosi, per eccesso di zelo, a comunicare la cosa a margine della richiesta relativa alla manifestazione che si sarebbe tenuta nel pomeriggio.

La conferenza stampa si è tenuta ugualmente, e il De Simone ha deciso di inviare un avviso di procedimento a due degli organizzatori. Un simile atto è ritenuto da tutti un vero e proprio tentativo di spaventare mamme, nonne, operai e infermieri disobbedienti, facendo loro intravedere la possibilità di guai giudiziari se persistono nel protestare contro gli aspetti anti-costituzionali e ricattatori di una campagna vaccinale bizzarra, e del tutto inappropriata per fermare il contagio. Infatti l’Italia ha il massimo delle restrizioni, il massimo dei vaccinati, e… il massimo numero di morti (dichiarati) per COVID. mentre dei morti e dei danneggiati da vaccino, che sono ormai un’armata, nessuno si interessa…

Non crediamo che De Simone troverà un magistrato che voglia sfidare il ridicolo portando avanti un procedimento basato sul nulla, ma tant’è, se fosse, Ovidio Network sarebbe presente in tribunale per riprendere e raccontare un nuovo episodio della commedia all’Italiana.

Il “divieto di conferenza stampa” era stato preceduto, pochi giorni prima, da un altro episodio da fumetto, il blitz di alcuni agenti di polizia in una pizzeria chiusa, dove alcuni disobbedienti consumavano, privatamente una cena conviviale. I poliziotti hanno preteso, con fare tutt’altro che amichevole, senza alcun mandato e senza alcuna ragione (che non fosse un ordine di qualcuno, cosa che non sappiamo) di identificare i presenti, hanno richiesto niente meno che il green-pass, e sono stati costretti a tornare in commissariato con le pive nel sacco grazie alla reazione dei convitati, che appellandosi alla Costituzione a alle leggi vigenti hanno messo anche in immediato collegamento diversi avvocati che hanno fatto presente che LA LEGGE DEVONO RISPETTARLA TUTTI, POLIZIOTTI COMPRESI.

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Anche in questo caso, è scattata una sorta di rappresaglia mediatica, e gli organi d’informazione sono stati surrettiziamente informati da “qualcuno” che i conviviali si beccheranno una bella multa… per cosa non è dato sapere: forse avevano lasciato le auto in divieto di sosta?

Uno Stato che ricatta i suoi cittadini, obbligandoli a sottoporsi a una sperimentazione di massa pena la perdita di diritti elementari (quale quello al lavoro) per poi provare a spaventarli se non cedono al ricatto, è una gran brutta cosa.

O.N.

Nella foto, il Questore dell’Aquila, il pescarese Enrico de Simone.