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Sulmona nella rete di Anonymous: beccati utenti Telegram sulmonesi, molestatori e pornoricattatori Sulmona nella rete di Anonymous: beccati utenti Telegram sulmonesi, molestatori e pornoricattatori
SULMONA – Ricattavano donne su Telegram minacciando di diffondere immagini hard. Fra questi molestatori del web anche qualche sulmonese sembra essere finito nelle maglie... Sulmona nella rete di Anonymous: beccati utenti Telegram sulmonesi, molestatori e pornoricattatori

SULMONA – Ricattavano donne su Telegram minacciando di diffondere immagini hard. Fra questi molestatori del web anche qualche sulmonese sembra essere finito nelle maglie di Anonymus Italia. Una notizia che non tarderà a far scalpore in città. I soggetti, individuati in tutt’Italia, utilizzavano il noto canale social e di servizio per ricattare le povere vittime, per lo più donne, minacciandole di diffondere materiale pornografico trasmesso da amanti delusi o ex compagni lasciati o traditi, il cosiddetto fenomeno revenge porn, la porno vendetta.

Ma veniamo alla cronaca. Ieri, 9 aprile era stato sferrato l’attacco di Anonymous Italia, con il lancio della campagna #OpRevengeGram “Se non possiamo difendere le vittime, almeno le vendicheremo” dichiara la voce sintetica in un video con la tradizionale maschera di Guy Fawkes.

La notizia piomba dunque anche su Sulmona, attraverso il rimbalzo da alcuni siti e pagine di quotidiani autorevoli quali La Repubblica di oggi e cade come un macigno pesante sul silenzio di una città silenziosa, tappata in casa per il coronavirus, come il resto d’Italia.

E come nel resto del paese sono stati “beccati” centinaia di malvagi che tramano nell’ombra ai danni di vittime deboli ed indifese, anche il nome di Sulmona compare, ahinoi, fra le città da dove provengono gli account.

Così infatti sulla pagina web di La Repubblica di oggi” Gli Anonymous hanno lanciato #RevengeGram, un’operazione “di pulizia del web da perversi e molestatori sessuali”. Dopo la notizia dei canali Telegram pieni di immagini pedopornografiche usate per ricattare giovani donne, gli hacker attivisti hanno deciso di denunciare chi si nasconde dietro queste azioni. Così, con un’operazione di dossieraggio che ha pochi precedenti, hanno individuato gli indirizzi IP (ovvero “l’impronta” dei computer in rete), i nomi, le caselle di posta e gli archivi personali dei molestatori e li hanno divulgati online. I responsabili del revenge porn, la porno vendetta di amanti delusi e vendicativi che consegnano a sconosciuti le foto intime dei partner con cui hanno rotto, sono in maggioranza della Lombardia, ma ce ne sono di laziali e napoletani e poi di Molfetta, Sulmona, Pinerolo, Taranto. Insomma, vengono da tutta Italia.”
 

Riportiamo dal sito Gli Stati Generali la notizia come era stata data già ieri: :

“Il punto di partenza è la crescente preoccupazione per il materiale pedopornografico e di revenge porn che si sta diffondendo su alcuni gruppi Telegram. “E’ giunto il momento di dare una bella lezione a questi infami”, tuona ancora Anonymous. Mentre LuzSec, altro gruppo hacker in versione Made in Italy su Twitter rincara con un: “Vi stiamo venendo a prendere”.

Diamo inizio alla fase uno, ci trovate su https://t.co/8ix59fjVx6 Massima condivisione comunicato ITA: https://t.co/i71xt0HGPR ENG: https://t.co/F4Jr471kUC Unitevi a noi, e insieme saremo inarrestabili. #antipedo #antirevengeporn #Anonymous #OpRevengeGram pic.twitter.com/IfX0cZeZqb
— Anonymous Italia (@Anon_ITA) April 9, 2020

Una campagna che si conclude con un appello pubblico a mettersi in contatto con il gruppo di attivisti attraverso un canale apposito su IRC. “Insieme saremo inarrestabili – ha spiegato ancora Anon_ITA su YouTube -. E’ importante istituire un unico fronte di battaglia contro questi individui pertanto vi chiediamo di segnalarci tramite i nostri canali ufficiali, nomi e gruppi che su Telegram o tramite il web svolgono attività sospette. Solamente grazie al vostro aiuto potremmo sfruttare appieno i nostri strumenti riuscendo così a estrapolare i nomi e cognomi associati agli account incriminati”.

Uno degli episodi più recenti che ha associato Telegram alla pedofilia e al revenge porn è stato rivelato da Wired. Un’inchiesta ha fatto emergere i messaggi che quotidianamente si scambiavano gli utenti in un flusso da numeri molto consistenti. Secondo la stima dell’autore del report, il fenomeno coinvolge oltre 43mila iscritti in due mesi, 21 canali tematici collegati e un volume di conversazioni che si aggira sui 30mila messaggi ogni giorno. All’interno di quel campionario dell’orrore si trovano immagini pedopornografiche e foto di ex partner, oltre a istigazioni a femminicidi e a delitti di genere. Una struttura di gruppi connessi che mettono in salvo anche dai blocchi che la piattaforma può imporre quando le segnalazioni arrivano agli amministratori di Telegram. Anche uno stop parziale, di fatto dirotta solo il traffico degli utenti, senza colpire i singoli responsabili nascosti dietro i nickname.

Inoltre non si tratta di un caso isolato, ma sulle tracce di tutti i volti dietro quegli schermi si sono messi gli Anonymous che parlano di “fase uno”, quindi il meglio deve ancora venire”.

E il meglio… anzi il peggio sembra già arrivato per Sulmona. Vedremo come evolveranno le indagini.

MDD