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Prove di soppressione: APC e CRBC di Sulmona, le agenzie culturali a rischio “delocalizzazione” Prove di soppressione: APC e CRBC di Sulmona, le agenzie culturali a rischio “delocalizzazione”
SULMONA – La cultura cittadina subisce un altro duro colpo. Ed era ovvio che il “ventilato” l’accorpamento delle sedi di Apc e Crbc di... Prove di soppressione: APC e CRBC di Sulmona, le agenzie culturali a rischio “delocalizzazione”

SULMONA – La cultura cittadina subisce un altro duro colpo. Ed era ovvio che il “ventilato” l’accorpamento delle sedi di Apc e Crbc di Sulmona ad Avezzano dovesse suscitare qualche reazione: il sindaco Annamaria Casini ha inviato una nota al Presidente della Regione Marco Marsilio, agli assessori regionali Mauro Febbo e Guido Liris, rispettivamente con delega alla Cultura e Personale/Aree interne, in vista dell’incontro che si svolgerà il prossimo giovedì mattina a Pescara. 

Consapevole che da queste parti il “ventilato” diventa sempre un “tornado” che cancella le sussistenze, il sindaco scrive: “E’ inammissibile che Sulmona debba subire un ennesimo taglio. Abbiamo appreso da notizie di stampa l’intenzione della Regione di accorpare le sedi dell’Agenzia di Promozione Culturale e il Centro Regionale dei Beni Culturali di Sulmona e Castel di Sangro a quella di Avezzano: una notizia che lascia sgomenti e decisamente contrari. Riteniamo che Sulmona non possa subire questo declassamento, data la sua prestigiosa e secolare tradizione culturale, sulla quale sta facendo  leva per il rilancio economico del territorio e su cui tutti i livelli decisionali dovrebbero investire.

L’ accorpamento rappresenterebbe un’ulteriore grave spoliazione per la città, andandosi a sommare a scelte scellerate già operate in passato con la soppressione di numerosi servizi e presidi nei vari ambiti  (difesa, giustizia, sanità). Faccio appello alla consigliera regionale Antonietta La Porta, affinché intervenga contro questo taglio, dato che nei mesi scorsi si era attivata in merito alla questione della biblioteca di palazzo Portoghesi, chiuso dal 2017 e su cui ancora non ci sono novità rispetto ai tempi di ristrutturazione”.

E’ quanto afferma il sindaco Annamaria Casini. Secondo l’assessore comunale Manuela Cozzi:  “La politica regionale non può disattendere le aspettative di una città come Sulmona, che sta convogliando enormi sforzi per incidere su cultura e turismo, attraverso ad esempio la valorizzazione di importanti luoghi della cultura come l’Abbazia Celestiniana e l’Eremo di Sant’Onofrio , quale  punto di riferimento di un distretto rurale turistico, agroalimentare e culturale di raccordo con altre municipalità ed enti territoriali o la realizzazione dell’ Hub intermodale strategico per tutta la regione presso la stazione di Sulmona per i collegamenti rotaia-gomma. Oggi tagli anche alla cultura diventerebbero insopportabili e meritano una levata di scudi corale”. 

Viene da chiederci: ma è rimasto qualcuno che vuole bene a Sulmona? Ci domandiamo pure se queste arringhe difensive non giungano con colpevole ritardo da parte del sindaco e della sua giunta, visto che i segnali c’erano già tutti da tempo. Infatti adesso si comprende meglio il perché della “misteriosa scomparsa”, del tutto trascurata, dell’ingente stanziamento per 1.400.000 euro, approvato dalla Regione a fine 2016, per la messa in sicurezza di Palazzo Portoghesi, chiuso da due anni a motivo di una poco spiegabile e poco spiegata criticità sismica. Lavori mai iniziati per inibire una rinascita da evitare ad ogni costo? Tenendo la biblioteca in uno stato di vergognosa allocazione nei seminterrati degli uffici INPS, con gli impiegati costretti ad andare a prelevare i volumi da dare in prestito o in lettura in ambienti dislocati in Via Pola…. mantenendo insomma una tale situazione di estremo disagio che una qualsiasi soluzione alla fine possa sembrare liberatoria.

Ecco, dunque, venuto al pettine il vero nodo: il mantenimento dello statu quo per poter forse “agevolare”, per così dire, l’accorpamento ad Avezzano dell’ultimo presidio culturale regionale in Valle Peligna.

In un’area ormai in pieno stato di smantellamento, depotenziamenti, sottrazioni, azzeramenti che cosa resta ancora da estirpare insieme ai connotati civici di una città degna di questo nome? Chi sarà il prossimo… il presidio INAIL? O che altro ancora?

Ma soprattutto: che cosa si può fare per impedire questa emorragia scientemente praticata dagli enti regionali ai danni di Sulmona? E chi mai ne ha reale volontà e facoltà, oltre che i poteri?

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