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Per i nipotini di Lenin i no-vax hanno problemi psichiatrici Per i nipotini di Lenin i no-vax hanno problemi psichiatrici
Vittorio Lingiardi e Guido Giovanardi, psichiatri della Sapienza, hanno scoperto tutto: se non ti fidi degli scienziati è perché avevi “relazioni problematiche da bambino”... Per i nipotini di Lenin i no-vax hanno problemi psichiatrici

Vittorio Lingiardi e Guido Giovanardi, psichiatri della Sapienza, hanno scoperto tutto: se non ti fidi degli scienziati è perché avevi “relazioni problematiche da bambino”

Il blog “i nipotini di Mengele”, in cui si parla di pediatri, dirigenti sanitari, finanche ginecologi che consigliano il vaccino magico da zero anni in su, senza avere la benché minima certezza scientifica sui suoi effetti a lungo termine, e sapendo invece perfettamente che nei bambini e nelle giovani gestanti il rischio Covid è pari praticamente a zero, si trova oggi ad ospitare una nuova categoria di “scienziati”: i nipotini di Lenin.

BLOG: I nipotini di Mengele. Fabrizio Zani.

Lenin come è noto, non poteva ammettere che nel paradiso comunista potessero esistere ancora dei delinquenti, e soprattutto dei dissidenti: persone con buona cultura e spesso spiccata intelligenza, che non riconoscevano la bellezza di una realtà in cui tutto era uniformato ad un’ideologia scientifica (tale era considerato il materialismo storico) che mostrava chiaramente come attraverso la dittatura del Partito Comunista, avanguardia del Proletariato, nel giro di qualche anno, o di qualche secolo, chissà, il capitalismo si sarebbe estinto, e con esso lo Stato, assicurando agli uomini tutti un’eternità di Pace e Felicità.

Ma siccome anche nell’URSS c’erano delinquenti e, soprattutto, dissidenti, il regime si rivolse agli “scienziati”, ossia ai compagni psichiatri: difatti, questi ‘dissonanti’ non potevano che essere pazzi.

I compagni psichiatri si mossero immediatamente in base alle direttive del Partito.

“Già poco dopo la Rivoluzione del ’17 i ‘social­rivoluzionari’ oppositori dei bolscevichi di Lenin iniziarono a conoscere i luoghi di cura per malati di mente, dove venivano sottoposti alle delizie della Scienza dell’epoca (sia chiaro che già negli anni ’20 la definizione di scienziati era indiscutibile, per quanto riguaradava gli psichiatri russi). Ma la scienza, come si sa, evolve, e così ai primi burioni (da ‘buria’, ossia ‘grossa bufala’ in lingua siciliana) di Stato che accettavano semplicemente di far la guardia e riempire d benzedrine i malcapitati, si sostituì nel corso degli anni una vera e propria ‘scuola’ psichiatrica, che elaborando soprattutto il concetto di ‘schizofrenia latente’ (ma anche lo ‘sviluppo paranoico-litigio­so-morboso’ ebbe un buon campo di applicazione) dette alla repressione comunista una base teorica di tutto rispetto.

Dal 1961 diventarono evidenti manifestazioni di squilibrio mentale, in una circolare ad hoc:

articolo 70 – “agitazione e propaganda anti-sovietica”

articolo 1901 “Diffusione di false dichiarazioni, atte a diffamare lo stato sovietico e il sistema sociale”

articolo 1902 — “Oltraggio all’inno nazionale e alla bandiera”

articolo 1903 – “Organizzazione e partecipazione attiva ad azioni di gruppo che violano l’ordine

E naturalmente Morozov, Lunz e Snezhevsckij, i padri di questa simpatica corrente scientifica, erano stimati membri della comunità scientifica internazionale. (Da “La Scienza Tradita”, Angelo Casali, ed. Sì, 2018).

Due nipotini di Lenin, Vittorio Lingiardi e Guido Giovanardi, esponenti di quella nobile corrente della Scienza che ideò l’elettroshock e la lobotomia, oltre a suddetti manicomi per oppositori, invocano oggi, di fronte a una decina di milioni di cittadini italiani che, dichiaratamente, non hanno più alcuna fiducia nelle istituzioni, scientifiche e politiche (e nell’industria e nelle banche che le finanziano) nientemeno che l’urgente inaugurazione di una sezione di psicologia della salute (pubblica) presso appunto il Ministero della Salute pubblica, ad essi destinata.

Questi due grandi scienziati hanno infatti pubblicato sull’inserto S di repubblica (la “Salute secondo”, ovviamente “la Scienza”) uno studio che, riprendendo la tradizione psichiatrica sovietica, spiega come questa decina di milioni di cittadini soffra di gravi disturbi della personalità, che li portano a vedere in ogni dove complotti, a non fidarsi ‘per principio’, del prossimo, e dunque degli scienziati, a non “affidarsi” a chi è più preparato.

Citiamo alla lettera: “All’interno di relazioni problematiche e non “sicure”, i bambini possono essere più portati a sviluppare atteggiamenti difensivi e autoprotettivi nel campo della fiducia interpersonale, con due esiti negativi: si può sviluppare, a partire da uno stato di ipervigilanza epistemica, una sfiducia pervasiva che porta a rifiutare le informazioni che provengono dall’altro; oppure, al contrario, si assume una disposizione di credulità, per cui si accetta indiscriminatamente tutto ciò che l’altro propone pur di non dover affrontare un conflitto”. Il no-vax, ci spiegano, è sin da bambino una povera vittima,che per difendersi diffida. Ma non sempre. A volte diventa credulone. Sembrerebbe una contraddizione, un’alternativa inconciliabile. Ma non è così, e crescendo si capisce subito: il bambino squilibrato sarà un adulto che non crederà alla narrazione ufficiale (“fondamentale per lo sviluppo filogenetico della nostra specie”, e scusa se è poco) e darà credito a teorie non ufficialmente dimostrate. Quella No-Vax (in questo caso la mia) è nientemeno che “una sfiducia epistemica, è una “scelta” di semplificazione autoprotettiva (di base individualistica ma facilmente organizzabile in una dimensione collettiva) a fronte di una complessità vissuta come troppo incerta o addirittura pericolosa. La scienza dà sicurezze ma non sempre può dare certezze. Non c’è scienza senza dubbio”.

Come può vedersi, in nome dell’ideologia psichiatrica leninista, tutta la realtà è spazzata in un colpo. L’inefficacia dei vaccini, i gravi effetti collaterali, l’evidente incongruità dei dati, il contesto politico internazionale e nazionale, le magre figure reiterate e continue dei cosiddetti scienziati, la contradditorietà delle misure antipandemiche, l’origine incerta (ma data a lungo per naturale) del virus, il business da centinaia di miliardi nato dallo stesso virus: tutto questo scompare. Se io non mi fido non è perché ho buoni, ottimi motivi, è perché da bambino ero disturbato. E poi sono un credulone, mi fido di premi Nobel, di grandi virologi, dei più famosi giuristi e filosofi italiani (Agamben, si vede subito che ha avuto problemi da bambino) e soprattutto della mia capacità critica.

Spero che i professori Vittorio Lingiardi (cattedratico) e Guido Giovanardi (assegnista ma di belle speranze) si limitino a chiedere al futuro Ministero per la Salute Mentale (perché mai accontentarsi di un semplice dipartimento?) di rinchiudermi in un lager per dissidenti da rieducare, ché, devo dire, in realtà mi aspetto direttamente una bella e scientifica lobotomia.

Fabrizio Zani – zanifabri@gmail.com