ovidio news
L’Umbria vota via la sinistra dopo cinquant’anni… e il Movimento 5 Stelle non vuole perdersi lo spettacolo L’Umbria vota via la sinistra dopo cinquant’anni… e il Movimento 5 Stelle non vuole perdersi lo spettacolo
Dei molti modi con cui viene definita l’alleanza fra Cinquestelle e Pd quello che ci risulta più appropriato, in Umbria, è “Gialloròsi”. La vittima... L’Umbria vota via la sinistra dopo cinquant’anni… e il Movimento 5 Stelle non vuole perdersi lo spettacolo

Dei molti modi con cui viene definita l’alleanza fra Cinquestelle e Pd quello che ci risulta più appropriato, in Umbria, è “Gialloròsi”. La vittima sacrificale, e da queste parti era ampiamente prevedibile, sarebbe dovuta essere il Pd, colpevole di un paio di grossi scandali e, soprattutto di trovarsi alla guida di una regione che la crisi ha devastato, colpendo laddove fa più male alle sinistre e cioè la classe lavoratrice operaia. Ma partiamo dalla crisi.

Nel periodo di maggior sofferenza fra il 2007 e il 2016 il settore industriale umbro è crollato accumulando un ritardo superiore ai 20 punti percentuali nel 2014. La produttività è scesa a livelli inferiori rispetto all’Italia e al Centro. Dal 2008, secondo le stime l’occupazione è scesa di un sesto. In questi anni sono andati perduti quasi 10.000 posti di lavoro e il Pil pro capite risulta essere di 24.330 euroinferiore non solo rispetto alla media italiana (28.500 euro), ma anche a quella del Centro (30.700 euro). Carenti sono anche gli investimenti in innovazione. Anche per il Turismo i numeri sono terribili: 0,13% della spesa totale annuale per il settore; assurdo se si considera il patrimonio storico, artistico e culturale di questo territorio che si è visto infliggere una riduzione che equivale ad un terzo in meno della spesa totale del settore pubblico.

Lo scandalo “Sanitopoli”

Lo scandalo nella sanità umbra, esploso nell’aprile 2019, potrebbe avere avuto sul voto un’influenza enorme. L’inchiesta della procura di Perugia ha riguardato 11 concorsi pubblici per una trentina di assunzioni tra medici, infermieri e personale ausiliario. Agli arresti domiciliari sono finiti l’assessore regionale alla sanità Luca Barberini, il segretario umbro del PD ed ex sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci, il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia Emilio Duca e il direttore amministrativo Maurizio Valorosi. Il 12 aprile 2019, il segretario del PD Nicola Zingaretti ha deciso “di commissariare la Federazione Regionale del PD dell’Umbria”, sostituendo Bocci, dimessosi per lo scandalo, con Walter Verini. A giugno 2019, la misura cautelare è stata revocata per Bocci, Duca e Valorosi. In un primo tempo, il gip aveva revocato gli arresti domiciliari per Barberini, che mantiene tutt’ora la carica di consigliere regionale, ma la procura di Perugia ha chiesto al tribunale del Riesame il ripristino della misura cautelare. Da qui a fine giugno 2019, la giunta regionale ha deliberato per cambiare il vertice di tutte le Aziende ospedaliere e USL dell’Umbria.

Dopo tutto questo uno si immagina quantomeno che il malfattore prendesse atto della realtà, invece no. Malgrado la mozione di sfiducia presentata da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Movimento 5 Stelle la Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini procede a dare dapprima le dimissioni volontarie, ma, colpo di scena, il consiglio regionale respinge la richiesta con 11 voti favorevoli e 8 contrari. Tra gli 11 voti a favore quello della Marini stessa, che di fatto ha permesso di raggiungere la maggioranza assoluta necessaria a far passare l’atto. Questo accade il 18 maggio. Il 20 maggio, però, la stessa Marini conferma le sue dimissioni pressata dalla dirigenza nazionale del partito.

Secondo un’impiegata coinvolta nello scandalo dei concorsi, “C’è un sistema di quote politiche. Basta avere un parente in grado di oliare i meccanismi giusti, o iscriversi a un partito o a un sindacato per passare (n.d.r. per vincere il concorso). Bisogna trovare uno sponsorTi dicono tutte le domande delle prove. Così giochi in vantaggio perché tu conosci le risposte, mentre gli altri, sfigati, devono studiare tutto”. Bisogna sperare che su 5 posti almeno 2 non siano per raccomandati, così si può concorrere per quelli”.

In conclusione si può facilmente affermare che l’Umbria rossa, roccaforte storica delle sinistre, dopo oltre un cinquantennio con il voto di ieri decade sotto i colpi di una crisi economica ma, anche, evidentemente, in seguito al tradimento di un sentimento profondo che il popolo umbro, da queste parti, non ha potuto davvero perdonare.

E che dire del Movimento Cinquestelle, che dopo il nuovo inizio governativo col Pd, ha scelto proprio questi luoghi per tentare l’azzardo di una rinascita, forse prematura, rispetto al contesto storico/attuale? Senza dubbio in linea generale, vista la democrazia parlamentare che non consente governi se non alleandosi con avversari storici e rivali difficilmente conciliabili, possiamo comprendere le difficoltà di unione e d’azione condivisa a livello regionale. Ma agli occhi di molti italiani è sembrato che il Movimento si alleasse in Umbria con il colpevole di tutti i misfatti, infischiandosene della vittima. Ma soprattutto dando un sensazionale esempio di sagacia politica e di tempismo! E l’impatto mediatico è quello che più conta, se si deve credere a Matteo Salvini.

Ovidio News