ovidio news
Giustizia: la Lega si mette di traverso per bloccare la riforma. Scontro in CdM Giustizia: la Lega si mette di traverso per bloccare la riforma. Scontro in CdM
“Per quale ragione la Lega ha fatto muro dopo che dai tecnici era arrivato un sostanziale via libera?” Questa la domanda di Alfonso Bonafede,... Giustizia: la Lega si mette di traverso per bloccare la riforma. Scontro in CdM

“Per quale ragione la Lega ha fatto muro dopo che dai tecnici era arrivato un sostanziale via libera?” Questa la domanda di Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia e regista della riforma presentata ieri notte in CdM.

Dapprima Salvini aveva dichiarato che si trattava di una riforma troppo blanda, per bloccarla senza lasciare al M5S la bandiera della giustizia uguale per tutti e senza spazio per gli azzeccagarbugli del rinvio ad oltranza del processo. Ma la scorsa notte, in consiglio dei ministri, la sua fida ministra della funzione pubblica, l’avvocato di Andreotti Giulia Bongiorno, ha bloccato tutto sulla durata del processo.

Gli elementi centrali della riforma Bonafede sono:

Inappellabilità delle sentenze: sentenze di proscioglimento per reati puniti con la sola pena pecuniaria o con pena alternativa, salvo che per alcune ipotesi del reato di lesioni personali colpose (anche in ambito sanitario) e per il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziaale etnica e religiosa; sentenze di condanna a pena sostituita con il lavoro di pubblica utilità; sentenze di non luogo a procedere nei casi del primo punto.

Durata delle indagini preliminari: basata sulla gravità dei reti: 6 mesi dalla data dell’iscrizione nel registro delle notizie di reato se le condotte contestate sono punite con la sola pena pecuniaria o con la pena detentiva non superiore nel massimo a tre anni (sola o unita alla pena pecuniaria). 1 anno e 6 mesi se si procede per i reati gravi (mafia e terrorismo, per esempio). Dureranno un anno in tutti gli altri casi.

Terza novità. Ssanzioni per i pm che non osservano le scadenze della chiusura delle indagini: in caso di «dolo o negligenza inescusabile» per i pm che non notificano l’avviso di chiusura delle indagini preliminari o non chiedono l’archiviazione entro 3, 5 o 15 mesi (la durata cambia a seconda della gravità dei reati contestati); per i pm che non depositano, una volta chiuse le indagini, la documentazione sulle indagini svolte.

Per il resto, la durata massima di un processo, dall’incriminazione alla Cassazione, Bonafede ha previsto un massimo di 9 anni, mentre la Lega chiede una massimo di 3 anni e 6 mesi (il che indica una volontà precisa di fermare tutto, dato che in tre anni e sei mesi avere rinvio a giudizio, primo grado, appello e cassazione significherebbe chiudere proprio i palazzi di giustizia per inutilità manifesta).

Infine, la Magistratura, nelle sue espressioni politiche organizzate, e strettamente legate ai partiti e a centri di potere coperti ma assai noti (fin dai tempi di Licio Gelli), si schiera compatta contro la riforma del CSM che prevede, per accedere ai ruoli di vertice un meccanismo di sorteggio (che affianca senza sostituire completamente il metodo elettivo) che toglie potere alle correnti organizzate.

Come c’era da aspettarsi è la riforma della Giustizia, più che scandali e scandaletti (o inutili tangentifici mascherati da grandi opere), a costituire il vero campo di battaglia fra una forza nuova come il M5S e una forza strettamente legata all’establishment economico e politico quale la Lega, che governa a livello locale con i vecchi alfieri del centrodestra berlusconiano, e vede molti suoi uomini alle prese con indagini per corruzione.