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Kim Jon-un: vivo, morto o x? Preoccupano le sorti del dittatore nord coreano per gli equilibri mondiali Kim Jon-un: vivo, morto o x? Preoccupano le sorti del dittatore nord coreano per gli equilibri mondiali
PECHINO, 27 APR. Il leader nordcoreano Kim Jon-un “è vivo e sta bene”: lo ha detto Moon Chung-in, advisor speciale sulla sicurezza nazionale del... Kim Jon-un: vivo, morto o x? Preoccupano le sorti del dittatore nord coreano per gli equilibri mondiali

PECHINO, 27 APR. Il leader nordcoreano Kim Jon-un “è vivo e sta bene”: lo ha detto Moon Chung-in, advisor speciale sulla sicurezza nazionale del presidente sudcoreano Moon Jae-in, ripetendo alla Cnn quanto detto a Fox News sulle speculazioni crescenti sullo stato di salute del supremo comandante.
Kim è assente da eventi pubblici da 2 settimane, incluso quello del 15 aprile dedicato al compleanno del nonno Kim Il-sung, mentre secondo la Kcna il 12 aprile il leader aveva presieduto un’importante riunione del Politburo il giorno precedente.
“La posizione del nostro governo è ferma”, ha aggiunto Moon, secondo cui nessun segnale inconsueto è stato rilevato al Nord.
Kim sarebbe stato operato al cuore il 12 aprile, ha riportato la scorsa settimana il Daily Nk, sito di informazioni sul Nord basato a Seul, e starebbe recuperando in una villa sul monte Kumgang. Da allora si sono moltiplicate le voci fino a ipotizzare il decesso o lo “stato vegetativo” per l’inserimento problematico di uno stent coronarico.

Il treno personale di Kim Jong Un è stato fotografato all’interno del compound di Wonsan, il resort utilizzato dal leader nordcoreano. Lo riporta il sito specializzato 38 North. L’avvistamento giunge mentre si infittisce il mistero sulla sorte di Kim, che da tempo non partecipa ad aventi pubblici, comprese le cerimonie celebrative per l’anniversario della nascita del nonno, lo scorso 15 aprile. Le immagini satellitari, riferisce 38 North, mostrano il convoglio ferroviario, «lungo circa 250 metri», fermo alla stazione del compound di Wonsan «almeno a partire dal 21 aprile». Il treno non compariva nelle immagini il 15 aprile, ma vi compariva il 23. La stazione del compound è «riservata alla famiglia di Kim?, sottolinea 38 North. 

Sebbene la presenza del treno «non dimostri dove si trovi il leader nordcoreano o fornisca indicazioni sulla sua salute, aggiunge sostanza alle notizie secondo le quali Kim si troverebbe in un’area riservata all’élite nordcoreana sulla costa orientale» del Paese, spiega il sito.

L’emittente Cnn nei giorni scorsi ha riferito che l’intelligence sa sta verificando le notizie di intelligence in base alle quali Kim sarebbe in «grave pericolo» dopo un intervento chirurgico. Tuttavia, le indiscrezioni sono state smentite sia dal presidente Usa Donald Trump che dalle autorità sudcoreane, che hanno riferito di non aver rilevato nulla di insolito in Corea del Nord. Kim, riporta l’agenzia sudcoreana Yonhap, potrebbe trovarsi a Wonsan per ragioni ignote.

La morte di Kim Jong un è un argomento di cui si è discusso molto poco negli ultimi tempi e probabilmente neanche il regime nordcoreano era preparato a questa eventualità. Kim potrebbe avere tra i 36 e i 37 anni, quando ha ereditato il potere ne aveva 26 o 27. Troppo giovane per governare, così si credeva nel 2011 quando il padre Kim Jong un è morto improvvisamente. Ma ora, a distanza di 9 anni, Kim appare troppo giovane anche per morire. Cosa potrebbe succedere in un paese come la Corea del Nord, dotato dell’arma nucleare, se dovesse venire a mancare il leader supremo? Non c’è un a risposta semplice a questa domanda perché in fondo a tutti gli attori coinvolti nella questione nordcoreana fa comodo il mantenimento dello status quo. Nessuno, inoltre, potrebbe aver pensato seriamente a un dopo Kim Jong un. Non lo ha fatto forse neanche l’élite politica nordcoreana.

Le uniche due notizie certe su Kim Jong un sono due. La prima: che Kim ha mancato l’appuntamento del 15 aprile, data simbolo per il Paese e deve aver avuto un motivo più che valido; la seconda, che le immagini via satellite hanno identificato il suo treno a Wonsan, una località turistica dove il regime testa i missili. Il resto sono voci, credibili, ma che necessitano di conferme ufficiali. 

Con un vuoto di potere la Corea rischia di collassare. Il regime, che ha fatto dell’arma nucleare una questione di sopravvivenza e uno scudo per continuare a esistere, cercherà di evitare a tutti i costi un collasso, trovando una figura che possa subentrare a Kim Jong un. Kim, del resto, appena ereditato il potere ha eliminato il numero due del regime, lo zio Jang Song Thaek. Un personaggio che gli aveva fatto da guida e da mentore ma che aveva mostrato troppa iniziativa, in particolare verso la vicina Cina, con cui la Corea ha avuto nel passato un rapporto che ha oscillato tra l’ammirazione e la sudditanza.

Con Kim i rapporti con la Cina erano conflittuali, almeno all’inizio. Successivamente, il giovane dittatore ha intuito quanto fosse utile a Pyongyang l’appoggio cinese e quanto potesse pesare questa carta nel negoziato con gli Stati Uniti. Ci sono teorie che ipotizzano un colpo di Stato gestito dalla Cina ma pochi pensano seriamente a un intervento cinese nel caso di vuoto di potere. Altre invece propendono per il passaggio dei poteri a Kim Pyong Il, un’altra figura che insieme alla sorella del dittatore viene indicata come suo possibile successore. Kim Pyong Il è il fratellastro di Kim Jong Il, il padre dell’attuale leader, ha 65 anni ed è tornato a casa lo scorso novembre dopo aver servito il paese come diplomatico. Soprattutto, Kim Pyong Il è un uomo e dunque più adatto alla leadership rispetto alla giovane principessa Kim. Su questo punto, qualora dovesse arrivare la conferma della morte di Kim, sarà importante osservare chi guiderà il corteo funebre, in genere è la persona che eredita il potere nei regimi autoritari. La Corea del Sud e gli Stati Uniti dal 1997 anno un piano per fronteggiare un ipotetico collasso del regime. Il piano OPLAN 5029, i cui dettagli sono segreti. Tale piano prevede una serie di ipotesi, tra cui anche le rivolte di massa contro la leadership. Il piano che esiste sulla carta ed è operativo, ma come scrive Asia Times, né Trump né il presidente sudcoreano Moon avrebbero agito per rispolverarlo.

Una Corea del Nord instabile è certamente un problema per gli Stati Uniti, i quali però hanno l’interesse di vendere armi ed equipaggiamenti militari ai propri alleati, in primis la Corea del Sud. Lo stato a Sud del 38esimo parallelo è l’obiettivo più probabile di un attacco del Nord, come il Giappone. Gli Stati Uniti non lo sono mai stati davvero. Anche il giovane Kim ha sempre saputo che un attacco agli Usa avrebbe significato la risposta immediata degli americani e la cancellazione del regime. Giappone e Corea del Sud, e gli eventi della scorsa estate lo hanno dimostrato chiaramente, hanno una relazione conflittuale per questioni che traggono origine dal passato coloniale, un groviglio difficile da districare. Cina e Russia, le due alleate della Corea del Nord, hanno un rapporto ambivalente e ambiguo, dettato dalla convenienza. Gli Stati Uniti con Donald Trump, invece, hanno fatto capire che volentieri farebbero a meno delle spese, onerose, che garantiscono la protezione militare ai vecchi alleati nel Pacifico. Ma sarebbe la Corea del Sud, il cui presidente progressista Moon ha spinto nuovamente verso la pacificazione con il Nord, a non essere pronta alla riunificazione, per il peso economico e sociale insostenibile e vista l’arretratezza del vicino. Alla Cina non conviene una Corea del Nord alleata degli Usa perché così Pechino perderebbe l’utilità di uno stato cuscinetto, quale è la Corea del Nord, e di certo non avrebbe piacere a gestire un’ondata di profughi in fuga verso il proprio territorio né sarebbe contenta di avere le truppe Usa alle porte di casa.

O.N.