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Il Referendum? un beffardo ma inutile pernacchio a un Parlamento inguardabile Il Referendum? un beffardo ma inutile pernacchio a un Parlamento inguardabile
Il referendum sul taglio dei parlamentari, che sarà stravinto dai Sì, arriva quando non potrà più avere effetto alcuno, se non il risparmio di... Il Referendum? un beffardo ma inutile pernacchio a un Parlamento inguardabile
L’ultimo sfizio, di fronte a una casta che non se ne andrà

Il referendum sul taglio dei parlamentari, che sarà stravinto dai Sì, arriva quando non potrà più avere effetto alcuno, se non il risparmio di un paio di caffè alla buvette. E quanto alla tesi che abbasserà il livello della democrazia, insieme al numero dei nostri ‘rappresentanti’, a nostro avviso ci vuole un bel coraggio a definire ‘rappresentanti’ la manica di yes men ed arrivisti che appena poggiato il delicato deretano sula poltrona, si scordano in tempo reale dei ‘rappresentati’ per dedicarsi a una mare di fatti loro.

Ma era stato correttamente pensato, il taglio, dal Movimento 5 stelle, insieme all’introduzione del referendum popolare propositivo senza quorum, che, se approvato, avrebbe comportato un’eccezionale sterzata del sistema italiano dalla democrazia parlamentare alla democrazia diretta.

La democrazia diretta che, modernamente intesa (quella svizzera, per capirci) non è come pensano i disinformati, fatta ‘solo’ di referendum. E’ anche formata da una serie di istituti che mettono gli eletti, i parlamentari, sotto il controllo diretto e costante degli elettori.

D’altra parte, il fallimento di Rousseau, che vede una partecipazione bassissima alle votazioni, anche importanti, dei (pochi) iscritti, ha posto una pietra tombale sull’idea di democrazia del web.

Resta dunque, appeso lì, questo beffardo taglio di parlamentari, come sberleffo alla ‘casta’, taglio di cui nessuno beneficerà, perché gli unici vincitori saranno sì i 5 Stelle, ma i ‘vecchi’ 5 Stelle, quelli che volevano cambiare il sistema. I “nuovi” 5 stelle, ben rappresentati dalle centinaia di eletti di quart’ordine (a loro in particolare dedichiamo il pernacchio), fanno ormai parte a pieno titolo di questo stesso sistema, e ci par di vederli con le lamette a tagliarsi le vene per la sicura rinuncia a un nuovo mandato parlamentare, con annessi 500.000 euro + spese pagate e investimenti camuffati da attività politica.

La vittoria schiacciante del Sì, attesterà beffardamente la stupidità di Di Maio, Grillo e compagnia cantante, che hanno buttato via un’identità populista ancora capace di attirare milioni di elettori, in nome di un governo in coabitazione con delinquenti e profittatori di ogni risma, di una mezza governabilità, e di un pugno di leggi che saranno ‘superate’ (ché ‘abrogate’ suona male) da quelli che verranno dopo di loro. E siccome il governo non gli bastava, hanno pure rilanciato per un’alleanza organica e totale con un pezzo di quel sistema che dicevano di voler abbattere (e avevano quasi abbattuto). Per la precisione, come diceva Di Battista, la ‘parte peggiore’, o come diceva Di Maio, col ‘partito di Bibbiano’, quello che sponsorizzava le ONG, i “taxi del mare” secondo l’attuale Ministro degli Esteri.

Buona vittoria, e si facciano sponsorizzare la campagna dalla Gillette, che fabbrica lamette molto affilate.

O. N.