ovidio news
D’Annunzio ed il suo rapporto con l’Architettura: presentazione a Roma del libro a cura di Raffaele Giannantonio D’Annunzio ed il suo rapporto con l’Architettura: presentazione a Roma del libro a cura di Raffaele Giannantonio
ROMA – “Gabriele d’Annunzio tra Estetismo ed Eclettismo” il volume curato da Raffaele Giannantonio, professore di Storia dell’Architettura nell’Università di Chieti-Pescara, per le edizioni... D’Annunzio ed il suo rapporto con l’Architettura: presentazione a Roma del libro a cura di Raffaele Giannantonio

ROMA – “Gabriele d’Annunzio tra Estetismo ed Eclettismo” il volume curato da Raffaele Giannantonio, professore di Storia dell’Architettura nell’Università di Chieti-Pescara, per le edizioni Ianieri di Pescara, sarà presentato domani, 20 novembre, alle 18, a Roma, a Palazzo Firenze, in un’iniziativa promossa dai Parchi Letterari e la Società Dante Alighieri. Il testo contiene scritti dello stesso Giannantonio, di Sabine Frommel e Steven Semes ,con Presentazione di Dante Arnaldo Marianacci.

Un’occasione culturale per ricomporre una parte di quella miriade di pezzi sparsi del caleidoscopico personaggio d’Annunzio, il Vate, l’Abruzzese che forse più di ogni altro condizionò il gusto e la moda del periodo in cui visse, praticando ogni sorta di sfaccettatura dell’estetica e delle sue concretizzazioni: spaziò infatti dalla gioielleria – suggerendo il nome ad esempio della abruzzese “presentosa” o facendo conoscere al mondo le “sciacquaje” gli orecchini a navetta tradizionali scannesi, o disegnando egli stesso dei pezzi pregiati poi realizzati dai migliori orafi italiani, come il milanese Federico Buccellati, il ” Mastro Paragon Coppella, come amava definirlo – alla sartoria, all’accessoristica, al design, alla scultura, all’arte del vetro a piombo, o del ferro battuto, firmando liquori o dolci come l’ “aurum” o il “parrozzo”. Insomma un personaggio debordante, che investiva della sua arte e del suo gusto personalissimi ogni campo possibile d’applicazione per così dire pratica, artistica, artigianale o industriale.

Ebbene il volume di Giannantonio, Professore di Storia dell’Architettura nell’Università di Chieti-Pescara, intitolata al protagonista dell’opera, sonda proprio il campo dell’architettura. Nella presentazione stessa del prezioso volume si legge: il rapporto tra Gabriele d’Annunzio e l’architettura è stato sinora analizzato o attraverso saggi che analizzavano specifici item oppure mediante pubblicazioni (una sola, in verità) che, pur estendendo l’analisi a molti dei campi d’interesse, escludevano i legami del Vate con l’ambiente architettonico di Pescara, la sua “piccola patria”, e in generale il suo viaggio nella città.

Il volume di Raffaele Giannantonio, ricollega e mette a sistema la massa magmatica fatta di ricordi, disegni, descrizioni, polemiche che rende l’universo-d’Annunzio unico anche in merito al particolare aspetto riguardante il suo amore per l’Architettura, riconosciuto ed apprezzato da Gustavo Giovannoni in una sua lettera del 1932 con la quale richiedeva al grande abruzzese un’”alta parola” per salvare l’Italia dall’”invasione di nuova volgarità” che si stava diffondendo nelle meravigliose città d’Italia.

L’opera di Raffaele Giannantonio, che va ad aggiungersi alla già notevolissima e pregevole produzione scientifica dello storico dell’architettura sulmonese, è pubblicata da Ianieri Edizioni di Pescara e presentata da Dante Arnaldo Marianacci, Presidente del Centro Nazionale di Studi Dannunziani, è suddivisa in temi stimolanti quanto spettacolari (Gabriele D’Annunzio e l’architettura, L’architettura di Roma Capitale, D’Annunzio e la casa, L’esperienza estetica della Guerra, D’Annunzio e la Città, D’Annunzio e Pescara: le ragioni di un’assenza) che scolpiscono a tutto tondo la controversa ed affascinante personalità del Vate nel suo tempo e nel suo mondo.

I due saggi di illustri studiosi stranieri: Steven Semes, Professor of Architecture at the University of Notre Dame School of Architecture (Gabriele d’Annunzio, Gustavo Giovannoni and the Defense of the Historical City) e Sabine Frommel, Directeur d’études – Histoire de l’Art de la Renaissance – à l’École Pratique des Hautes Études de Paris («…dont la vue les clouait d’admiration et d’envie au beau milieu des allées»: les interactions spatiales et leurs significations dans le roman français du XIXè siècle»), esaltano il respiro internazionale dell’opera rendendo ragione a quell’”età dell’oro” che l’Abruzzo visse a cavallo tra XIX e XX secolo con figure quali Michetti, Patini, Tosti, Barbella, i Palizzi, Scarfoglio, Ricciardi e lo stesso Croce.

M.D.D.