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Barriera antiplastica sul Tevere: un successo Barriera antiplastica sul Tevere: un successo
grande successo della barriera "acchiappa plastica" sul Tevere che ha intercettato quasi mezza tonnellata di rifiuti che non sono finiti in mare Barriera antiplastica sul Tevere: un successo

ROMA – Fra le molte notizie che non fanno scalpore ma che rappresentano cose buone fatte a Roma, emerge il grande successo della barriera “acchiappa plastica” che ha intercettato quasi mezza tonnellata di rifiuti che non sono finiti in mare. Sistemata a fine ottobre all’altezza di Fiumicino, la barriera, ha permesso in un solo mese di recuperare 460 chilogrammi di rifiuti  e di questi, in base ad un campione analizzato, è risultato che oltre il 46% fosse costituito da plastiche”. Non solo, perché le reti “montate sul lato fiume e sul lato sponda”, hanno permesso di recuperare anche altre immondizie di ogni genere. Ma vediamo come funziona il meccanismo:

le barriere sono due e sono lunghe rispettivamente 4 e 6 metri e riescono a coprire il 40% dell’ampiezza del fiume. Con le loro reti intercettano gli scarti che vengono portati in un’area di raccolta e da lì vengono riversati nei cosiddetti “big bag”. Questi borsoni vengono infine inviati alla Loas Italia, la società di Aprilia che, per conto del consorzio Corepla, ha il compito di recuperare gli scarti plastici. 

Il futuro delle barriere è però lontano da Fiumicino. La responsabile dei contratti di Fiume vorrebbe sperimentarne l’utilizzo, oltre che a ridosso del centro cittadino, anche sull’Aniene. Il secondo corso d’acqua del Lazio infatti, nel tratto urbano, intercetta molti rifiuti che poi, inevitabilmente, finiscono in mare. Ed una volta sminuzzati ed ingeriti dai pesci, entrano nella nostra catena alimentare. Sistemare l’acchiappa plastica anche sull’Aniene, quindi, sembra decisamente auspicabile. Per la salute del fiume, dell’ambiente e degli esseri umani che si nutrono di pesci.

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