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21 Maggio: si è svolta in tutto il mondo la “giornata del tè” 21 Maggio: si è svolta in tutto il mondo la “giornata del tè”
22 maggio 2020 Il mondo ha celebrato la Giornata Internazionale del Tè, per la prima volta promossa direttamente dalla FAO. Obiettivo: rafforzare la produzione... 21 Maggio: si è svolta in tutto il mondo la “giornata del tè”

22 maggio 2020 Il mondo ha celebrato la Giornata Internazionale del Tè, per la prima volta promossa direttamente dalla FAO. Obiettivo: rafforzare la produzione e il consumo di una bevanda che porta salute e di una coltivazione che porta sviluppo.  L’agenzia Onu per l’agricoltura e l’alimentazione dalla sua sede di Roma ha fatto sapere che la giornata è stata organizzata in parte per i benefici del tè per la salute, che si ritiene abbia proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, e anche come un modo per rafforzare le economie dei principali paesi produttori di tè, che si trovano prevalentemente in Asia e in Africa.

(Rai News)

A partire dal 2005 viene celebrata la Giornata Internazionale del Tè con l’India apri fila, a seguire Sri Lanka per poi diffondersi nel resto del mondo. Quattro anni fa, l’ONU ha spostato la celebrazione al 21 Maggio su proposta dell’India al gruppo intergovernativo della FAO – da quest’anno è la FAO stessa a promuovere l’evento. Perché questo cambiamento? Perché la stagione qualitativamente migliore della produzione di tè inizia proprio a maggio. L’istituzione della Giornata internazionale del tè ha lo scopo di accendere i riflettori sulle condizioni precarie e pessime dei lavoratori delle piantagioni affinché vengano migliorate e vengano imposti salari equi e certi, la sicurezza del lavoro e delle condizioni in cui viene svolto. Perché questa bevanda ambrata, che per noi assume riflessi romantici e fiabeschi, in realtà per milioni di persone sull’orlo della fame e della povertà rappresenta l’unica risorsa. Oltre a ciò, ha anche lo scopo di mostrare l’importanza commerciale del tè a livello globale in modo da fissare un prezzo equo in un commercio altrettanto equo.

Tuttavia, il Regno Unito festeggia il tè il 21 Aprile con eventi a tema nei salotti, tea rooms e la celebrazione del 15 dicembre si è progressivamente tramutata in una iniziativa commerciale in vista delle festività natalizie andando così a snaturare il vero scopo per cui era stata istituita. Oggi voglio cogliere l’occasione di farvi conoscere il tè sotto un altro aspetto, quello della cerimonia del tè nei vari paesi in cui viene celebrato. Partiamo certamente dal rituale british, il five o’clock tea: conosciamo tutti il tè delle cinque, nato diversi secoli fa allorquando gli inglesi, insieme agli olandesi, iniziarono a commercializzare la bevanda. Dapprima, il tè si configurò come una bevanda prettamente aristocratica servita in finissima e costosissima porcellana cinese e accompagnata da deliziosi biscottini. Col passare del tempo, e non meno importante per l’abbassarsi del prezzo, il tè divenne alla portata di tutti radicandosi così nel loro stile di vita. Passiamo al Giappone dove la cerimonia del tè prende il nome di “Cha No Yu” che tradotto vuol dire “acqua calda del tè”. Essa si basa sulla filosofia zen il cui concetto fondamentale è la ricerca della bellezza. Questo concetto traslato nel “Cha No Yu” fa sì che venga posta l’attenzione su tutto ciò che è bello: dall’ambiente che in quel momento ci circonda, dalla contemplazione della tazza di tè contenente il pregiatissimo Matcha. In Cina parliamo di “Gong Fu Cha” che è piuttosto il loro modo di preparare il tè. Consiste in un preparato iniziale assai forte che viene infuso più volte in modo da conoscere appieno tutti i sapori e le sensazioni che quel tè può darci. Dal Giappone alla Cina passando per il Tibet in cui è tradizione offrire il tè in occasioni importanti. Il bicchiere viene riempito fino all’orlo in segno di buon auspicio ma è tradizione che l’ospite non lo beva tutto in segno di gradimento e di volerne dell’altro. Se vai in Tibet quasi certamente berrai il tè al burro. Se è troppo forte puoi sempre andare nel vicino Pakistan e bere il tè al latte zuccherato. Approdando in Marocco il tè alla menta è un simbolo della cultura marocchina tanto che viene offerto come gesto di benvenuto e guai a rifiutarlo! A Marrakech, così come in altre parti del Marocco e più in generale del nord africa, puoi assistere al rito del tè in cui viene utilizzato il tè verde cinese Gunpowder, fresco e dissetante, miscelato con foglie di menta. Questa tradizione ha radici lontane ed è legata ai beduini che bevono questa bevanda per contrastare il caldo del deserto. La cerimonia prende il nome di “Atay Naa Naa” in cui il tè viene fatto bollire e lasciato riposare insieme alla menta nella teiera. Non berrete mai lo stesso bicchiere di tè dalla stessa teiera! Il sapore cambia bicchiere dopo bicchiere passando dal dolce all’amaro. Lo sapevate che in Russia il tè è importantissimo? Beh, il samovar ne è il simbolo. Quando si ritrovano tra amici o parenti, il samovar viene posto al centro del tavolo e, dopo averla fatta bollire, mantiene calda l’acqua. A parte, in una teiera, c’è il tè da cui ognuno prenderà una certa quantità da mettere nella propria tazza per poi versarci su l’acqua bollente del samovar. Infine la Turchia, in cui il “Çay”, ovvero il tè, è importantissimo. Anche qui ritroviamo qualcosa di simile al russo samovar chiamato “çaydanlık” che è composto da una teiera e, nella parte superiore, dal bollitore. Niente fine porcellana in cui gustarlo ma bicchieri di vetro a forma di tulipano che trattengono il calore e lasciano andare gli aromi. Bene, abbiamo viaggiato per il mondo alla scoperta dei diversi rituali ma ciò che ha davvero importanza è che il tè, in qualunque modo venga preparato e qualunque cosa venga aggiunta, rappresenta la convivialità e l’accoglienza insomma un gesto cortese e amorevole per stare insieme.

Anna Della Sabina