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Vincenzo De Bustis, ex AD di Deutsche Bank Italia e del Monte dei Paschi Siena, vecchio sodale di Massimo D’Alema, porta al crollo la Banca Popolare di Bari Vincenzo De Bustis, ex AD di Deutsche Bank Italia e del Monte dei Paschi Siena, vecchio sodale di Massimo D’Alema, porta al crollo la Banca Popolare di Bari
Sono solo una casta di parassiti, ma hanno la sfrontatezza di definirsi ‘classe dirigente’ 14 Dicembre. E venne anche il giorno della Banca Popolare... Vincenzo De Bustis, ex AD di Deutsche Bank Italia e del Monte dei Paschi Siena, vecchio sodale di Massimo D’Alema, porta al crollo la Banca Popolare di Bari

Sono solo una casta di parassiti, ma hanno la sfrontatezza di definirsi ‘classe dirigente’

14 Dicembre. E venne anche il giorno della Banca Popolare di Bari. Dove non poté la Xilella, dove non potè il TAP, dove non poté l’ILVA, poterono i banchieri. Sì, perché il crollo da un miliardo di debiti della più importante banca pugliese, giunto, per i non addetti ai lavori, quale fulmine a ciel sereno, rischia enormemente di trascinare con sé tutta l’economia barese e regionale. E occorre dire che i dirigenti della Banca sono stati bravissimi a mascherare la situazione, dato che anche fra i ‘competenti’ si parlava di un deficit al massimo di 200.000.000 di euro, che sono sempre tanti. Ma un miliardo, come direbbe Monsieur de Lapalisse… è molto di più.

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Vincenzo De Bustis

L’amministratore Delegato di Banca Popolare di Bari è il signor Vincenzo De Bustis, ex AD di Deutsche Bank Italia e di MPS. Un bel curriculum, niente da dire.

Anche perché inizia la carriera alla Banca 121 (Salento) di cui diviene direttore generale, ed è buon amico di Massimo D’Alema. Casualmente questa banca venne venduta al doppio del suo valore (come accertò una perizia) al Monte dei Paschi di Siena.

Già alla Banca 121 si distinse per operazioni interessanti, soprattutto per la Magistratura. Si legge sui giornali dell’epoca: “Sequestrati all’ex Banca 121 prodotti finanziari per 54 milioni di euro. Indagati 23 dirigenti: nei confronti di tutti si ipotizza il reato di truffa aggravata e continuata. Tra questi l’ ex direttore generale della banca del Salento e del Mps, Vincenzo De Bustis Figarola, ora amministratore delegato della Deutsche Bank in Italia.

Ma anche alla Deutsche Bank ebbe a che fare con casi piuttosto eclatanti su tutti la vicenda della bancarotta Parmalat. Alla BPB era già indagato per un’opaca vicenda di soldi arrivati da Malta: trenta milioni di euro di una società che ha un capitale sociale di… 1.200 euro. De Bustis è stato direttore generale della Banca dal 2011 al 2014, e alla BPB è tornato nel 2018 come amministratore delegato. Oggi, di fronte al disastro e poco prima del commissariamento, ha avuto il coraggio di accusare di gestione clientelare e poco accorta i suoi predecessori, contro cui ha chiesto e ottenuto dal CdA la procedura di responsabilità. Certo che lui di gestione clientelare di una Banca se ne intende.

Ma Banca d’Italia dov’era? La CONSOB dov’era? Per arrivare a un miliardo di buco, bisogna ben farne dioperazioni, diciamo così, spregiudicate. Per questo la dichiarazione di Di Maio che riportiamo, condivisibile sul piano formale, porta con sé alcuni interrogativi.

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Ignazio Visco, governatore di Banca d’Italia

Di Maio ha dichiarato: «Per noi ci sono 2 cose da fare prima di arrivare ad un decreto: vogliamo sapere da chi doveva sorvegliare cosa è emerso in questi anni. Quante sono state le ispezioni di Bankitalia negli ultimi tre anni? Cosa è emerso? Vogliamo sapere chi ha prestato soldi e a chi. La commissione di inchiesta sulle banche è ferma da un anno – scrive il Ministro degli Esteri -. Ancora bisogna eleggere il Presidente. È arrivato il momento di farlo. Quella commissione sono sicuro aprirà un vaso di Pandora. E non vediamo l’ora».

Bene, ma chi ha lasciato ai vertici di Banca d’Italia Visco, Rossi (un banchiere che ha avuto la spudoratezza di definire Keynes uno sciocco…) e i soliti noti? Chi, in ormai 18 mesi di governo, con gli uni e con gli altri, non ha saputo mettere in campo la commissione banche? Chi ha messo in un angolo Gianluigi Paragone, il senatore giunto a Palazzo Madama proprio per occuparsi di tutte le vicende bancarie?

Lanfranco Suardo, quadro apicale della Vigilanza di Banca d’Italia, è stato allontanato il mese scorso dal ruolo che ricopriva e destinato ad altro incarico. Accusato di ‘troppa benevolenza’ nei confronti di De Bustis e del suo agire è un capro espiatorio evidente, dato che il CV di De Bustis indica con certezza la sua abitudine a frequentazioni apicali.

Vi linkiamo una sua intervista rilasciata a Libero ai tempi della crisi del Monte dei Paschi.

https://www.liberoquotidiano.it/news/economia/11984053/pietro-senaldi-intervista-vincenzo-de-bustis-ex-ad-deutsche-bank-tedeschi-spregiudicati-sono-nostri-rivali.html

Capito il personaggiO?

Alla fine della fiera, Banca d’Italia commissaria la Banca Popolare, e il comitato ufficiale recita:

“Ai commissari Enrico Ajello e Antonio Blandini, assieme ai componenti del comitato di sorveglianza Livia Casale, Francesco Fioretto e Andrea Grosso, è stato affidato il compito di predisporre le “attività necessarie alla ricapitalizzazione” e di finalizzare le “negoziazioni con i soggetti che hanno già manifestato interesse all’intervento di rilancio”, cioè il Fitd e Mediocredito centrale. “La banca prosegue regolarmente la propria attività. La clientela può pertanto continuare ad operare presso gli sportelli con la consueta fiducia” è il messaggio tranquillizzante lanciato dalla banca.

E intanto un miliardo è sparito, e qualcuno l’ha, necessariamente, incamerato… e abbiamo detto tutto…

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