14 Agosto. E’ passato esattamente un anno da quel 14 agosto 2018, quando a Genova crollò uno dei ponti più importanti d’Italia, fondamentale per la viabilità di Genova e dunque frequentatissimo.
All’inziale incredulità, fece seguito, via via che le nostizie arrivavano, un senso di sgomento, di rabbia, e di orrore. Com’era possibile una cosa del genere? Arrivarono anche le immagini, la più emblematica quella del camion fermo sul ciglio dello strapiombo.
43 morti. Un ponte, si scoprì già nato male, perché i criminali delle tangenti e del profitto a tutti i costi non sono cosa degli ultimi anni, ma male antico di questo disgraziato paese. Costruito con materiali scadenti, collaudato allegramente soprattutto, questa l’accusa a Autostrade spa, mai mantenuto nella sua parte strutturale.
Era appena nato un governo nuovo, nuovissimo, con i due partiti populisti che avevano scalzato, così pareva, l‘ancien régime dei berlusconi e dei Renzi. Questo Governo promise punizioni esemplari per Società Autostrade e i Benetton.
In coincidenza col crollo del ponte, con perizie depositate che impongono di mantenere la promessa, a pochi giorni dalla revoca della concessione a questi signori, già preparata dal Ministro Toninelli, Matteo Salvini ritira l’appoggio al governo ed evita loro la perdita di un guadagno di centinaia di milioni di euro.
C’è di che pensare molto, ma molto male.