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Tutto il contrario di Tutto Tutto il contrario di Tutto
La regola più importante che si dovrebbe attuare il prima possibile è quella che non c’è. La premessa è proustiana ma il contenuto è... Tutto il contrario di Tutto

La regola più importante che si dovrebbe attuare il prima possibile è quella che non c’è. La premessa è proustiana ma il contenuto è popolare. Di tutte le minestre che uno stato propone alla gente manca sempre l’ingrediente saliente, quello che dà senso agli altri, non soltanto assecondandone il sapore ma, soprattutto, evidenziandone l’importanza, rendendo così un piatto mediocre un piatto eccezionale. E il piatto della politica di sempre è mediocre. Pieno zeppo di giustificazioni, scuse, carenze, inefficienze, inutilità, finte contrapposizioni. Spesso si decapitano le punte delle piramidi, ma le basi restano sempre e si ingrandiscono. Le basi sono il sistema, la burocrazia (come dicevamo nel precedente editoriale), l’incompetenza, la desolazione, il fuori luogo, il surreale che diventa logicità nelle tasche dei potenti. Basta mostrare al gregge dei contenuti dirottando gli sguardi su questioni senza importanza ma luminosi di gossip ed ecco che si perde di vista la realtà. Oppure massacrando una notizia fino a farla diventare propaganda.

Le basi: un dna velenoso che ormai ci scorre nelle vene da millenni. Le basi: iceberg sottomarini che mettono a rischio solo una piccola parte del loro corpo, perché il corpo deve sempre rimanere lo stesso, al sicuro. E le “rivolte” che di tanto in tanto nella storia si occupano di evidenziare tutte queste carenze ed ipocrisie, non scoprono mai i “malfattori” del sistema e se ci riescono vi si trasformano automaticamente. Come solitamente accade, una buona idea sulla carta trova difficile collocamento nella realtà, perché la realtà è una cosa molto semplice ma è una cosa seria. Nella realtà a seconda di come ti muovi sei dentro o fuori dal gioco della vita e non ci riesce nessuno a fare le cose semplici del tipo: fa freddo? Mi copro. Fa caldo? Mi scopro. E poi che altro… smettere di rubare perché rubi sempre a te stesso, smettere di uccidere perché uccidi sempre te stesso, se inquini, inquini anche il tuo orticello e così via. L’uomo non riesce proprio a comprendere che la gioia di un istante solitamente dura solo quell’istante e che poi ti rimane tutto il resto. E se non costruisci secondo le regole della realtà, soccombi. Una visione di così grande ampiezza eviterebbe in modo semplice questioni appena accennate come l’inquinamento: c’è tanto di sole, vento e acqua, non si dovrebbe usare il petrolio da trent’anni. Fa caldo? Ti scopri. Troppo semplice. Ci complichiamo l’esistenza trasformando in realtà virtuali cose che abbiamo a portata di mano e per non fare troppi sforzi intellettuali ci tagliamo le gambe piuttosto che rinunciare ad una comodità anche banale.

Il popolo invece di reagire si è sempre adagiato, nel bene e nel male nella comodità più facile, più immediata. E il sistema si è costruito su questa impalcatura, incorporando macerie esistenziali e complicazioni utili a sminuire il potenziale della mente. Il risultato sono rivolte sterili, che si spengono ancor prima di accendersi davvero. Le regole utili alla risoluzione di un problema non vengono appositamente inserite in politica: perché risolvere un problema vorrebbe dire essere uguali e l’uguaglianza annulla le elites.

Avvertenza: questo ragionamento non vuole confluire in idee inadeguate di assoluta uguaglianza fra gli uomini. Tutto il contrario di Tutto: la realtà è semplice anche in questo, perché se “un migliore” dovrà prevalere, le regole del gioco devono essere eque per una onesta competizione.

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