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Toto pagava e Renzi modificava le leggi a suo beneficio: scoperte le mail che provano la natura dei rapporti fra i finanziatori di OPEN e il segretario di Italia Viva Toto pagava e Renzi modificava le leggi a suo beneficio: scoperte le mail che provano la natura dei rapporti fra i finanziatori di OPEN e il segretario di Italia Viva
Chissà se gli incauti sapevano in che razza di letamaio si andavano a infilare. Certo che per i tanti nuovi aderenti al Partito dell’ex... Toto pagava e Renzi modificava le leggi a suo beneficio: scoperte le mail che provano la natura dei rapporti fra i finanziatori di OPEN e il segretario di Italia Viva

Chissà se gli incauti sapevano in che razza di letamaio si andavano a infilare. Certo che per i tanti nuovi aderenti al Partito dell’ex Presidente del Consiglio (mai ritiratosi dalla politica, nonostante le solenni dichiarazioni pre-referendum costituzionale) non deve essere piacevole trovarsi in stretta compagnia con qualcuno che, in tutta evidenza, ha mischiato allegramente politica e affari, fregandosene altamente del bene comune e utilizzando anzi il suo ruolo istituzionale (almeno a detta dei giudici Luca Turco e Antonino Nastasi, e di riscontri, difficili da neutralizzare anche mediaticamente) per arricchirsi.

E’ vero che non sarebbe neppure giusto scagliare la croce solo addosso a Matteo Renzi: troppo fresco è il ricordo dello scandalo dell’eolico che vide coinvolti i leghisti, troppo recenti e troppo gravi i retroscena delle concessioni ai Benetton, con le tragiche conseguenze che sappiamo.

Ma certo è la prima volta che ci capita di leggere mail del collettore di finanziamenti di un Presidente del Consiglio che fa esplicitamente la lista degli interventi legislativi da attuare in cambio delle centinaia di migliaia di Euro versate nelle casse del Partito (pardòn, della Fondazione… che secondo Renzi sarebbe tutt’altra cosa…).

Nel corso dell’ultima campagna elettorale, Alessandro Di Battista aveva denunciato la nuova pratica corruttiva, che non passa più attraverso le ‘mazzette’, ma attraverso le consulenze affidate agli amici fidati dei politici.

E la conferma che Di Battitsta avesse colto nel segno sta nella figura dell’Avvocato Alessandro Bianchi, consulente del Gruppo Toto, che segue per questo una trattativa col gruppo dei Benetton (trattativa cui si interessano anche Luca Lotti e il finanziere Carrai, stretti collaboratori di Renzi). Scrivono i giudici che “il netto del compenso che l’avvocato Bianchi ha ricevuto dalla Toto in relazione alla pratica è stato versato alla fondazione Open e al Comitato nazionale per il Sì al referendum costituzionale, circostanza che l’avvocato ha rendicontato all’onorevole Lotti con una lettera rinvenuta tra la documentazione della fondazione Open”. In cambio, gli uomini di Renzi avrebbero dovuto preparare, intanto, un primo emendamento favorevole a Toto, riguardante il differimento dei pagamenti dovuti da questo allo Stato.

Anche per quel che riguarda il famoso decreto ‘sblocca Italia’ abbiamo agli atti documenti che provano l’interessamento di Bianchi agli affari di Toto, olte ad altre norme riguardanti sempre i finanziatori di Open.

A fronte di tutto questo, Matteo Renzi continua nella sua polemica con i magistrati di Firenze. La sua difesa è che non essendo Open un partito ma una fondazione, i finanziamenti ricevuti sarebbero tutti leciti. Per noi umili cronisti questa è una questione di lana caprina, mentre per la Magistratura un Presidente del Consiglio al servizio di interessi privati e perciò lautamente ricompensato è una questione penale.

Franco Slegato