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Sul pratone di Pontida, alla Gran Festa del Tradimento Sul pratone di Pontida, alla Gran Festa del Tradimento
14 Settembre. Torna domenica la grande festa di Pontida, là dove i guerrieri di Alberto da Giussano dichiararono la loro resistenza a Federico Barbarossa... Sul pratone di Pontida, alla Gran Festa del Tradimento

14 Settembre. Torna domenica la grande festa di Pontida, là dove i guerrieri di Alberto da Giussano dichiararono la loro resistenza a Federico Barbarossa e la nascita della Lega Lombarda.

Il Nuovo Capitano, colui che negli auspici dei vecchi militanti leghisti avrebbe dovuto essere il degno successore, in linea diretta, di Umberto Bossi e di Alberto da Giussano, arriva all’appuntamento appesantito da molti chili di mangiate romane, l’occhio ingiallito per i troppi mojto dell’estate, e un’incontenibile rabbia in corpo per essere stato giocato dal bibitaro terrone, da quel Luigi di Maio che dopo aver subito colpi di ogni genere dalla campagna elettorale permanente del Capitano, invece di indossare l’abito dell’agnello sacrificale ha ribaltato il gioco, accettando un’alleanza in apparenza del tutto innaturale col Partito Democratico. Operazione compiuta sotto lo stimolo e l’occhio vigile dell’unico, vero capo carismatico del Movimento Cinque stelle ovvero Beppe Grillo.

Matteo Salvini è indubbiamente molto amato dalla sua curva e grazie alle sue posizioni nazionaliste e anti-immigrati può oggi contare probabilmente sul sostegno di un 30% degli italiani votanti, cioè più o meno di 1 italiano su 5, molto, ma forse non abbastaza per pretendere i “pieni poteri”.

I tifosi di Pontida indossano una maglietta, con il suo volto e la scritta “di lui mi fido”.

Ma hanno ragione di fidarsi?

Domani, a Venezia, ci sarà un’altra manifestazione, organizzata da GRANDE NORD, l’organizzazione politica nata da una costola della Lega quando questa ha ‘smesso’ la scritta “nord” dal suo simbolo, e ha definitivamente accantonato la lotta “per l’indipendenza della Padania” (che era poi la sua stessa ragion d’essere) per ripiegare su una (apparentemente) banale richiesta di autonomia regionale per Lombardia e Veneto.

Bene, i sostenitori del GRANDE NORD affermano “Pontida con il tricolore.
Un perfetto ossimoro”,
e ritengono senza mezzi termini Salvini un semplice traditore.

#vergognasalvini è il loro hastag.

Sembra difficile dargli torto: accantonare il progetto di indipendenza della Padania e la semplice parola NORD ha trasformato il movimento fondato da Umberto Bossi in un partito nazionalista, tradendone completamente le radici. E questo è il primo tradimento.

Il secondo tradimento l’ha compiuto, il Capitano, nei confronti degli elettori (se non dei suoi alleati di CD) quando, dopo le elezioni del marzo 2018 ha deciso di fare, da solo, il governo col M5S, lasciando gli amici all’opposizione. L’elettore di CD che era convinto di votare per un bel governo liberale e liberista, si è così ritrovato in pieno populismo, sostanzialmente socialista, con una serie di provvedimenti a favore dei ceti popolari e delle fasce povere della popolazione, ossia quelli che nell’immaginario del CD sono i ‘fannulloni’ che non apsettavano altro che il Reddito di cittadinanza per spaparanzarsi sul divano.

Il terzo tradimento è quello nei confronti degli elettori del SUD. E’ vero che la Padania non sarà mai indipendente, è vero che i sogni romantici a base di acqua del Po trasportata nelle ampolle sono morti… ma la Lega è comunque il partito degli industriali del Nord, e la visione nazionalista di Salvini è quella classica, che dall’unità a oggi ha considerato il sud come colonia interna e i meridionali come sottosviluppati cronici (dopo averli spogliati di tutte le loro ricchezze e delle migliori risorse umane)

A questo tradimento, il Capitano, che evidentemente non riesce a mantenere la parola data neppure per sbaglio, ha aggiunto quello nei confronti dei nuovi alleati pentastellati e populisti, con cui aveva giurato di ribaltare il sistema filo-europeo e di costruire in 5 anni di governo un’Italia nuova, più libera, più giusta e più forte.

Appena ha visto che poteva capitalizzare il consenso raggiunto proprio grazie a questa alleanza, che ne aveva ripulito l’immagine berlusconiana degli anni precedenti, il Capitano lo ha fatto e ha buttato a mare il governo. Solo che mentre Grillo indicava ai suoi la scialuppa di salvataggio, lui non è riuscito a scendere dalla nave, ed è affondato con quella.

Grande Nord non ha remore a definire traditore Salvini, che considera semplicemente un opportunista assetato di potere.

“La Lega ha scelto per calcolo di voltare le spalle al territorio che l’ha generata, ha utilizzato il mantra dell’autonomia per conservare l’elettorato nordista, ha promesso una riduzione delle tasse trasversali per tutti i ceti produttivi, poi ha virato sulla politica dell’uomo forte, ogni giorno ministro di qualcosa. Il governo della rabbia, delle minacce, dei toni bellicosi, delle paure rinnovate, dell’Europa arcigna da demolire con la forza delle destre nascenti e con quelle oggi oscurate dai social. Non è casa mia. Non è il partito che merita il Nord.

La suicida politica economica che voleva farci uscire dalla moneta unica, rispedirci indietro di un quarto di secolo con un tracollo economico indescrivibile dopo che il Nord mitteleuropeo lavora, esporta, vive nell’euro con l’est, l’ovest, il nord del vecchio continente, è servita a isolare l’Italia e a chiudere le porte del dialogo che oggi, al di là delle valutazioni politiche sul nuovo esecutivo, viaggiano già su corde diverse”.

Insomma, la fama di traditore che lo precede non è stata ancora in grado di scalfirne del tutto il gradimento, pompato a dismisura da un sistema mediatico che vedeva in lui un freno alla ‘furia’ antisistema del M5S: ma, direbbe qualcuno, bisogna dare tempo al tempo…

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