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Strategie oltre la crisi di Governo: cosa pensano gli elettori del Pd? Strategie oltre la crisi di Governo: cosa pensano gli elettori del Pd?
Crisi di Governo e strategie, cosa ne pensano gli elettori del Pd? Giallo e verdi si stanno affrontando sui social a suon di foto... Strategie oltre la crisi di Governo: cosa pensano gli elettori del Pd?

Crisi di Governo e strategie, cosa ne pensano gli elettori del Pd? Giallo e verdi si stanno affrontando sui social a suon di foto taroccate nelle quali Salvini implora Di Maio e i Cinquestelle si stanno affrettando a cancellare tutti i loro dossier d’insulti nei confronti del Pd che da dieci anni a questa parte affollano le loro bacheche. Da un sondaggio emerge che fra tutte le accuse indirizzate ai “rossi sempre più rosa” manca solo l’imputazione d’aver fatto crocifiggere Gesù. Anche se, come ci dice qualcuno, erano vicini a trovare le prove. Non solo, anche internamente le divisioni sono profonde: M5S vuole Conte Premier. La Lega attende, disposta pressoché a qualsiasi cosa (pare siano pronte un milione di magliette gialle con su scritto “I Love Giggino forever”). Il Pd non vuole Conte. Ma gli elettori del Pd che dicono?

Partiamo dalla fine. Nello stato confusionale generale in cui uomini di partito, elettori e affezionati di Mentana (i quali ormai credono di vedere “Beautiful” o qualche programma disumanizzante della De Filippi) stanno vivendo l’ennesima crisi di governo, i più frastornati sono quelli di Centrosinistra. Abituati ad essere l’amante tradito, infatti, avevano con un certo disappunto, cominciato ad entrare nell’ordine di idee che i Cinquestelle fossero il nemico, che fossero incapaci, inesperti, dannosi e perfino pazzi, ma dentro di loro lo sentivano che le cose di sinistra, gli unici a farle, erano proprio i grillini. Adesso sono in attesa, gli elettori del Pd, come se, uscendo dalla nebbia mediatica cominciassero ad intravedere la possibilità di fare per davvero cose di sinistra. E restano in silenzio combattuti fra le visioni divine e le tentazioni del diavolo che continua imperterrito a pensare solo a se stesso.

La Lega è la parte più in difficoltà. Quando la parabola diventa discendente, e tu nel frattempo non sei riuscito a realizzare i tuoi progetti ambiziosi e soprattutto ti trovi in un paese che ti scarica come niente fosse alla prima occasione, allora ti illudi e pensi di poter ritornare ai bei tempi, quando avevi in pugno la situazione e per un attimo ti eri sentito il padrone.

I Cinquestelle sono in imbarazzo. Soprattutto l’elettorato, buona parte del quale, piuttosto che unirsi al Centrosinistra sarebbe favorevole al voto. Il rischio è di essere spazzati via da un Centrodestra in calo ma non troppo, tanto che se le elezioni fossero autunnali si potrebbe andare incontro ad una maggioranza assoluta. Motivo per il quale le parti minori del Centrodestra supplicano il voto. Il discorso politico è probabilmente tutto qui, anche se ci sono sfumature importanti: in effetti, se dopo le elezioni del 4 marzo, il Movimento5S aveva perso quel consenso di Centrosinistra, quello deluso dal Pd, ma certamente non disposto ad unirsi alla Lega, ebbene, adesso il discorso potrebbe essere capovolto. E quello che il Movimento perderebbe dividendosi dalla Lega, lo potrebbe trovare molto più abbondante di quello che pensa fra le braccia del Pd. Una parte di quel Pd che vorrebbe trovare finalmente una rotta di pura sinistra, senza quel compromesso d’interesse a più livelli di derivazione eurobancaria e d’alta finanza che ha spaccato il partito in troppe fazioni litigiose.

Ma agli occhi degli elettori, tutti, deve risultare chiaro il concetto di contratto. Non ci sono più alleanze possibili di questi tempi, anche all’interno dei partiti stessi. Bisogna mettere nero su bianco le cose importanti da fare e avere la serietà di portarle avanti davvero. Quindi niente “inchiostro simpatico” sui tabelloni di Bruno Vespa.

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