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Senato: il grande partito unico degli affari conferma, la TAV si farà… Senato: il grande partito unico degli affari conferma, la TAV si farà…
Quindi, con una media di 180 voti favorevoli contro 110 contrari (M5S + LEU + il solitario Tomaso Cierno, ex giornalsita e attualmente senatore... Senato: il grande partito unico degli affari conferma, la TAV si farà…

Quindi, con una media di 180 voti favorevoli contro 110 contrari (M5S + LEU + il solitario Tomaso Cierno, ex giornalsita e attualmente senatore del Paritto Democratico) le sei diverse mozioni sulla TAV hanno certificato la rottura fra Movimento 5 Stelle e Lega, e l’iscrizione ufficiale di quest’ultima al Grande Partito Unico degli Affari…

Non c’erano dubbi che questo succedesse, ma all’osservatore neutrale fa un certo effetto vedere leghisti e piddini scambiarsi cortesie e voto sulle mozioni che relegano in un angolo il Movimento Cinque Stelle.

Pure, la vicenda può essere vista da un’altra angolazione. Il Movimento 5 stelle che non vuol far cadere il governo, e dunque da il via libera a Conte perché accetti il diktat della UE e di Macron, ma poi cerca di capitalizzare una sconfitta evidente sul piano politico, mpostrando plasticamente la propria diversità rispetto a un sistema che vede nella TAV (Tangenti A Valanga?…) un’occasone da non perdere. Occasione di tangenti, di affari, di guadagni enormi.

Il dibattito ha toccato punte di ridicolo impensabili, con senatori che recitavano ancora la storiella del corridoio Lisbona-Kiev (che non esiste più da tempo) che evocavano terribili crisi economiche e pendolari sul lastrico se la Grande Opera Strategica non sarà finalmente avviata, in un’Italia ormai tagliata fuori dai commerci internazionali…

Si è superato un tizio di Forza Italia, che ha rimproverato i senatori pentastellati di usare il freccia Rossa per raggiungere Roma, invece del “disastrati treni regionali”. Ha detto proprio così, i “disastrati treni regionali”, e il vostro cronista non credeva che si potesse giungere a tali vette di nullità morale, intellettuale e politica. Già, perché i senatori 5 Stelle avevano chiesto e stavano chiedendo a gran voce che i soldi dell TAV vengano spesi per opere utili ai cittadini, e dunque per le disastrate linee interne.

L’intervento del senatore Cerno, l’unico sussulto di dignità di un emicilo terrorizzato dall’idea di tornare al voto eppure tronfio del proprio ruolo di servo (riccamente pagato, individualmente e in quanto forze politiche) di interessi economici tutti schierati ‘a difesa della propria celebrazione’: Cerno ha semplicemente ricordato che la TAV fu decisa negli anni ’80 da Andreotti, e che tanta di quell’acqua è passata allora sotto i ponti da renderla oggi manifestamente inutile. Ha dunque dichiarato di votare a favore della mozione 5 Stelle, e questo gli ha regalato i loro applausi e i mugugni inviperiti dei suoi compagni di partito.

Alla fine del suo intervento, lo zombie che si aggira per il Senato, quello che si è ritirato dalla politica dopo la sconfitta nel referendum (giusto?) gli si è avvicinato per appuntargli sul bavero una spilletta del M5S.

Lui, proprio lui che, come ha ricordato il senatore Patuanelli nel suo intervento, è stato per anni contrario all’inutile spreco della linea veloce Torino-Lione.

Come può tenere un governo in cui da una parte sta un Movimento tenacemente avversario del Grande Partito Unico degli Affari, e dall’altro una Lega che ne è diventata il principale alfiere?

Lo sapremo nel corso della prossima puntata.

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