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Roma e gli strumentalizzatori del fascismo Roma e gli strumentalizzatori del fascismo
A Roma, come in tutta Italia, da qualche tempo decine di migliaia di persone hanno cominciato a manifestare contro l’obbligo del green pass, un... Roma e gli strumentalizzatori del fascismo

A Roma, come in tutta Italia, da qualche tempo decine di migliaia di persone hanno cominciato a manifestare contro l’obbligo del green pass, un ricatto con cui lo “stato farmaceutico” sta imprigionando migliaia di lavoratori con la paura di perdere il lavoro. Se il certificato non è obbligatorio ma non puoi andare a lavorare, al cinema, a teatro o in discoteca, di ricatto si tratta; ricatto che, naturalmente, ha portato moltissimi indecisi a rischiare conseguenze gravi per non rinunciare alle più basilari libertà.

E’ incredibile la faccia tosta con la quale la maggior parte della politica, appecoronata intorno a Draghi, continui a vendere questo fatto incostituzionale con motivazioni legate al contrario del suo significato, usando il concetto di libertà. In pratica devi vaccinarti, tamponarti e avere il certificato verde, non tanto per te stesso, ma per difendere gli altri. Al di là del fatto che resta un bel mistero la questione di una vaccinazione all’85% che metterebbe ancora a rischio qualcuno: se quasi tutti sono vaccinati e s’incontra qualcuno non vaccinato chi è che rischierà qualcosa? Quest’ultimo al limite, non mettendo dunque a rischio la comunità. Sarà forse la prova tangibile che i vaccini non sono ancora efficaci?

Ad ogni modo, non vogliamo entrare nella polemica che tutti i santi giorni si compie in ogni programma di approfondimento (o sprofondamento, per meglio dire) ma vogliamo dedicare il nostro pensiero ad un fatto particolare che viene sottolineato da chi domina la comunicazione, la stampa e le televisioni. Vorremmo, infatti, che tutti gli elementi siano evidenziati per rendere al lettore una possibilità di comprensione critica e attiva e non solo passiva. E noi altri, che di fascismo, nazismo e totalitarismi non siamo più abituati da un settantennio, non avendoli nemmeno vissuti, ci chiediamo perché ad ogni tafferuglio che avvenga nel nostro paese i provocatori e colpevoli di atti violenti siano identificati come squadristi fascisti. Ma anche se codesti delinquenti fossero fascisti in procinto di riprendere il potere, cosa che ci appare francamente fantascientifico, come mai questo argomento, ripreso e approfondito da tutti i programmi, tende ad adombrare una piazza con diecimila pacifici manifestanti? Perché i due fatti vengono messi sullo stesso piano come se non fossero cose diverse? Ci sono dei “neo fascisti”, più che altro casinisti violenti e imbecilli, molto noti alle forze della polizia che approfittano di determinate situazioni per devastare la città. Ma perché sono ancora in giro se si conoscono nomi cognomi e, soprattutto, se alcuni di loro hanno già subito restrizioni per le quali non hanno il permesso di partecipare alle manifestazioni?

Evidentemente questi delinquenti sono propedeutici alla bisogna del Governo di distogliere l’occhio dello spettatore o del lettore dalla piazza stracolma di persone: gente normalissima con tanto di figli in braccio che chiede una cosa molto semplice, di non essere costretta a precauzioni curative sperimentali. Metodi non sicuri che, secondo loro, non offrono nessuna certezza né nel presente tantomeno nel futuro, soprattutto se pensiamo ai più giovani, “costretti” a vaccinarsi contro un virus che non li uccide e spesso nemmeno “li ammala”.

La strumentalizzazione dunque, ci sembra evidente, perché uno Stato democratico dovrebbe essere molto più preoccupato di un pubblico così enorme che manifesta, e discuterci seriamente, piuttosto che distogliere l’attenzione su quattro scalmanati che basterebbe arrestare e, soprattutto, trattenere.

Mirko Mocellin