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Perché i medici di base non sono nella condizione di effettuare i tamponi ai loro pazienti Perché i medici di base non sono nella condizione di effettuare i tamponi ai loro pazienti
Negli ambulatori dei medici di base non ci sono le condizioni che possano garantire le norme di sicurezza. Paradossalmente, potrebbero diventare centri di diffusione... Perché i medici di base non sono nella condizione di effettuare i tamponi ai loro pazienti

Negli ambulatori dei medici di base non ci sono le condizioni che possano garantire le norme di sicurezza. Paradossalmente, potrebbero diventare centri di diffusione del contagio.

Già in una dichiarazione rilasciata nel marzo 2020 al quotidiano “Il Messaggero”, il presidente della Federazione Nazionale Ordine dei Medici Anelli aveva preso posizione, si dichiarava contrario e metteva in guardia sugli eventuali pericoli. Ne riportiamo un passaggio.

L’indicazione del Comitato tecnico scientifico (Cts) di «estendere l’uso dei tamponi a tutto il personale sanitario più esposto e dunque a rischio, anche senza la presenza di sintomi – spiega Anelli – non è rispettata dalla grande maggioranza delle Regioni, tranne poche eccezioni come il Veneto. Ma i medici devono poter lavorare in sicurezza, sapendo di non essere contagiati per non diventare a loro volta strumenti di contagio. Invece i medici in prima linea continuano a morire e questa situazione è inaccettabile». [1]

In questi ultimi tempi, il governo, o chi per esso, sta prendendo in considerazione di far eseguire i tamponi ai medici di base.

Le posizioni sono diverse all’interno della categoria dei medici, da una parte il sindacato più “allineato” FIMMG è favorevolissimo a far eseguire ai suoi affiliati tutto ciò che il governo impone.

A fare da contraltare il sindacato SNAMI, con il presidente Angelo Testa che afferma: “… sulla volontarietà abbiamo mantenuto ferma la nostra pregiudiziale. Non è possibile che ci sia una costrizione mentre il comparto vive un aumento esponenziale dei carichi di lavoro e la maggior parte degli studi è inidonea all’effettuazione di una prestazione laboratoristica a rischio”.

Salvatore Santacroce (SNAMI) partendo dall’esclusione dei sindacati del “no” dai tavoli per gli accordi regionali che indicheranno chi deve vaccinare e chi può (bell’esempio di esercizio della democrazia), afferma: “È incostituzionale, sancisce la dittatura assoluta della FIMMG e la impugneremo”.

Incalza ancora:

“Ai pompieri si insegna che in casi di emergenza il primo a doversi mettere in sicurezza è l’operatore. Noi lavoriamo oggi 11 ore al giorno, aderendo all’accordo saremo chiamati ad aggiungere del tempo per una prestazione che, ad esempio, io non so fare e non mi spetterebbe; non solo, la sua effettuazione mette a rischio la sicurezza mia e dei miei pazienti; come il pompiere che resta tra le fiamme non può più salvare nessuno, se io medico di famiglia divento positivo al Covid-19 – anche solo asintomatico – lascio 1500 pazienti a piedi per due settimane. In una regione come la Lombardia, dove i sostituti non si trovano, 100 medici positivi su 8 mila vogliono dire 150 mila pazienti che non possono continuare a curarsi con il Servizio sanitario per qualsiasi cosa. …Il tampone a domicilio, poi, tutti voi avrete visto come ci si deve bardare per effettuarlo, in quanti si deve essere per vestirsi, svestirsi, sanificare l’auto. La maggior parte degli studi non offre gli standard di sicurezza. Il segretario Fimmg, nel perorare l’obbligo ha affermato di non poter permettere che la medicina generale appaia poco incline all’impegno in periodo di epidemia. Evidentemente è abituato a frequentare studi che hanno bisogno di fare i tamponi per dimostrare di esistere». [2]

Noi diamo ragione al sindacato SNAMI, infatti, negli ambulatori dei medici di base non ci sono le condizioni che possano garantire le norme di sicurezza. Paradossalmente, potrebbero diventare centri di diffusione del contagio. Ciò è facilmente intuibile grazie al fatto che nelle USCA e nei drive in vengono messe in atto misure di sicurezza (per il personale e per gli utenti) che negli ambulatori è di difficile attuazione.

Non prendiamo in considerazione le esternazioni di Zaia, in quanto le consideriamo solo farneticazioni di cui dovremmo accertare meglio il contenuto, ma soprattutto l’orario e la composizione del pasto effettuato in precedenza.

M. G. (medico di base)

[1] https://www.ilmessaggero.it/italia/coronavirus_medici_morti_24_ordine_tamponi-5128645.html

[2]http://www.ordinemedicifc.it/2020/10/29/tamponi-mmg-obbligati-e-senza-standard-di-sicurezza-le-ragioni-di-chi-dice-no/