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Per la serie, sabato allegro: di cosa si muore in Italia. Non di Coronavirus Per la serie, sabato allegro: di cosa si muore in Italia. Non di Coronavirus
Visto l’ambaradan degli ultimi giorni ed essendo sensibili all’argomento, in questo periodo, non abbiamo potuto che pensare con più frequenza alla morte. Forse sarà... Per la serie, sabato allegro: di cosa si muore in Italia. Non di Coronavirus

Visto l’ambaradan degli ultimi giorni ed essendo sensibili all’argomento, in questo periodo, non abbiamo potuto che pensare con più frequenza alla morte. Forse sarà l’obiettivo di chi ha generato tutto questo caos epidemico, direbbero i complottisti, oppure dipenderà dal fatto che il mondo sta cominciando il suo lento ed inevitabile declino, direbbero i più pessimisti, com’è come non è, malgrado il rischio di essere infettati, è stato piacevole negli ultimi giorni non fare nessuna fila dal dottore, in banca, al supermercato e così via. Perché il popolo fra i tanti suoi enigmi antropologici è bravissimo a radunarsi in massa per qualcosa apparentemente di imperdibile così come pure a scomparire per motivi di inversa natura.

E così, perfino la banalità dell’ineluttabilità della morte, risale i cornicioni e si dispone dispettosa fra le nostre posate, i nostri baci e perfino i nostri abbracci. L’altro giorno sono andato dal medico e mi è sembrato di entrare in uno di quei laboratori tipo “virus letale” di quei film specializzati in pandemie distruttive. E d’impatto cercavo di trovare, rispettosamente, un impeto pauroso dentro di me, ma niente da fare, il lato comico dei “contrari” del medico/astronauta che avevo di fronte ha avuto la meglio. Per fare conversazione, infine, mentre il medico sospettoso digitava le ricette (ero sprovvisto di attrezzatura anti virale), ho chiesto dove si poteva acquistare la mascherina col filtrino, che imperiosa gli avvolgeva il viso, il tutto in un impeto di condivisione fraterna sul destino ultimo della razza umana.

Tornando a casa, ormai rincuorato dal mio travestimento comico, mi son detto che era davvero ingiusto sto fatto che il Coronavirus si fosse impossessato di tutte le modalità di morte. Allora sono andato a cercare un po’ di dati ISTAT sulle cause di morte in Italia. Del resto ognuno è libero di passare il fine settimana come vuole. I dati sono vecchiotti, del 2012, ma per l’obiettivo del nostro editoriale vanno più che bene.

Il primo dato allarmante ma fino ad un certo punto (il lato comico non mi abbandonava) è che la popolazione sta diventando sempre più anziana. Non è certo uno scoop ma il dato interessante è che, essendo più anziana, è più facile che muoia, e pure su sto annuncio non prenderemo il Pulitzer.

In Italia muoiono circa 600/650mila persone l’anno, circa 95 persone ogni 10mila abitanti. Si muore soprattutto per malattie ischemiche del cuore (come l’infarto), che solo nel 2012 hanno causato la morte di almeno 75mila persone. Seguono le malattie cerebrovascolari con oltre 61mila morti e altre patologie che interessano il cuore con più di 48mila morti.

Le 15 principali cause di morte nel 2012 sono state:

1. Malattie ischemiche del cuore (12,2%)
2. Malattie cerebrovascolari (10%)
3. Altre malattie del cuore (7,9%)
4. Tumori maligni della trachea, dei bronchi, dei polmoni (5,5%)
5. Malattie ipertensive (5,1%)
6. Demenza e malattia di Alzheimer (4,3%)
7. Malattie croniche delle basse vie respiratorie (3,6%)
8. Diabete mellito (3,5%)
9. Tumori maligni del colon-retto (3,1%)
10. Tumori maligni del seno (2%)
11. Tumori maligni del pancreas (1,7%)
12. Tumori maligni del fegato e dei dotti biliari intraepatici (1,6%)
13. Malattie del rene e dell’uretere (1,6%)
14. Tumori maligni dello stomaco (1,6%)
15. Influenza e polmonite (1,6%)

Ora, se sommiamo le percentuali arriviamo al 65,4%, quindi adesso non so dirvi come sono morti tutti gli altri, ma noto che la statistica non si occupa di incidenti, suicidi, e morti non per malattia; ma vediamo uno schema dettagliato:

morti-istat

Ecco il dato interessante: sono morte 9.734 persone a causa dell’influenza e della polmonite (l’anno in questione è il 2012). Quindi come si può facilmente considerare e visti i dati statistici sulla frequenza di mortalità da Coronavirus quest’anno siamo al di sotto della media.

La rilevazione dei dati delle sindromi influenzali (InfluNet) è iniziata, come di consueto nella 42esima settimana del 2019 e terminerà nella 17esima settimana del 2020, salvo ulteriori comunicazioni legate alla situazione epidemiologica nazionale.

Nella 8a settimana del 2020, il numero di casi di sindrome simil-influenzale continua a diminuire dopo aver raggiunto il picco stagionale nella quinta settimana del 2020. Il numero di casi stimati in questa settimana è pari a circa 572.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 6.196.000 casi. Quindi pur aggiungendo a questi dati quelli del Coronavirus resteremmo sotto la media:

dai dati finora disponibili emerge che la stagione 2019-2020 è stata caratterizzata da un periodo iniziale di bassa incidenza, che si è protratto fino alla fine di dicembre 2019, e da un intensificarsi dell’attività virale con l’inizio del nuovo anno. Nelle prime settimane del 2020, infatti, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è aumentata progressivamente fino al raggiungimento del picco epidemico nella quinta settimana del 2020, con un livello pari a circa 13 casi per mille assistiti, valore che colloca la stagione in corso a un livello di “media intensità”.

Sinceramente dal “Regalvirus” mi aspettavo qualcosa di meglio… staremo a vedere cosa accadrà e se riuscirà ad esser degno della fama che lo ha preceduto.

Un buon Weekend di docce fredde a tutti

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