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Nuova svolta politica a Sulmona: Di Masci si sfiducia da solo Nuova svolta politica a Sulmona: Di Masci si sfiducia da solo
SULMONA – La crisi politica assume tinte grottesche. Come scritto ieri sera: Giunta ricostituitasi, al suono della tromba dell’unità per evitare il Commissariamento. Una... Nuova svolta politica a Sulmona: Di Masci si sfiducia da solo

SULMONA – La crisi politica assume tinte grottesche. Come scritto ieri sera: Giunta ricostituitasi, al suono della tromba dell’unità per evitare il Commissariamento. Una giunta “di responsabilità” come l’abbiamo chiamata, dopo lo smantellamento della precedente Giunta di “salute pubblica”, a colpi di bastone del capo mazziere Di Masci.

Detto che la motivazione politica oltre che quella di evitare il Commissariamento sarebbe cementata da un rinnovato credo nel progetto “politico” e che questo progetto politico non è cambiato di una virgola da quello precedente (sfiduciato) poiché il sindaco, come più volte ha ribadito, con la nuova giunta intende “portare a termine tutto quanto in essere”, la situazione degli incastri che hanno portato alla nuova Giunta, non è semplice da capire ma proviamo a fare la cronaca:

Caduta, dunque, la precedente Giunta per motivi “politici” di sottrazione di appoggio dei suoi principali sostenitori (Gerosolimo e Di Masci), accade che il sindaco non ci stia a farsi dimettere e punta i piedi; minaccia, numeri alla mano, di farsi una Giunta del Sindaco pescando anche nella minoranza, fra i detrattori dei due capi cordata suddetti e pronti a contrattare con il sindaco i 4 assessorati lasciati vacanti dai due sottrattori di fiducia: dimissionari Biagi (vice sindaco e dimasciano), Fasciani (gerosolimiano), Tirimacco (dimasciano), Mariani (gerosolimiano). A contrattazioni appena annunciate tutto però si blocca, infatti ecco che, spaventato forse da una presa di potere e di un’autonomia che si profilava all’orizzonte dell’ex proprio sindaco, Gerosolimo ci ripensa e chiede udienza al sindaco. Questa, nella sua benevolenza, come una materna regina ben consapevole di avere ora lo scettro del suo potere, lo ascolta e giudica più conveniente perdonare i figlioli esuberantelli e li riaccoglie a corte alle sue condizioni. Dunque Gerosolimo (la coalizione dei cosiddetti civici) ridà fiducia al sindaco poco prima sfiduciato nei fatti e paga pegno e al posto delle precedenti due poltrone ne ottiene solo una (il riconfermato ex dimissionario Mariani).

Ora viene il bello, ma che dico, l’esilarante di questa grottesca commedia:

Ferma restando la fedelissima Cozzi, a chi andranno gli altri tre assessorati vacanti, ora che il sindaco ha virato la barra del suo timone, interrotto le contrattazioni con la minoranza, perdonato i bricconcelli e riammessi a corte? Dunque, dunque, fatti du’ conti si siede sul trono e dà udienza. Si avanza Di Rienzo che, come uno dei tre re magi, adorante porta incenso: un nome per un assessorato in cambio dell’appoggio che darà. E sì perché, per dichiarato amor di patria, “un commissariamento è da scongiurare”, si è staccato dal fratello maggiore (Di Masci) e si dichiara pronto a far da stampella (spaccatura interna alla neocorrente dimasciana, estromessa dal PD). Il sindaco, dà un colpetto di scettro sulla sua spalla e acconsente, incassa un assessore, nomina il direnziano, Luigi Di Cesare, e una fiducia per la sua maggioranza in fieri.

Restano ancora due poltrone: avanti un altro. Chi mai sarà? Sotto mentite spoglie un Di Masci ghignante avanza e, com’è come non è, la butta in caciara: propone due nomi, la dimasciana dichiarata Marina Bianco e il neodimasciano-fauciano Zavarella (già gerosolimiano). Non è un barbatrucco, quello deve ancora venire.

Ma restiamo alla Giunta: il sindaco, soddisfatta, annuncia alla città gli assessori e la sua nuova Giunta di responsabilità; ribadisce che il progetto politico è “IL MEDESIMO” (cioè nulla è cambiato, solo il sottile gioco interno dei poteri, n.d.r.) e che ora deve solo condurlo in porto.

A parte la sorpresa del pallottoliere che vede politicamente accresciuto il peso dei dimasciani o criptodimasciani (tre assessori secchi) e la diminuzione del peso di Gerosolimo (un solo assessore) in cambio del ritorno della maggioranza in appoggio al sindaco.

La sceneggiata per così dire politica non è finita qui. Mentre tutti avevamo tirato la linea del ricostituendo nuovo Consiglio Comunale, chi in maggioranza (gerosolimiani), chi astenuto (Di Masci), chi in minoranza (i restanti altri), ecco il colpo di scena:

Sono felice della ricomposizione della Giunta, ma è chiaro che io al prossimo consiglio del 18 gennaio (sic!!!) voterò a favore della mozione di sfiducia perché è chiaro che non posso far parte di questa maggioranza”.
Dieci punti esclamativi non darebbero conto della sensazione di delirio politico in corso, della contraddizione palese in una tale dichiarazione. Con queste parole, infatti, Di Masci, in un’intervista apparsa oggi su rete8*, ci sta dicendo, con il suo “ci sto ma non ci sto”, che ha preso il timone della nave e mentre il sindaco, festante si era ritirata nelle sue stanze, ecco che fa quello che gli pare e imprime una virata da mal di stomaco.

Ci domandiamo, da sulmonesi dotati sì di senso di ironia ma quando è troppo è troppo: “Di Masci chiede ed ottiene tre assessori e il 20 febbraio (sì perché il Consiglio voterà la fiducia il 20 febbraio e non il 18 gennaio, ahilui!) sfiducerà non solo il sindaco ma praticamente i suoi stessi assessori???

A tutto c’è un limite, crediamo: soprattutto alle prese per i fondelli di uno che appare confuso anche sulle date dell’agenda politica ma che non rinuncia a voler fare cocciutamente il timoniere, quando sarebbe tempo ormai di farsi da parte.

Ovidio News

* Intervista a Di Masci, rete8 https://www.youtube.com/watch?v=Yvo2HWjCYZc&feature=share