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Non un atto razziale ma un tentato suicidio quello di Sadio Camara, in queste ore la confessione. Meet Up Grillo: siamo vicini a Sadio come a un fratello Non un atto razziale ma un tentato suicidio quello di Sadio Camara, in queste ore la confessione. Meet Up Grillo: siamo vicini a Sadio come a un fratello
SULMONA – Un gesto di sconforto quello di Sadio, per sua stessa ammissione, come si evince dalle indagini condotte e portate a termine da... Non un atto razziale ma un tentato suicidio quello di Sadio Camara, in queste ore la confessione. Meet Up Grillo: siamo vicini a Sadio come a un fratello

SULMONA – Un gesto di sconforto quello di Sadio, per sua stessa ammissione, come si evince dalle indagini condotte e portate a termine da Daniele L’Erario e consegnate al Sostituto Procuratore Iafolla. Sadio ha ammesso di aver ceduto alla sofferenza che in quei giorni si era impossessata di lui ed è per questo che si era sferrato un fendente che lo aveva ferito gravemente. Trasportato da Sulmona ad Avezzano ed infine all’ospedale di Pescara era stato sottoposto ad un lungo intervento che gli salvò la vita.

E quello che ci auguriamo, è che Sadio, malgrado le difficoltà imposte da una condizione spesso insostenibile, quella dell’immigrato, possa trovare una sua serenità in terra straniera. Perché la storia di Sadio è simile a quella di migliaia di bambini, ragazzi, uomini e donne che sono costretti ad allontanarsi dai propri paesi in cerca di una qualche sopravvivenza altrove, è la storia angosciosa di chi amputa le proprie radici, di chi saluta per sempre i propri cari e s’incammina verso una direzione sconosciuta, lontanissima e senza nome.

Il meet up pentastellato sulmonese è uscito questa mattina con un comunicato nel quale accusa, come già aveva fatto questa estate, tutti coloro che aveano inteso strumentalizzare un episodio che era apparso a chi s’era informato veramente, un fatto legato al disagio non dovuto ad un atto razziale. In occasione dell’episodio erano infatti partite a Sulmona varie manifestazioni anti razziste sullo sfondo del volto di Sadio, un ragazzo sofferente ma non vittima di violenza altrui.

Vogliamo essere vicini a Sadio come fratelli” afferma il Meet Up, “e non soltanto come un paese che ospita uno straniero, abbandonandolo a sé stesso e gli saremo vicini cercando di capire come aiutarlo davvero, con l’ascolto, condividendo le sue sofferenze e facendole un po’ nostre, perché è questo l’unico modo di crescere e migliorare. Scambio e condivisione, per fargli sentire che anche un paese lontano può diventare la sua casa”.

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