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18 Agosto. La vulgata della Seconda Guerra Mondiale racconta di un Pietro Badoglio che tradisce nel luglio 1943, dopo il voto del Gran Consiglio... Matteo Badoglio

18 Agosto. La vulgata della Seconda Guerra Mondiale racconta di un Pietro Badoglio che tradisce nel luglio 1943, dopo il voto del Gran Consiglio del Fascismo che defenestra clamorosamente Mussolini.

Ma la Storia non racconta questo. il Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio, pupillo di ‘Sciaboletta’ (Vittorio Emanuele III, cosiddetto perché nano), fu in realtà in stretto contatto con gli Alleati sin dall’inizio della Guerra, e motu proprio o per conto di Sciaboletta si mise letteralmete a disposizione di Roosevelt per far cadere il fascismo e così terminare la guerra nel più breve tempo possibile, ovviamente con la resa incondizionata dell’Italia. Dato che oltre a Badoglio numerosissimi alti ufficiali di esercito, Marina e Aviazione, oltreché numerosi gerarchi erano in contatto con i servizi segreti inglesi, si capisce bene come le possibilità per Mussolini di vincere la guerra fossero, sin dall’inizio pari a zero.

Qiando nel marzo del 2018 nacque il governo giallo-verde, battezzato da Luigi Di Maio il Governo del Cambiamento, la vulgata raccontò di due populismi alleati contro la casta e il sistema. Il populismo senza sfumature del Movimento 5 Stelle, e il populismo di destra della Lega, incarnato da un Matteo Salvini rapidamente ripulitosi dal passato Berlusconiano, ed anzi esaltato dai suoi per aver affrancato la Lega dal retaggio Padano e dalla sudditanza ai biechi europeisti del Cavaliere.

Ma non era così. Esattamente come Badoglio, Salvini è rimasto in stretto contatto col nemico, e non aveva la benché minima intenzione di abbattere la Casta, di cui invece ha continuato a far parte a pieno titolo. Un occhio un po’ “scafato” come si dice a Roma avrebbe colto rapidamente i segnali, a partire dall’intimità con Denis Verdini, il plenipotenziario massone da lui assiduamente frequentato per via della relazione con la figlia Francesca. Il caso Siri-Arata che poneva in luce la totale indifferenza per la questione mafiosa, con il paradosso che un Ministro degli Interni nominava responsabile ambiente della suo partito un uomo in contatto con il capo della Mafia. Ma il dato politico più importante era il continuo tentativo di delegittimare il Movimento 5 Stelle con l’accusa ripetuta come un mantra di essere questo il ‘partito del no’, accusa amplificata dai giornali e dalle tv di regime che sognavano il crollo del governo odiato dai poteri forti.

Matteo Badoglio fin dall’inizio era pronto al ribaltone, i suoi contatti con Fratelli d’Italia e Silvio Berlusconi, lungi dal limitarsi, come sostenuto, alle questioni regionali e locali, miravano a rovesciare i rapporti di forza, tanto interni al CD quanto interni al Governo. Quando la temutissima legge di riforma della Giustizia e della Prescrizione è arrivata a un passo dall’essere approvata, e dunque la Vittoria del M5S antiCasta è stata a portata di mano, Matteo Badoglio, pressato dagli amici degli amici ha deciso di staccare la spina. I sondaggi lo gratificavano e non sembrava potessero esserci ostacoli particolari alla realizzazione del suo piano originario: elezioni, maggioranza di CD e addio ad ogni prospettiva di cambiamento: un lungo inverno fatto di corruzione a gogò, carta bianca agli inquinatori (trivelle, TAV, inceneritori, e vai col liscio…) grandi e inutili opere, rinnovo di concessioni… ecco fatto.

Ma a volte la storia si ripete, a volte no. Mentre le truppe Cinque Stelle e Piddine erano pronte al suicidio in nome del Volere del Popolo (vuoi le elezioni? benissimo, andiamo al giudizio popolare), un popolo instupidito e manipolato dalla polemica sull’immigrazione, cavallo di battaglia vincente per distacco di Badoglio, pardòn di Salvini, si è di colpo materializzato Beppe Grillo che, si è capito poi, vegliava nell’ombra affinché i suoi pupilli non esagerassero con le cazzate.

Ma quale elezioni? Si cambia maggioranza e per una volta Badoglio trova un Badoglio più Badoglio di lui. Triplo salto mortale in stile George Orwell, “contrordine compagni” stile Peppone e Don Camillo… in fondo col Partito democratico si può governare, Renzi è un simpatico Bomba e la Boschi. diciamolo, è proprio una gran topa. Quanto al programma, vedremo, un contratto in 10 punti si può fare anche con Belzebù, figuriamoci con Del Rio.

E questa volta Badoglio è servito.

Il seguito alla prossima puntata.

Ovidio