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Marsica. Biogas a Collarmele, a che gioco giochiamo? Marsica. Biogas a Collarmele, a che gioco giochiamo?
Centrale biogas a Collarmele: tra ambientalismo pecoreccio e sindrome nimby si prosegue a caso. Di Gianluca Ranieri Dopo il si della conferenza di servizi... Marsica. Biogas a Collarmele, a che gioco giochiamo?

Centrale biogas a Collarmele: tra ambientalismo pecoreccio e sindrome nimby si prosegue a caso. Di Gianluca Ranieri

Dopo il si della conferenza di servizi e la presentazione allla commissione dei chiarimenti richiesti, da parte della Biometano Energy, il processo autorizzativo della centrale per la produzione di biometano da impiantare nel comune di Collarmele dovrebbe essere ormai quasi concluso. Nel frattempo, un’altra società, la Make Energy soc. agricola srl (che pare non sia affatto agricola) ha iniziato l’iter autorizzativo per installare un impianto dello stesso tipo sul territorio del comune, sul quale già insiste l’impianto della Think Eco Agri. La fiction comunque non sembra essere terminata ed ha suscitato numerose polemiche, violente invettive, ha alimentato lo sdegno di alcuni cittadini costituitisi in comitato e ha fatto da palcoscenico anche ad un nutrito gruppo di personaggi che ormai da anni offrono uno stravagante spettacolo di colorita ignoranza che poco ha a che fare con il bene del territorio e con la difesa dell’ambiente.

Aldilà delle speculazioni e delle polemiche proviamo a guardare cosa è successo negli ultimi mesi riguardo a questa vicenda, cercando di comprendere perché 9 volte su 10, le scelte della politica regionale (e nazionale) non collimino con i desideri e le speranze della popolazione che abita e vive il territorio.

Ovviamente, come ogni volta che si parla di impianti di smaltimento, di qualunque genere siano, c’è sempre parecchia gente che sale sulle barricate, perlomeno sempre più di quelli che uno si aspetterebbe: una reazione comprensibile, perché nessuno, nemmeno quelli a cui dell’ambiente non importa assolutamente nulla, vuole sentire la puzza o sopportare il fastidio causato dagli affari altrui. Per cui diventa difficile capire con uno sguardo superficiale, se chi protesta stia effettivamente cercando di difendere il territorio da un’aggressione pericolosa, o sia solo preda di un attacco della sindrome nimby1. In questa disamina, volendo rimanere neutrali, partiremo dal presupposto che chi protesta lo faccia per un giustificato motivo.

Tuttavia va notato che il sindaco di Collarmele, il quale oggi si scaglia contro la centrale ed i suoi effetti nefasti, aveva accordato il suo sostegno, ed il patrocinio del comune, all’evento organizzato a maggio 2017 dal Consorzio Ecogas, proprio a Collarmele. In quell’Evento, venivano divulgati i vantaggi ecologici ed economici del biogas nonché le sue possibili applicazioni e l’utilità di incentivarne la produzione, in sostituzione dei combustibili fossili, in un ottica di riduzione delle emissioni di gas serra. Sembrerebbe dunque una logica conseguenza che poco tempo dopo siano divenute addirittura tre le società produttrici di biogas insediate o in procinto di insediarsi sul territorio del comune: avranno pensato di trovare un ambiente favorevole alle loro attività.

D’altra parte, è anche vero che la produzione e l’utilizzo del biometano può offrire indubitabili vantaggi, sia dal punto di vista della lotta al riscaldamento globale, che del recupero di risorse in un ciclo integrato. Il metano prodotto dalla digestione anaerobica di biomassa (di tutta la biomassa, quindi in particolare da quella derivante dai residui delle produzioni agricole e zootecniche ma anche dai residui alimentari domestici) può essere usato come fonte di energia, mantenendo sostanzialmente costante lo scambio tra l’anidride carbonica emessa e quella fissata dalle piante nel loro processo di crescita. Inoltre poiché il metano è il più potente dei gas serra, lo stesso metano, emesso dalla decomposizione di quegli stessi residui direttamente in atmosfera, avrebbe effetti molto più dannosi dell’anidride carbonica derivante dalla sua combustione, quand’anche questa non rientrasse nel ciclo fotosintetico. Infine, la decomposizione anaerobica consente di recuperare altre sostanze utili, come lo zolfo, e produce un digestato residuo che è in sostanza compost. Che la produzione di biogas sia in armonia con un miglioramento della qualità dell’aria a livello globale è quindi un dato di fatto.

Stante questo, le controdeduzioni degli ambientalisti e dei contestatori locali si sono indirizzate altrove. Ciò che si contesta, infatti è che l’impianto sia: “superfluo e ridondante per il territorio della Provincia dell’Aquila essendo già in funzione e autorizzato l’impianto di compostaggio ACIAM di Aielli, a meno di 2 km e mezzo dal sito dove dovrebbe sorgere quello nuovo, che già soddisfa il fabbisogno di trattamento della frazione organica e del verde, così come da Piano Regionale Gestione Rifiuti” (sic.). Altro nodo critico sarebbe costituito dalle ripercussioni sul traffico nella zona per l’inadeguatezza della viabilità locale e l’aumento del traffico veicolare pesante causato dalla movimentazione delle matrici in ingresso e in uscita dall’impianto. Viene inoltre contestata la presenza di un analogo impianto di produzione di biogas nelle vicinanze e le criticità ambientali relative alla qualità dell’aria, alle emissioni odorigene, alla vulnerabilità della falda, all’impatto acustico, nonché la scarsa compatibilità con gli strumenti pianificatori vigenti.

Naturalmente, nel frattempo, qualcuno ha scavato negli affari della società proponente, che chiaramente è in questo affare per guadagnare il più possibile, per cui non meraviglierà nessuno scoprire che si tratti di una spv di altre società, anche estere, e parzialmente commiste tra loro.

Ora, ammettiamo che il sindaco di Collarmele si sia accorto troppo tardi di aver commesso, diciamo così, una leggerezza, e che si sia convinto dell’innata pericolosità dell’impianto. Tuttavia le dichiarazioni dei sindaci di Pescina, San Benedetto e dello stesso sindaco di Collarmele, lasciano perplessi.

Analizziamone alcune: il loro significato e la loro utilità all’interno del sistema:

“Molte sono state le nostre osservazioni riguardo al bilancio energetico, al bilancio economico e alle a problematiche di natura ambientale legate alla realizzazione dell’impianto che però non hanno convinto l’ente decisorio a bloccare il progetto o a rinviare la seduta.”

L’ente “decisorio” non si è convinto… e quindi secondo il dichiarante l’ente decisorio sbaglia o è in malafede, in entrambi i casi non è in grado di soddisfare le richieste dei cittadini.

“Il 4 settembre il comune di Collarmele ha prodotto una delibera di Consiglio (in fase di pubblicazione) che mi autorizza ad adottare tutte le misure necessarie a tutela della salute pubblica e il benessere dei cittadini: credo che a breve anche i consigli comunali di Pescina e San Benedetto faranno proprio quest’ordine del giorno deliberando in tal senso. Convocheremo, insieme agli altri sindaci, una conferenza stampa per spiegare ai media e ai cittadini tutte le criticità connesse alla realizzazione di questo impianto”

La legge nazionale e quella regionale, nonché le procedure autorizzative non sono sufficienti secondo il dichiarante a tutelare la salute pubblica.

“Una decisione che era nell’aria in quanto nelle precedenti conferenze di servizio, che si erano tenute di fronte a organismi politici, si era capito che la Regione, nella persona della dott.ssa Flacco, era propensa alla realizzazione dell’impianto. E’ prevalso l’aspetto tecnico sulla volontà politica.”

A quanto pare l’aspetto tecnico “ha prevalso”… Ma non è quello che ci si aspetta che succeda quando si affida una decisione ad una procedura tecnica?

“Di questo problema erano stati informati gli organi politici della Regione, soprattutto l’assessore Imprudente, e quindi si sarebbe potuto delocalizzare altrove l’impianto, in un territorio diverso da quello indicato dai proponenti. Non è stata presa una posizione politica lasciando l’intera decisione ai tecnici: non è stato assolutamente tutelato un territorio nel quale, tra qualche anno, ci saranno tre centrali nel raggio di appena un km.”

Si doveva prendere una decisione politica? Per quale motivo i proponenti avrebbero dovuto accettare di cambiare la localizzazione dell’impianto? i terreni non erano già stati acquistati?

“Questa è una tipologia di impianto che non può stare vicino ai centri abitati.”

Quindi la legge che disciplina la localizzazione di questi impianti va modificata

“in conferenza dei servizi non capisco perché qualche dirigente regionale abbia voluto appoggiare questo progetto. Dirigenti che avevano in precedenza notificato un verbale di preavviso di diniego a questo progetto perché confliggeva con la misura Md3. Cosa è capitato dal giorno in cui c’è stata questa conferenza con questo verbale ad oggi? Come si è potuto ribaltare quel Preavviso di diniego? Non credo qualche paginetta banale senza nessuna contestazione possa aver sortito tutto questo grande effetto. Forse qualcuno si è mosso dietro le quinte: pensar male e sbagliato ma spesso ci si indovina!”.

E qui non faccio ulteriori commenti… Tanto non servono.

Da questa storia nessuno esce bene, tutti si danno da fare per alimentare una gran confusione con la speranza cavalcare l’onda del malcontento, un po’ come capita, in maniera casereccia ed arruffata, ci si arrabbatta alla meno peggio con il solo scopo di tirare l’acqua al proprio mulino… E come al solito finirà a tarallucci e vino.

Gianluca Ranieri

1“Not In My BackYard”, letteralmente: Non nel mio giardino. Ovvero, fai quello che vuoi, purché tu non lo faccia dove puoi darmi fastidio.