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Madrine e Regine. Facciamo un po’ di Giostragossip Madrine e Regine. Facciamo un po’ di Giostragossip
Quello del testimonial, si sa, è un ruolo fondamentale cui affidare un evento da veicolare. L’Associazione Giostra Cavalleresca di Sulmona da qualche anno si... Madrine e Regine. Facciamo un po’ di Giostragossip

Quello del testimonial, si sa, è un ruolo fondamentale cui affidare un evento da veicolare. L’Associazione Giostra Cavalleresca di Sulmona da qualche anno si è lambiccata le meningi per trovarne sempre di validi ed efficaci. Chissà se confortati da studi sui feedback riguardanti l’efficacia pubblicitaria dell’evento estivo sulmonese di maggior grido, in ogni caso molto si è confidato in questa figura quasi mitologica della Madrina, punto di coagulo, almeno nelle intenzioni, della bellezza e straordinarietà della Giostra Cavalleresca, edizione moderna.

Nel venticinquennale della sua rinascita vogliamo allora ricordare con un breve excursus la qualità di queste scelte negli anni a partire dal 2013, data alla quale occorre rifarsi per la geniale trovata di individuare una testimonial femminile. Anziché indire un partecipativo concorso fra le bellezze locali, si scelse di attingere più che altro al mondo dello spettacolo, per individuare una madrina propiziatrice delle fortune dell’agone medioeval-rinascimentale oltre i ristretti confini della nostra valle peligna:

Dunque: nel 2013 è Annalisa Minetti, (no tranquilli, non stiamo parlando della pirellona Nicole ma della cantante e atleta) ad incedere con grazia nel corteo storico e a presiedere alle giornate dei cavalieri in lizza.

Nel 2014 la madrina si trasforma, con la bacchetta magica della revisione storica, in Regina Giovanna d’Aragona poiché qualcuno si è ricordato che nelle cronache documentali della Giostra Cavalleresca, la suddetta feudataria di Sulmona, avuta in dote matrimoniale la nostra città, nel 1484 scriveva una lettera raccomandando di non eccedere in spese e fasti per feste e pali a suo dire futili e vani. Data la pomposità del titolo, in barba però ad ogni suo dettame di “ristrettezze”, l’Associazione pensa bene … di “allargare” se non altro le misure e sceglie Anna Falchi, che dopo le ribalte degli anni precedenti stava vivendo un momento di appannamento di carriera.

Nel 2015 Il ruolo viene affidato a Raffaella Fico, soubrettina presenzialista e grande riempitrice di pagine dei rotocalchi rosa.

Nel 2016, con un ripensamento etico-estetico, viene prescelta l’ambasciatrice australiana in Italia, Louise Madeleine Smith che, in abiti storici da gran dama non sfigura ma certo dà l’idea di una beltà sommessa.

E allora ecco che nel 2017 si torna alle forme nostrane e appariscenti con un’esuberante Maria Grazia Cucinotta, attrice di riconosciuta mediterranea bellezza.

Nel 2018 l’Associazione invece pensa bene … di “dilatare a dismisura” la regalità con un over size di prestanza fisica di tutto rispetto: fu prescelta così la monumentale Marini, la Valeriona nazional popolare… chissà, forse il suo vaghissimo accento sardo avrà ricordato quello aragonese dell’illustre regina da impersonare!

E arriviamo a questa edizione del 2019. Il venticinquennale è una data importante. La Regina quest’anno plasticamente si riduce e assume taglie non più giunoniche sebbene si propenda per un passaggio dalla straripante eccedenza di forme a quella in altezza e così la prescelta è la stangona ed istrionica Simona Ventura, presentatrice brava ed eclettica ma che di eleganza regale mastica poco e non ne ha certo fatto il suo punto di forza. E anche in questo caso ci si domanda: “Ma che ci azzecca?”.

Resta infine l’irrisolto enigma: la Giostra ottiene qualche reale ritorno in termini economici e turistici da queste soubrette e donne di spettacolo? Qualcuno dell’Associazione si è messo a fare i calcoli della convenienza di investimenti pubblicitari di questo tipo? Madrine e regine costano care. Ma in fondo ci pensano i finanziatori.