ovidio news
M5S su Rousseau: PD o voto? M5S su Rousseau: PD o voto?
Non sappiamo esattamente quale sarà il quesito preciso su Rousseau e come sarà articolato, ma la domanda nasce spontanea: cosa pensano gli “iscritti” di... M5S su Rousseau: PD o voto?

Non sappiamo esattamente quale sarà il quesito preciso su Rousseau e come sarà articolato, ma la domanda nasce spontanea: cosa pensano gli “iscritti” di questo imminente accordo col PD? Noi ci limiteremo a spiegare i contenuti politici delle due risposte possibili.

Facciamo innanzitutto una prima distinzione fra “iscritti” e “attivisti” del M5S. L’iscritto può essere chiunque, o quasi. Ti iscrivi aspetti sei mesi e voti. Gli attivisti, che sono ormai una minoranza rispetto agli iscritti generici, sono una cosa diversa e, rappresentano attualmente, la vera grande spaccatura all’interno del Movimento. La denuncia degli attivisti, soprattutto quelli storici e non eletti, è quella di esser stati vittime di una distanza generata da chi, raggiunti i luoghi del potere, ha perso di vista gli ideali, la storia e i presupposti del Movimento. Ma torniamo alle due scelte e vediamo cosa succederà.

Prima scelta. Votare no al PD. E’ la scelta più immediata, più lineare, più di pancia e meno politica, ma siamo sicuri che sia coerente? Facciamo ancora un passo indietro: il 4 marzo 2018 Il M5S del 33% si alleò contrattualmente con la Lega del 17%. Il PD aveva preso il 18% ma aveva chiuso subito le porte ad un accordo. Fine dei giochi. A quel punto o si ritornava al voto ricreando sostanzialmente in eterno, la stessa condizione percentuale o si formava un governo. Ma accettare quel governo ha significato moltissimo per il M5S. La scelta è stata ardua. Perché il M5S ha dovuto iniziare quella stagione dei compromessi che ha portato, nel bene e nel male, alla situazione attuale. E non è andata molto bene al Movimento, visto che mediaticamente è stato surclassato dalle capacità propagandistiche meglio strutturate e partitiche della Lega. Ma è anche una strada dalla quale non si può tornare indietro, soprattutto in un momento in cui dovresti rinnegare più di un anno di governo, andare al voto e probabilmente finire all’opposizione d’un vittorioso Centrodestra.

Seconda scelta. Drammatica. Ma come abbiamo già detto è una scelta che è stata già fatta il 4 marzo. Democrazia parlamentare. Si mettono insieme due forze di derivazione diversa e fanno il Governo, se ci riescono. La seconda scelta non sarebbe una scelta politica, di opportunità e strategica. Hai di fronte quelle facce che, secondo te, hanno distrutto il paese e ci devi fare un’alleanza: ministri, sottoministri, questori, commissioni e via discorrendo. Non è facile in effetti. Forse impossibile. Ma sarebbe l’unico modo per contrapporti al tuo “nemico”. Perché il coltello dalla parte del manico te lo sei guadagnato e stai già dettando le regole. Hai già detto chi sarà il Premier. Hai già dato un indirizzo politico coi tuoi dieci punti. Stai già interpretando la parte del più forte e potrai portare a casa il lavoro di un anno e 4 mesi che altri potrebbero far naufragare, insieme a tutto il Movimento. Ma rimarresti te stesso, quel te stesso che magari era contrario anche al contratto con la Lega e che ritiene la strada degli accordi una strada sbagliata e piena di fossi. Dire no. Un deciso ed inesorabile no. Perché morire per la patria a volte è necessario ed è sempre onorevole. Ma poi devi sparire per davvero.

Ed è questa la scelta che verrà fatta fare sulla piattaforma di Rousseau. Sparire con onore, con gloria perfino; o continuare sulla linea coerente dell’opportunità, che non è necessariamente un termine negativo. L’opportunità è di produrre un cambiamento malgrado tutto e tutti. Agendo dall’interno tentando di fare implodere un sistema che, francamente, ci sta trascinando tutti dentro al baratro.

otrel