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L’età dell’incertezza L’età dell’incertezza
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità in 99 casi su cento non si può parlare di morte a causa specifica del Coronavirus: piuttosto di concause,... L’età dell’incertezza

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità in 99 casi su cento non si può parlare di morte a causa specifica del Coronavirus: piuttosto di concause, una delle quali, ma non si sa se determinante, è il Coronavirus.

Nessuno ci fornisce informazioni e dati comparabili con altre epidemie influenzali, e, anzi, questi dati probabilmente non esistono. Nessuno può sapere quanti sono i contagiati asintomatici di questo (ed altri) virus, o quanti di noi, negli anni passati, si sono fatti l’influenza curandosi con aspirina e vin brulé senza scomodare medici e tantomeno ospedali.

Ci sono abbastanza posti per le cure intensive in ospedale? Sembra di no, ma tutti quelli del sud Italia sono al momento vuoti (di corona virus, ovviamente) e dunque anche in questo caso una statistica è difficile. L’Italia potrebbe permettersi molti più letti ospedalieri? Certo che sì, ma se, in condizioni di scarsità, si spendono miliardi per gli F35 e per la TAV Torino Lione…

Era giusto fermare l’Italia? Per un sacco di giorni si è recitato il mantra ‘ci fidiamo degli scienziati’, salvo capire dopo un po’ che gli scienziati erano divisi come non mai (ovviamente e giustamente) che dunque la scienza non è affatto l’oracolo che ci hanno fatto credere (“la scienza non è democratica” dice Burioni… ma siccome non è neppure oggettiva….). E dunque la decisione di chiudere tutto nasce dall’evidenza di un sistema ospedaliero, comunque sia, evidentemente in crisi, e dalla pressione mediatica per cui ogni morto in più d’influenza ‘corona’ diventa un voto in più per l’opposizione. I soldati americani sono in europa per un’esercitazione (vaccinati?… a rischi contagio? e non poteva essere rinviata?) sulla mobilità delle truppe e ovviamente il quasi totale blocco del traffico agevola la mobilità e rende improbabili i risultati di questa “defender europe”…. difendere da chi non è dato sapere. E difendere ‘cosa’ ancora meno: un’Europa che chiude i confini nazionali per l’epidemia, ma soprattutto che non si prodiga immediatamente, Stato per Stato, per aiutare l’Italia, perché mai andrebbe difesa? Perché l’Italia dovrebbe avere un rapporto privilegiato, che so con la Germania, anziché con la Cina, che non si fa pregare per mandarci ciò che serve… e si sta parlando di vendite, non di regali… gli alleati europei non ci hanno neppure venduto le mascherine che a loro ancora non servivano, nonostante da noi siano già in produzione e dunque restituibili in pochi giorni.

Tutta l’impalcatura mediatica, fantasiosa e usuraia del patto di stabilità frana miseramente. La Presidente della BCE fa crollare le borse europee, mollando inopinatamente l’economia italiana, sia pure solo a chiacchiere, per essere immediatamente smentita dai suoi consiglieri (ma i consigli bisognerebbe darli prima, non dopo…) mentre la Presidente dell UE, in un discorso in italiano con accento prussiano (o bavarese, non siamo riusciti a distinguerlo) ci spiega che siccome l’Europa è una famiglia… non ci lasceranno soli. Che va benissimo, ma immaginiamo che ad Atene qualcuno abbia bestemmiato ad alta voce, e a lungo.

Potremmo scrivere un editoriale alla Barbara Spinelli e occupare molto spazio WEB, tanti e tali sono gli esempi di tutte le certezze che il Corona Virus sta facendo saltare. E infatti non vale nemmeno prendersela con quei politici che hanno detto tutto e il contrario di tutto per accaparrarsi consensi. Se fossero stati zitti ne avrebbero presi di più, se poi fossero stati zitti e avessero lavorato duramente e seriamente, come qualcuno sta facendo, beh, anche di più.

Comunque la pensiate, benvenuti nell’età dell’incertezza.

Franco Slegato