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La truffa del debito pubblico che non verrà mai pagato: quando nella storia è stato annullato, da Hammurabi 4500 anni fa, fino alla costruzione della grande Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale La truffa del debito pubblico che non verrà mai pagato: quando nella storia è stato annullato, da Hammurabi 4500 anni fa, fino alla costruzione della grande Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale
I cittadini che nascono oggi nel mondo hanno già un debito sulla testa che durerà tutta la vita: ma come è stato possibile indebitarci... La truffa del debito pubblico che non verrà mai pagato: quando nella storia è stato annullato, da Hammurabi 4500 anni fa, fino alla costruzione della grande Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale

I cittadini che nascono oggi nel mondo hanno già un debito sulla testa che durerà tutta la vita: ma come è stato possibile indebitarci fino a questo punto?

Bene, diamo prima di tutto un paio di dati complessivi. Attualmente il debito sul pianeta è pari a 200 mila miliardi di dollari. 44 mila miliardi è il cosiddetto debito pubblico, cioè il debito degli stati; 152/154 mila miliardi è il debito delle famiglie e delle imprese. Ora, 200 mila miliardi di dollari è tre volte il PIL (prodotto interno lordo) del pianeta. Cosa vuol dire? Vuol dire che se seguissimo le teorie dell’economia classica dovremmo dire che il pianeta terra è in fallimento, perché ha un debito che è tre volte la sua capacità di produrre ricchezza. Eppure, con qualche affanno, il pianeta terra continua ad esistere. Evidentemente c’è qualcosa sul debito che non ci raccontano nella maniera adeguata.

L’altro elemento: se io avessi un debito di 5 mila euro sarei preoccupato perché malgrado le scarse capacità economiche che ho, in qualche modo potrei pagarlo. Ma se io avessi un debito di 500 mila euro sarei molto più rilassato dal punto di vista psicologico perché se anche arrivassero con i carri armati io non potrei mai pagare quella cifra. Noi tutti, in Italia per esempio, siamo in questa seconda condizione, cioè siamo con un debito che è impagabile e tuttavia ci comportiamo come se fossimo nella prima condizione e cioè come se questo debito potesse essere pagato.

In Italia il debito è di 2230 miliardi, pari al 132% del PIL, quindi è uno dei debiti più alti in senso assoluto tra gli stati. Tutti ci raccontano che questo debito è dovuto, diciamo, per il fatto che abbiamo sperperato, che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità. Ma se uno va a guardare i dati, scopre delle cose molto più semplici: intanto, complessivamente, la cosa che è importante sapere è che questo debito non verrà mai pagato, sia quello dell’Italia, sia quello complessivo del pianeta. Da una parte perché quantitativamente è impagabile, come abbiamo detto con le cifre sopra indicate, dall’altra perché gli stessi creditori non sono interessati al pagamento del debito. Per dirla con una battuta, l’usuraio, nella sua vita teme due cose: la morte del debitore e il saldo del debito. Perché in entrambi i casi perde un’entrata sicura e periodica rappresentata, da una parte dal pagamento degli interessi e, dall’altra, dalla possibilità di poter assoggettare il debitore, cioè utilizzarne i beni, utilizzarne il tempo, le energie, soprattutto fargli fare le scelte che vuole l’usuraio. Quindi i creditori non hanno nessun interesse al saldo del debito, gli interessa che rimanga attiva la catena del debito e il pagamento degli interessi. Noi in Italia paghiamo fra gli 80 e i 90 miliardi di euro l’anno di interessi sul debito. E’ la terza cifra del PIL dopo la previdenza e la sanità. Quindi ogni gennaio, 90 miliardi se ne vanno semplicemente per pagare gli interessi sul debito.

Ma da dove arriva il debito italiano? Se facciamo un passo indietro e andiamo a vedere dal 1960 ad oggi, scopriamo che dal 1960 al 1981 il rapporto debito/PIL del nostro paese è stato sotto il 60% che è la cifra che i burocrati di Bruxelles considerano adeguata per definire un’economia sana. Dal 1981 al 1992 questo rapporto è passato dal 58% al 120%. Che è successo in quegli anni? Nel 1981 è avvenuto un divorzio, tra la Banca d’Italia e il Ministero del Tesoro. Che cosa vuol dire questa cosa, che in maniera del tutto non democratica, questa indipendenza da parte della Banca d’Italia dal Ministero del Tesoro è avvenuta con due lettere: il Governatore della Banca d’Italia ha scritto al Ministro del Tesoro dicendo: “Cosa ne pensi se da domani la Banca d’Italia diventa indipendente?” e il ministro del Tesoro ha risposto:”benissimo, da domani la Banca d’Italia è indipendente“, non c’è stata nemmeno una ratifica del Parlamento di un atto che ha modificato, sostanzialmente, la conduzione dell’economia di un paese. Perché questo atto ha modificato profondamente l’economia del paese? Perché fino ad allora quando lo Stato emetteva titoli per farsi finanziare, la Banca d’Italia faceva da paracadute; ad esempio se lo Stato emetteva cento titoli, la Banca d’Italia diceva, quelli che non vendi te li compro io ad un tasso d’interesse prefissato basso. Quindi lo stato poteva emettere titoli a basso tasso d’interesse perché se anche nessuno li comprava la Banca d’Italia li avrebbe comprati tutti.

Dal giorno dopo “l’indipendenza”, la Banca Centrale non effettua più questo ruolo di paracadute e quindi lo Stato italiano quando emette cento titoli di stato ha bisogno che tutti li comprino; per poterli rendere allettanti deve innalzare i tassi d’interesse. Da quel momento lo Stato italiano ha emesso titoli al 6, 8, 12, fino al 20% e questo ha comportato l’innalzamento automatico del debito pubblico.

Dunque perché lo Stato italiano ogni hanno peggiora i suoi conti economici? Perché ogni anno deve pagare gli interessi sul debito e quindi il saldo diventa negativo. Inoltre lo Stato per poter pagare gli interessi si indebita ulteriormente.

Ma se noi questo debito, in realtà, l’avessimo già pagato? Già, perché abbiamo pagato dal 1990, 3300 miliardi d’interessi su un debito che continua ad essere 2200 miliardi e perché chi (di noi) paga le tasse ha dato dal 1990, 700 miliardi in più di quello che ha ricevuto sotto forma di beni e servizi.

Dopodiché, andiamo a vedere cosa c’è dentro a questo debito. Con chi l’abbiamo contratto e per quali finalità? Sono finalità che rispondono all’interesse generale o rispondono ad un interesse particolare? Dovremmo poter capire quali debiti vanno onorati e invece quali debiti vanno annullati. E questa è la strada che va intrapresa, sapendo che la narrazione che ci stanno raccontando, ovviamente ha delle finalità ideologiche molto precise. E come si può superare questa trappola ideologica? Mettendo in discussione la narrazione del debito.

Il debito è un problema ma non è “il” problema; se il debito è pubblico allora tutti i cittadini devono conoscere come è nato, per quali finalità e stato contratto, e decidere se è un debito che va riconosciuto o non va riconosciuto. Per esempio, sul 100% del debito pubblico nazionale, quello che sostanzialmente è in mano alle cosiddette famiglie, è circa il 6%, tutto il resto è in mano a fondi d’investimento, compagnie d’assicurazione, banche, soggetti finanziari che sono esattamente quelli che hanno provocato la crisi e con i quali noi continuiamo ad essere indebitati. Allora poniamo la domanda: se questi soggetti hanno creato la crisi, è possibile che noi dobbiamo ancora sentirci in debito verso questi soggetti? prendiamo debito per debito, analizziamolo e decidiamo collettivamente quali sono i debiti da saldare e quali sono quelli che abbiamo già pagato o non sono stati ancora saldati perché non corrispondono agli interessi generali della popolazione. Affermare di volere annullare il debito non è ne’ un’eresia ne’ un tabù, è una cosa che si fa da millenni.

Il primo annullamento del debito di cui abbiamo conoscenza, risale a 2400 anni prima di Cristo, ai tempi di Hammurabi che in quindici anni ha fatto quattro annullamenti del debito, ma la storia è stracolma di fatti come questo. La Germania alla fine della Seconda Guerra Mondiale aveva un rapporto debito PIL che era del 573%, cioè una cosa folle. Come ha fatto a diventare la grande Germania? Semplicemente ha detto, non lo posso pagare, e siccome dopo la Seconda Guerra Mondiale c’era la necessità di ricostruire l’Europa e l’esigenza da parte dell’Occidente di una Germania forte (era in atto il duro confronto fra Est/Ovest), che cosa hanno fatto? nel 1952 hanno indetto una bella conferenza a Berlino, dove i creditori prima di sedersi al tavolo come atto di magnanimità hanno dimezzato il debito della Germania. Durante la riunione poi, il suddetto debito è stato dimezzato ulteriormente, riducendolo a un quarto e dando la possibilità alla Germania di estinguerlo in cinquant’anni. L’ultima rata la Germania l’ha pagata tre anni fa.

Il primo annullamento del debito è avvenuto 2400 anni prima di Cristo ai tempi di Hammurabi

L’idea che si possano annullare i debiti o che si possano ridurre drasticamente non è un invenzione di qualche velleitario rivoluzionario, la storia è stracolma di situazioni in cui si è proceduto all’annullamento dei debiti in funzione di una giusta valutazione degli stessi e di un interesse rivolto al popolo e non ai giocolieri dell’alta finanza e ai suoi impiegati politici.

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* Pensieri tratti ed elaborati da un’intervista a Marco Bersani, filosofo e scrittore contemporaneo.