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La posizione americana rispetto all’attacco Turco La posizione americana rispetto all’attacco Turco
Sulle colonne dell’Washington Post, che affida a un esperto della comunicazione di Erdogan, Fahrettin Altun, il suo intervento, il re è Nudo: mai fidarsi... La posizione americana rispetto all’attacco Turco

Sulle colonne dell’Washington Post, che affida a un esperto della comunicazione di Erdogan, Fahrettin Altun, il suo intervento, il re è Nudo: mai fidarsi dei governi degli Stati Uniti.

The world must support Turkey’s plan for northeastern Syria“, ossia, Il mondo deve sostenere il piano Turco per il nord est della Siria,

Questo il titolo di uno dei più titolati quotidiani statunitensi, nel giorno in cui Erdogan comunica al mondo di aver ammazzato i primi 109 “terroristi” kurdi, abbandonati dagli americani dopo aver sostenuto praticamente da soli l’offensiva del Califfato, ed averla respinta.

Ma chi sarebbero, secondo l’WP questi curdi?

Sarebbero proprio come li chiama Erdogan, “the terrorist organization Kurdistan Workers’ Party’s Syrian affiliate, People’s Protection Units (or YPG),” ossia, i terroristi dell’organizzazione ‘partito dei lavoratori Kurdi-siriani’ affiliata all’YPG, ossia ‘Unità di Protezione Popolare’.

In parole povere è il partito del popolo Kurdo in Siria, con la sua milizia armata riconosciuta come alleata dagli USA nella lotta al Califfato, sentinella delle libertà e dei diritti umani fino a ieri. Oggi, appunto, bande terroristiche, col piccolo particolare che non risultano al suo carico azioni terroristiche ma solo azoni militari compiute sul territorio Turco, contro l’esercito e le forze di polizia che reprimono ogni opposizione al regime di Erdogan.

Fahrettin Altun, laureato presso il Dipartimento di Sociologia all’Università di Istanbul nel 1998, sottolinea che la Turchia è parte della Nato, è quindi un’alleata strategica degli USA. E, con unosfoggio di cultura notevole per un Turco, fa notare che addirittura George Washington ammoniva che l’America deve “steer clear of permanent alliances.” ossia governare con alleanze permanenti.

Questo significa che la Turchia, parte della NATO, può fare ciò che desidera nel suo ‘giardinetto di casa’, quindi allontanare i kurdi dai suoi confini per poter continuare a sottomettere quelli che risiedono in Turchia.

Ma Mr. Fahrettin si spinge oltre. Definisce i Kurdi il ‘mostro’ che si affaccia alle porte della Turchia, che Erdogan ha tutto il diritto di combattere, in una lotta mortale. Con tanti saluti al diritto all’autodeterminazione di popoli e dunque al diritto dei Kurdi di governare il Kurdistan, anche la porzione sotto il controllo di Ankara.

D’accordo, la politica internazionale non ha nulla a che vedere con il Diritto, con la morale e con l’etica. Ma che l’WP offra una tribuna a Erdogan è parecchio oltre il comprensibile, almeno dall’Italia. Bisognerà ricordarselo ogni volta che gli USA chiedono collaborazione in qualche guerra… per difendere la libertà e la democrazia.

O.N.