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La neve e il gelo di marzo potrebbero mettere in crisi l’agricoltura. Danni previsti per 300 milioni di euro La neve e il gelo di marzo potrebbero mettere in crisi l’agricoltura. Danni previsti per 300 milioni di euro
SULMONA – Il primo impatto questa mattina è stato di natura romantica: dopo un inverno tiepido, la neve a bassa quota ha generato un... La neve e il gelo di marzo potrebbero mettere in crisi l’agricoltura. Danni previsti per 300 milioni di euro

SULMONA – Il primo impatto questa mattina è stato di natura romantica: dopo un inverno tiepido, la neve a bassa quota ha generato un senso di purezza, migliore di ogni disinfestazione da virus pandemico. Ma il colpo di coda dell’inverno che ha portato gelo e neve potrebbe ulteriormente danneggiare l’economia, prospettando un anno di vera carestia per l’Italia. Ovviamente il blocco delle attività per superare la crisi da Coronavirus già di per sé porterà danni incalcolabili.

I danni all’agricoltura – Afferma la Coldiretti: “Il colpo di coda dell’inverno, con il brusco abbassamento delle temperature, fa scattare nelle campagne veneziane l’allarme gelo sulla fioritura di ciliegi, susini, peschi e albicocchi: dopo un anno di lavoro si rischia la perdita dei prossimi raccolti“. Naturalmente questa è la logica conseguenza di un clima in tilt che sconvolge le dinamiche di stagionali. Del resto il freddo e la neve al terzo giorno di primavera non possono che scombinare tutta una serie di equilibri.

Asparagi e patate a rischio – afferma la Condiretti “Nelle zone in cui le temperature rimarranno a lungo sotto lo zero sono a rischio le primizie di stagione, come gli asparagi, che per l’abbondante acqua non potranno essere coperti. Allo stesso modo chi aveva già seminato le prime patate, salvate dalla precedente tempesta siberiana, ora rischia di vederle marcire. “La produzione di miele di acacia purtroppo è compromessa – continua la Coldiretti – senza contare che il prolungarsi del maltempo posticipa, dove i terreni sono coperti dalla neve o inzuppati d’acqua, anche le semine di mais, legumi e in generale delle produzioni estive come i pomodori, melanzane e peperoni“.

Vivai in difficoltà – “Anche i vivai sono in difficoltà, poiché non si apre la stagione primaverile e sono costretti ad affrontare ingenti spese di riscaldamento. Per questo motivo in molti avrebbero deciso di chiudere le serre e bloccare le coltivazioni. “Si tratta – conclude la Coldiretti – degli effetti di un pazzo inverno segnato da precipitazioni superiori del 16% rispetto alla media storica tra pioggia, neve e gelo. Su scala nazionale i danni potrebbero raggiungere i 300 milioni di euro“. 

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