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La Centrale SNAM è solo un tassello dell’attacco del potere globale ai territori La Centrale SNAM è solo un tassello dell’attacco del potere globale ai territori
In Val di Susa arrivano le lettere di esproprio dei terreni su cui dovranno sorgere i cantieri della tratta ad alta velocità Torino Lione.... La Centrale SNAM è solo un tassello dell’attacco del potere globale ai territori

In Val di Susa arrivano le lettere di esproprio dei terreni su cui dovranno sorgere i cantieri della tratta ad alta velocità Torino Lione. Interi paesi verranno riempiti di detriti provenienti dagli scavi, detriti che saranno portati via con i TIR e che torneranno sotto forma di manufatti in calcestruzzo destinati alla struttura della galleria. Un calcolo approssimativo parla di 6/700 TIR al giorno, quando tutto sarà a pieno regime, e questo per almeno 10 anni.

Distruggere la vita degli uomini di questa valle, ammazzarli con un inquinamento inimmaginabile per un treno merci veloce che permetterà alle mozzarelle di giungere a Lione mezz’ora prima rispetto agli attuali tempi di percorrenza.

Il mantra che sentiamo ripetere quando si parla di grandi opere è che assicurano sviluppo e lavoro, dunque benessere e ricchezza.

Il TAP che assale le coste pugliesi, la costa di Melendugno, che abbatte oliveti, che prosegue verso Nord attraverso gli Appennini, i gigantesco ‘tubo’ che viola campagne e boschi (in zone gravemente sismiche), e che passa da Sulmona dove è ormai in dirittura d’arrivo una centrale di pompaggio, situata in piena valle, di modo che tutti, dall’alto, possano goderne l’impareggiabile vista.

Ma potremmo continuare a lungo, le grandi opere sono il segno distintivo delle forze della globalizzazione e del super-profitto. E sono sempre grandi opere inutili… gli abruzzesi non sono mozzarelle, non si può accorciare di un po’ il tempo di percorrenza sulla Pescara Roma, non si possono rilanciare le ferrovie locali… non ci sono mica i soldi europei, quelli vanno alla TAV… Lo scontro è fra due visioni del mondo, chi vuole vivere bene, a contatto con la natura, col proprio territorio, in salute, senza bere-mangiare-respirare schifezza. E chi pensa sempre e solo al profitto, e dunque a come far le cose più in fretta, più in grande e più redditizio (per lui, per loro) possibile.

Per questo motivo la battaglia contro la centrale di Case Pente è necessaria, perché la SNAM, l’ENI, i Fondi d’Investimento e i governi al loro servizio si devono rendere conto che devastare i territori e la nostra vita non è gratis, il loro tubo non costerà solo l’esproprio dei terreni (l’esproprio, già perché ‘loro’ sono per la proprietà privata, purché sia la ‘loro’ proprietà privata) la mano d’opera e l’acciaio… i loro costi saliranno alle stelle, i loro tempi si dilateranno a dismisura, se la popolazione, come è successo in Val di Susa, sarà capace di opporsi. Marx aveva visto lotta di classe fra proletari e capitalisti. Quella lotta l’hanno vinta, per abbandono, i capitalisti. Ma poi il mondo è cambiato, non tutti gli imprenditori sono uguali. La cultura e gli interessi di un piccolo agricoltore, di un artigiano di un commerciante, coincidono con quelli del popolo dal quale proviene, non certo con quelli dei Fondi d’Investimento. E dunque la nuova lotta di classe, alla fine, si declina in Territorio contro Globalizzazione, si sposa con la lotta degli Ecologisti e in definitiva è un modo di definire lo scontro in atto, fra Popoli e Oligarchia. Dache parte sta il nostro giornale, ça va sans dire