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Incidente mortale sul lavoro alla Sevel: due ore di sciopero Incidente mortale sul lavoro alla Sevel: due ore di sciopero
L’Unione Sindacale di Base in seguito all’incidente sul lavoro del 3 gennaio che ha portato alla morte Cristian Terilli, ha proclamato lo sciopero di... Incidente mortale sul lavoro alla Sevel: due ore di sciopero

L’Unione Sindacale di Base in seguito all’incidente sul lavoro del 3 gennaio che ha portato alla morte Cristian Terilli, ha proclamato lo sciopero di due ore in tutto lo stabilimento Sevel, con assemblee nella fabbrica di Atessa e in tutte le aziende dell’indotto.
Cristian Terilli, di Pignataro Interamna (Frosinone), aveva 28 anni e lascia moglie e due figlie piccole. Lavorava per la Sinergia di Piedimonte San Germano (Frosinone) che aveva subappaltato da Comau (gruppo FCA) la manutenzione in Sevel. È rimasto schiacciato dal castelletto di traslazione di un elevatore, dal peso di alcuni quintali, mentre svolgeva lavori di manutenzione su una delle linee di produzione dello stabilimento.
“Nel nostro Paese troppo spesso gli incidenti sul lavoro non sono la conseguenza di una mera fatalità, ma di mancanza di formazione, di rispetto delle procedure e delle regole di sicurezza”, spiega la Fiom territoriale: “Troppo spesso questi drammi mostrano l’inadeguatezza dei sistemi di prevenzione e delle misure necessarie per garantire l’incolumità e la sicurezza dei lavoratori. Troppo spesso le condizioni di lavoro vengono messe in secondo piano sottovalutando la necessità della prevenzione. Troppo spesso la formazione e gli interventi di sensibilizzazione sul tema e la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro vengono ritenuti dei costi e non invece degli investimenti sulle persone e sul loro futuro. Troppo spesso l’economia prende il sopravvento sugli stati che legiferano per deregolamentare il lavoro”.
Per i metalmeccanici della Cgil la salute e la sicurezza “devono trovare cittadinanza in tutti i luoghi di lavoro per porre argine a questi drammi, rendendo più forti i lavoratori nella difesa dei propri diritti e rafforzando una condivisa e diffusa cultura della sicurezza. Va rafforzata l’attività ispettiva degli organi preposti, spesso oggetto di tagli da parte dei governi”. Fiom Cgil Abruzzo Molise e Fiom Cgil di Chieti concludono affermando che “un lavoratore, quando esce di casa, deve poter tornarci, riportando il frutto del proprio lavoro ai propri cari. Non è possibile uscire senza poter tornare. Il diritto alla vita di un lavoratore è un bene assoluto che nessuno può cancellare”.
M.M.