


intervento di Antoine Charpentier
Antoine-Noura Charpentier, nato in Libano e residente in Francia da diversi anni, ha conseguito un Master in Storia Contemporanea presso l’Università di Besançon, attualmente termina un Master in Scienze delle Religioni presso l’Università di Strasburgo. Analista politico specializzato in questioni mediorientali. Il suo blog: https://deschosesaprecise.wordpress.com/
Dopo
il Mali e il Burkina Faso, il Niger è caduto nelle mani di golpisti
ostili alla Francia e all’Europa. L’Europa, guidata dalla Francia,
aveva a lungo considerato la regione del Sahel come una delle sue
zone di influenza politica, una sorta di riserva economica, ricca di
risorse naturali. Secondo France-Presse, i golpisti nigerini accusano
la Francia di voler intervenire militarmente in Niger. Tuttavia,
questo non è l’unico motivo del putsch.
Il colpo di Stato in
Niger si inserisce in un contesto da anni molto teso nel Sahel
africano, dove la Francia e con essa l’Europa stanno perdendo di
giorno in giorno la loro influenza geostrategica, accelerata dal
ritiro della Francia dal Mali nell’agosto 2022. In questa parte del
mondo si stanno rimescolando le carte. La crisi in Niger è anche
parte del confronto tra il campo occidentale e la Russia, che sta
diventando quasi globale. L’Africa è una delle arene, così come il
Medio Oriente e la Siria in particolare.
Con la caduta dei due
Paesi confinanti con il Niger, il Mali e il Burkina Faso, nelle mani
di governi militari ostili al campo occidentale, e l’ingresso delle
forze russe di guerra per mantenere la sicurezza in questi Paesi, la
situazione politica e militare si complica di giorno in giorno.
Secondo il giornalista Simon Petite: “È bastato un articolo
dell’agenzia di stampa Reuters del 13 settembre, che citava fonti
anonime e riferiva di negoziati avanzati tra il Mali e la compagnia
mercenaria russa Wagner, per scatenare una tempesta di reazioni. Gli
Stati Uniti, la Germania e l’ONU hanno a loro volta messo in guardia
i militari al potere a Bamako contro una simile collaborazione [1]
“La presenza militare della Russia in Africa pone un problema
per l’intero campo occidentale, che ha anche una presenza militare in
questa parte del mondo”.
In questo contesto, la Francia sta
cercando di mantenere il Niger nel suo ovile, soprattutto perché
circa il 35% dell’uranio utilizzato nei reattori nucleari francesi
proviene dal Niger, secondo varie stime.Secondo André Thomas del
quotidiano Ouest-France: “L’uranio è un metallo radioattivo le
cui miniere sono molto meno diffuse nel mondo rispetto ai depositi di
petrolio o di gas. Ma è assolutamente essenziale per la Francia, con
i suoi 56 reattori nucleari, i secondi al mondo dopo gli Stati Uniti.
Eppure il Niger, all’epoca focolaio di “Françafrique”[2],
è ancora il settimo produttore mondiale[3].
Sappiamo che il
Niger è uno dei principali produttori di uranio al mondo. Fornisce
all’Europa circa il 20% del suo fabbisogno. Gli europei sono quindi
preoccupati per un colpo di Stato che potrebbe spingere il Niger ad
unirsi a schieramenti diversi dal loro. L’uranio nigerino è
necessario in Europa e in Francia per la produzione di energia
nucleare ed elettrica. Viene estratto principalmente dalle miniere di
SOMAIR, COMINAK e SUMINA (SOMINA) vicino alle città di Agadez, Arlit
e Akokan, nel nord del Niger. Più di ogni altra azienda, il gruppo
nucleare francese ORANO (ex Areva) estrae uranio in Niger da 50 anni.
Di conseguenza, il Niger è vitale per la Francia, in quanto
contribuisce in qualche modo alla sua sicurezza energetica.
Soprattutto alla luce dell’attuale situazione globale e della crisi
energetica che l’Europa sta vivendo dall’inizio della guerra in
Ucraina.
Dal punto di vista militare, il Niger è una delle
basi militari più grandi e importanti della Francia nel Sahel,
soprattutto dopo la partenza dell’esercito francese dal Mali
nell’agosto 2022 e il completamento delle operazioni Barkhane e
Sabre. Da allora, Parigi ha dispiegato in Niger circa 1.500 soldati,
la maggior parte dei quali è di stanza nel complesso aeroportuale di
Niamey, mentre il resto è schierato ai confini con il Burkina Faso e
il Mali nel triangolo Liptako-Gourma, noto come focolaio di
organizzazioni terroristiche, guidate dall’Organizzazione dello Stato
Islamico nel Grande Sahara.
In
caso di intervento militare francese in Niger, è probabile che
l’Europa e gli Stati Uniti si schierino a suo favore, avendo
anch’essi basi militari in Africa. Ma quale sarebbe la risposta della
Russia a un intervento militare francese in Niger? Le forze “Wagner”
di stanza non lontano dai confini nigerini interverrebbero, come
hanno fatto in Mali e in Burkina Faso?
Quali sarebbero le
scelte del campo occidentale in Niger e nella regione africana,
soprattutto se i putschisti cambiassero schieramento e abolissero gli
accordi energetici e militari con Francia ed Europa? Quest’ultima
eserciterebbe una pressione sui sostenitori dei putschisti in Niger
in altre arene del mondo. Gli occidentali stanno aprendo il Medio
Oriente, in particolare alla Siria, per fare pressione sulla Russia?
Dobbiamo vedere una coincidenza nelle recenti dichiarazioni di Putin
su un probabile confronto militare con il campo occidentale e la NATO
in Siria? Tuttavia, il confronto in Siria significa anche una guerra
generalizzata in Medio Oriente, dove il terreno è favorevole.
Una
guerra su larga scala in Medio Oriente non avrebbe un esito chiaro
per nessuno dei protagonisti e minaccerebbe la sicurezza di diversi
alleati del campo occidentale nella regione, compreso lo Stato di
Israele.
Secondo Libération: “Emmanuel Macron non tollererà
alcun attacco contro la Francia e i suoi interessi” in Niger, ha
annunciato domenica l’Eliseo. Chiunque attacchi i cittadini francesi,
l’esercito, i diplomatici o le basi francesi vedrà la Francia
reagire immediatamente e con decisione [4]”.
La
Francia ha iniziato a rimpatriare i suoi cittadini dal Niger.
Tuttavia, i militari francesi rimangono sul posto. Va sottolineato
che i manifestanti nigeriani hanno attaccato l’ambasciata francese e
hanno cercato di fare irruzione. Il conflitto è esplicitamente
aperto nel Sahel africano, con alcuni Paesi che stanno letteralmente
uscendo dal controllo occidentale per unirsi ad altri orizzonti
politici ed economici. Sarà un vantaggio per l’Africa o il
continente rischia ancora una volta di passare da un imperialismo
all’altro?
Infine, è probabile che la risposta militare ai
putschisti del Niger venga dall’ECOWAS[5], che ha lanciato un
ultimatum per sostenere il ritorno al potere di Mohamad Bazoum, un
alleato dell’Occidente
Antoine Charpentier ( Traduzione di Fabrizio Zani)
[1] Simon Petite, “Wagner, un épouvantail russe au Sahel”, Le Temps, 11 giugno 2023, https://www.letemps.ch/monde/afrique/wagner-un-epouvantail-russe-sahel
[2] Il termine Françafrique si riferisce a tutte le relazioni tra la Francia e le sue ex colonie africane. La Françafrique è costituita da reti di influenza e lobby di attori francesi e africani che operano nella sfera economica, politica e militare. L’espressione “France-Afrique” fu usata per la prima volta nel 1955 da Félix Houphouët-Boigny (1905-1993), futuro presidente della Costa d’Avorio e poi ministro del governo francese, per descrivere il desiderio di alcuni leader africani di mantenere relazioni strette e privilegiate con la Francia dopo l’indipendenza dei loro Paesi.
L’uso del neologismo Françafrique, con accezione peggiorativa, si è sviluppato dopo la pubblicazione nel 1998 del libro di François-Xavier Verschave (1945-2005), “La Françafrique, le plus long scandale de la République”, e sotto la spinta dell’associazione Survie, di cui l’autore è stato membro fondatore, per denunciare la politica estera della Francia nelle sue ex colonie africane e in alcuni altri Paesi del continente.
[3] André Thomas, “Le Niger, un fournisseur majeur d’uranium pour la France, y compris à usage militaire”, 01 agosto 2023, https://www.ouest-france.fr/monde/niger/le-niger-un-fournisseur-majeur-duranium-pour-la-france-y-compris-a-usage-militaire-b6b34e50-3068-11ee-bb08-ef07868bcf05
[4] Libération, “Niger: la Francia ‘ne tolérera aucune attaque contre ses intérêts’, met en garde Emmanuel Macron”, 30 luglio 2023, https://www.liberation.fr/international/afrique/vive-poutine-au-niger-des-milliers-de-personnes-manifestent-devant-lambassade-de-france-20230730_ZRDEOCKRIREARAWLZEJUHYNXBI/
[5] La Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale.
Da www.mondialisation.ca
La fonte originale di questo articolo è al-manar.com
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