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Il Cinquestelle fantasma sulmonese va da solo. Ago della bilancia al ballottaggio? Gerosolimo incombe: “Me lo dai lu vot?” Il Cinquestelle fantasma sulmonese va da solo. Ago della bilancia al ballottaggio? Gerosolimo incombe: “Me lo dai lu vot?”
pur essendo rimasti solo lei (la senatrice nota imprenditrice), il marito, il reggi borsette, qualche familiare (non tutti) in più, naturalmente, il coordinatore di... Il Cinquestelle fantasma sulmonese va da solo. Ago della bilancia al ballottaggio? Gerosolimo incombe: “Me lo dai lu vot?”

L’attuale movimento 5 stelle sulmonese (anche se qualcuno tenta ancora il gioco delle tre carte) è nato in maniera non democratica per una presa di posizione totalitaria della senatrice Gabriella di Girolamo, la quale, se non verrà ricordata per questo fatto, di cui non frega niente a nessuno, avrà sempre spazio ed eterna memoria per il cattivo gusto con cui si veste. Fu lei che, sguinzagliato il marito, chiuse il Meetup cittadino (pur non avendone naturalmente nessun diritto) e sempre per conto di lei, furtivamente e nottetempo, venne cambiata la serratura della sede in via De Nino, con tanto di sottrazione dei documenti e del registro, memoria storica del gruppo. Peccato, perché al suo interno, fra le altre cose democratiche, sarebbe stato possibile rileggere le motivazioni per l’espulsione dell’attuale coordinatore attivista pentastellato D’Aloisio, che aveva espresso disinteresse per il gruppo e, soprattutto, l’intento di voler essere solo “d’aiuto” alla senatrice. Un bravo ragazzo il D’Aloisio, a parte qualche piccolo difettuccio semantico, per esempio se tu gli confidi qualcosa lui lo va a ridire in giro, robetta veniale a Sulmona, ma il ragazzo è in gamba dopotutto, simpatico e sorridente.

Detto questo, pur essendo rimasti solo lei (la senatrice nota imprenditrice), il marito, il reggi borsette, qualche familiare (non tutti) in più, naturalmente, il coordinatore di se stesso, D’Aloisio, adesso dettano il bon ton pure al Pd, esprimendo contrarietà dopo l’ipotesi di una giostra di nomi (si fa addirittura il nome dell’ex enfant prodige Di Piero come candidato del CSX). Pur non essendo voluti da nessuno, esclusi anche dal tavolo di sinistra, gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Sulmona, improvvisamente potrebbero fungere da ago della bilancia per le sorti politiche e anche un po’ idrogene, cittadine, se si dovesse andare al ballottaggio (e chi vuole intendere intenda). Devono essersi tutti terrorizzati.

Ed è così che apprendiamo da un comunicato dalla voce incerta ma squillante che “Non abbiamo alcun interesse a confrontarci sul vecchio Manuale Cencelli per l’assegnazione di poltrone. Restiamo convinti che a decidere chi dovrà guidare la città di Sulmona dovranno essere i cittadini nel momento in cui si recheranno alle urne. Siamo convinti che questa volta non daranno fiducia né a chi dopo cinque anni di amministrazione parla di “rivoluzione…”. E poi giù con la solita solfa d’un programma infarcito di soluzioni estrose per la città come se, codesti nuovi grillini in ristrutturazione, fossero davvero convinti di contare qualcosa, o potessero influire in qualche modo su qualunque possibilità di un cambiamento, passando dal governo centrale alla città di Sulmona, da Giuseppe Conte ad Angelo D’Aloisio insomma: e parlano di effetto serra i Cinquestelle, da ridurre niente meno che del 60% entro il 2030, di energia autoprodotta, probabilmente in bagno sull’onda delle proprie fantasie interne e di fonti rinnovabili perfino, quando dopo tre anni al governo non hanno saputo bloccare nemmeno un tubo del gas pur avendo un Ministro all’ambiente e il 33% dei voti.

E intanto? Non ci toccherà mica prepararci ad un nuovo capitolo Casin-Gerosolimo con tanti saluti, baci e abbracci a tutti? “Me lo dai lu vot?”

Mirko Mocellin