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Finisce a Scampia l’avventura mediatica chiamata “le sardine”. 30 persone alla manifestazione dopo la foto con Benetton Finisce a Scampia l’avventura mediatica chiamata “le sardine”. 30 persone alla manifestazione dopo la foto con Benetton
Le sardine si insabbiano definitvamente a Scampia. Il grande flashmob annunciato, si scontra inesorabilmente con la visita alla scuola di Toscani & Benetton, con... Finisce a Scampia l’avventura mediatica chiamata “le sardine”. 30 persone alla manifestazione dopo la foto con Benetton

Le sardine si insabbiano definitvamente a Scampia. Il grande flashmob annunciato, si scontra inesorabilmente con la visita alla scuola di Toscani & Benetton, con annessa foto ricordo con il ‘prenditore’ più odiato d’Italia.

Poche decine di persone presenti, un comitato elettorale, Padre Zanotelli, che notoriamente è uomo caritatevole e pronto al perdono, e qualche vecchio trotzkista (ebbene sì, ci sono ancora i trotzkisti… ma se il lettore non sa chi sono, non si preoccupi, li aveva ammazzati quasi tutti Stalin).

Quella delle sardine è una fine annunciata, prevista, e anzi, in realtà non c’è stato neppure un inizio, come speriamo di dimostrare in questo breve articolo. Certo, in quanto ad arroganza, occorre dirlo, Mattia Santori e i suoi amici non erano secondi a nessuno.
A novembre lanciarono una temibile sfida ai ‘populisti’, termine con cui, si disse, definivano i leghisti, ma che notoriamente era stato rivendicato dal Primo Ministro Giuseppe Conte nel suo discorso di insediamento in occasione del governo ‘gialloverde’.
E ci andavano giù durissimi, questi pesciolini, “siamo già centinaia di migliaia, e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo nelle nostre case, nelle nostre piazze, e sui social network. Condivideremo questo messaggio fino a farvi venire il mal di mare. Perché siamo le persone che si sacrificheranno per convincere i nostri vicini, i parenti, gli amici, i conoscenti che per troppo tempo gli avete mentito. E state certi che li convinceremo”!.
Dopo aver annunciato che ‘la festa è finita’ (e come non andare alla ‘pacchia’ copyright il Capitan Fracassa) presentano il loro biglietto da visita: “crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola – prudentemente non precisarono – quelli che pur sbagliando ci provano, che pensano al proprio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri – che insomma, tocca accontentarsi. Sono rimasti in pochi, ma ci sono. E torneremo a dargli coraggio, dicendogli grazie”. Dopo Bologna, ebbero i loro momenti di gloria, il primo, con la manifestazione di Piazza San Giovanni a Roma, dove certo non erano le centinaia di migliaia portate a suo tempo da Beppe Grillo, ma fecero comunque la loro porca figura. Poi, si disse, aiutarono il PD a tenere la posizione di potere in Emilia Romagna, sconfiggendo una leghista di cui si fatica ricordare il nome, e della quale, in caso, si ricorda solo quello, dato lo spessore culturale e politico.
In reatà, questi ‘successi’ sono stati semplicemente il frutto di una meticolosa campagna mediatica, orchestrata dal mainstream per riportare nell’alveo del sistema tutti quelli che, traditi nel sogno anti-casta dalle scelte politiche pragmatiche e vagamente socialdemocratiche del M5S, non avevano neppure più voglia di uscire di casa… figurarsi di andare a votare. Ma chi avesse avuto voglia di approfondire il significato e i contenuti di questo pseudo-movimento, non poteva che restare basito dal vuoto cosmico che si trovava davanti. Le sardine un bel giorno dettarono alla stampa i punti su cui si basava la loro azone politica:

  1. “Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a fare politica invece che fare campagna elettorale permanente”.
  2. “Pretendiamo che chiunque ricopra la carica di ministro comunichi solamente su canali istituzionali”.
  3. “Pretendiamo trasparenza nell’uso che la politica fa dei social network”.
  4. “Pretendiamo che il mondo dell’informazione protegga, difenda e si avvicini il più possibile alla verità”.
  5. “Pretendiamo che la violenza, in ogni sua forma, venga esclusa dai toni e dai contenuti della politica”.
  6. “Chiediamo alla politica di rivedere il concetto di sicurezza e, per questo, di abrogare i decreti sicurezza attualmente vigenti”.

In un mondo normale, si sarebbe chiesto ai genitori di riportare a casa i figliuoli, e di controllare che frequentassero regolarmente la scuola: qualche lezione di storia, qualche lezione di economia, qualche lezione di sociologia, qualche lezione di giurisprudenza, roba da seconda sueriore, insomma proprio il minimo sindacale per poter interloquire, non si dice in Parlamento, ma quanto meno al Bar Sport. E invece tutti fecero finta di prenderli sul serio.
In particolare Mattia Santori aveva il suo momento di celebrità, e spiegava di essere, lui ‘un moderato’, (come Casini, Berlusconi, Renzi… ma forse non lo sapeva?…) e ovviamente simpatizzante di Prodi e del PD.
Col vuoto cosmico non si va lontano. Si finisce col sorriso ebete a farsi fotografare a casa di Benetton, e si finisce per essere snobbati dal popolo, quello vero, quello di Scampia, come è successo il 6 febbraio.
Le sardine sono scese in piazza in difesa di un sistema senescente e decrepito, convinte che il ‘nemico del popolo” siano oggi i nazionalisti, senza vedere come il nazionalismo di Salvini e degli industrialotti del Nord sia semplicemente il loro mondo di qualche decennio fa, quello poi evolutosi nella UE e nel globalismo per meglio difendere gli interessi della borghesia finanziaria.

Il problema è che anche solo per attaccare Salvini ci vuole pur sempre qualche idea…

Franco Slegato