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Fine di Beppe Grillo: il M5S perde la testa ma sopravvive con Conte Fine di Beppe Grillo: il M5S perde la testa ma sopravvive con Conte
Il potere del comico è quello di smuovere tutta una serie di sentimenti; non c'è molto differenza fra il ridere per una battuta o... Fine di Beppe Grillo: il M5S perde la testa ma sopravvive con Conte

Non c’è cosa più triste che assistere all’agonia di un comico. Perché quando muore un comico è come se venisse a mancare un po’ di bene, è come se s’interrompesse un sorriso. Il male maggiore che hanno fatto a Beppe Grillo è stato quello di renderlo serio. Vi è tutta una serie di elementi che il male usa per minare la tua forza umoristica, perché in questa c’è la soluzione, la redenzione, la salvezza. Uno degli elementi di rischio è rappresentato dai non comici, che già da subito non comprendono l’utilità e il mistero di una risata, il tumulto simile alla fede, la scintilla che la genera. La risata è un qualcosa che sta oltre e che non deve assolutamente essere inquinato: quindi il secondo problema è quando il comico diventa qualcos’altro. Risulterà sempre una caricatura di se stesso. Il terzo problema è rappresentato da chi si è avvicinato al Grillo politico senza considerare il suo percorso comico, perché non c’è niente di più rischioso che affidarsi ad un comico per altre faccende che non siano il far ridere. Egli fallirà inevitabilmente e ti porterà con lui, finché non lo abbandonerai o, ricevuto abbastanza potere dal suo utilizzo e raggiunta una posizione, lo rinnegherai.

Il potere del comico è quello di smuovere tutta una serie di sentimenti; in questo senso non c’è molta differenza fra ridere per una battuta o piangere per una scena triste di un film. Fa tutto parte del sentirsi umani e chi è in grado di farti sentire umano ti salva. Cosa ancor maggiore ti fa sentire salvo. Se piango sono buono, se rido sono in gamba. Fa tutto parte dell’umorismo, dell’umore. Cristo raccontava parabole per suscitare il sentimento e diluiva la realtà con lo spirito, finanche raggiungendo persone ignoranti, dure e provate dalla fatica del sopravvivere. La morte di Cristo è avvenuta quando il suo umorismo si è scontrato con la politica, perché in essa vi è il potere di rendere serie le persone, perché va a toccare non il loro spirito ma le loro “tasche”. E tutti smettono di ridere quando gli metti le mani in tasca.

Quando Beppe scese in politica io lo seguii subito. Mi sembrò l’apoteosi della giustizia la possibilità di usare il potere comico contro quello politico, perché era un ottimo modo comunicativo quello di evidenziare il marcio facendo ridere il popolo ma allo stesso tempo facendolo riflettere, perché il grande comico riesce in questo. E Beppe Grillo è stato un grande comico. Ma non vi è nulla che duri: il declino a cui stiamo assistendo è soprattutto causa di un suo proprio cambiamento ideale, di una abolizione degli elementi umoristici, per l’esigenza di una trasformazione in qualcosa in più: l’elevato cade in trappola. Se insulti una persona seriamente quella si arrabbierà molto, se la fai ridere dei suoi difetti, trasformandoli in bene, ella potrà amarli.

E’ qui l’errore più grave di Grillo nel video in cui difende il figlio: non comportandosi più da comico suscita reazioni avverse al sentimento e all’umanità; diventa uomo tra gli uomini e quindi mortale. Una caricatura di se stesso, un traditore. Dopo aver millantato un potere in grado di rivoluzionare, di cambiare il mondo e di salvare dal male, diventa stupratore del bene, attraverso suo figlio. E il popolo si vendica, salva Barabba.

Stiamo assistendo alla crocefissione di Beppe Grillo. La cosa è triste ma è fisiologica; è una cosa possibile grazie alla perdita della carica umoristica del comico. L’anticomico si vendica e colpisce: il dramma è che il comico verrà abbandonato soprattutto dai suoi discepoli, perché il discepolo è “popolo” non è “comico”, non ha nessuna grandezza è soltanto uno dei molti zeri che hanno senso e sostanza dietro l’uno. Se l’uno si separa dal milione il milione diventa zero. E lo zero andrà in cerca di altri uno sui quali garantirsi una sopravvivenza.

Il nuovo uno sarà Giuseppe Conte. Ma le cose saranno molto diverse. Si perderà la grandezza di una capacità umoristica di cambiare, insegnare, educare. Si perderà il sentimento, ancor prima della sostanza d’una questione di metodo politico. Il M5S diventerà sempre più normale, sempre più come gli altri e verrà sezionato, diviso, venduto e disperso. Rifiutato, come un organo sano rigettato dal corpo ricevente dopo il trapianto. Un rifiuto, ma non biodegradabile, incapace di risolvere, cambiare, rivoluzionare: dopo non esser stato capace, questo movimento, di inserirsi nel corpo malato, di guarirlo e scomparire, risulterà esso stesso un corpo qualunque in un sistema non più condizionabile.

Mirko Mocellin