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Evasione = galera? Si, ma non troppo Evasione = galera? Si, ma non troppo
Chi è onesto sa che per punire veramente gli evasori fiscali l’unica minaccia “fruttuosa” nei loro confronti è quella della galera. In Parlamento questa... Evasione = galera? Si, ma non troppo

Chi è onesto sa che per punire veramente gli evasori fiscali l’unica minaccia “fruttuosa” nei loro confronti è quella della galera. In Parlamento questa frase dovrebbero cantarla saltellando esclamando “chi non salta bianco azzurro è!” come negli stadi. Del resto, se io vado al supermercato e rubo, che mi succede? L’arte dello stato racchiude in sé tutta una serie di meravigliose sfumature, per le quali, i reati della gente comune, sopra ad un certo “livello”, non sono più reati. Di conseguenza se sono un mega imprenditore e mi intasco un milione all’anno di tasse non pagate, al 98,8% la faccio franca. E chiunque potrebbe sentirsi più fesso che onesto a non “usufruire” di una finestra dorata che, soltanto chi è interessato, non è disposto a chiudere, sprangare, murare, calcificare. Personalmente avrei difficoltà pure io a non affacciarmi.

L’ottimo editoriale di Travaglio di stamane fa pure dei calcoli matematici che vale la pena riportare: già il fatto che le indagini a campione coinvolgano il 10% delle dichiarazioni dei redditi ci fa capire il nucleo del problema. Vuol dire che lo stato si fida di te, come dare una bottiglia di gin ad un alcolizzato, raccomandargli di non berla e, soprattutto, fidarsi. A parte il fatto che con la fortuna che abbiamo probabilmente andiamo a beccare il 10% di onesti, ma facciamo finta di no. Ordunque, il primo problema sostanziale è che il “preso con le mani nella marmellata” di turno, verrà indagato per quell’unico vasetto annuale, mentre sembrerebbe improbabile che nella dispensa non ne abbia conservata tutta una collezione intera milionaria. Secondo: i dati che ci pervengono stabiliscono che soltanto il 12% di quel 10% viene recuperato dallo stato, quindi, in soldoni, la cifra totale riavuta su quel milione di marmellata è dell’ 1,2%. Ovvero nemmeno 10 mila euro. Ora ditemi voi: ma se ho la possibilità di rubare un milione di euro col rischio dell’ 1,2% di andare in galera, per starci pochissimo tempo, e salvando tutto il resto del malloppo, 9,9 volte su dieci cosa farò? Bravi. Ed ecco chiuso il cerchio. Tenete inoltre presente che, per esempio, in un paese come la Germania dove si ruba la metà per questi reati rispetto all’Italia ci sono circa diecimila detenuti. Da noi nemmeno cento. Bene.

Quindi quindi quindi, tornando alla prima frase dell’editoriale: “chi è onesto sa che per punire veramente gli evasori fiscali l’unica minaccia “fruttuosa” nei loro confronti è quella della galera” cosa possiamo sperare? Ovvio, che il nostro governo faccia leggi che condannino sul serio. Vecchia filastrocca, solita morale.

Ma approfondiamo. Perché il testo di legge uscito in queste ore sull’argomento non offre molte rassicurazioni, ma Conte dichiara: “sulla lotta all’evasione fiscale voglio andare fino in fondo. Oggi parte una rivoluzione culturale (e sarebbe la seconda n.d.r.) per la prima volta lo stato premia gli onesti senza peraltro penalizzare chi usa il contante. E’ una trasformazione radicale che coinvolgerà i comportamenti dei cittadini e andrà a beneficio di tutti, perché tutti potremo pagare meno tasse“. Evidentemente neanche lui è molto soddisfatto e pare che abbia contattato personalmente i tecnici del Mef per spronarli a misure più coraggiose di quelle del Ministro Roberto Gualtieri (del Pd dal 2007; già DS dal 1998 al 2007; già PDS dal 1991 al 1998; già PCI fino al 1991…). Dunque il gioco è ancora sul tavolo, le trattative non sono concluse e speriamo che l’onestà, la serietà e la volontà di risolvere alla fine prevalgano.

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