ovidio news
Elezioni Sulmona: che vinca il peggiore! Elezioni Sulmona: che vinca il peggiore!
Sulmona – “La città morta” titolerebbe D’Annunzio, il quale, essendo nato da queste parti, aveva forse subliminalmente intuito un futuro regredimento spinto e nomata... Elezioni Sulmona: che vinca il peggiore!

Sulmona – “La città morta” titolerebbe D’Annunzio, il quale, essendo nato da queste parti, aveva forse subliminalmente intuito un futuro regredimento spinto e nomata in tal guisa una sua nota tragedia (e quando diciamo “nota” riferendo ad opere letterarie, escludiamo naturalmente coloro, anche senatrici, per cui nulla di letterario è noto).

L’unica cosa certa dell’abracadabra delle varie apparenti coalizioni è che per dare una qualche speranza di stabilità a Sulmona il cittadino dovrebbe andare a votare laddove il pollaio non abbia troppi galli; una coalizione il quanto più nuda di liste possibile: dunque dovrebbe votare Elisabetta Bianchi, sempre ch’ella giurasse di non far tattiche attendistiche per appoggiare eventuali ammanchi spennati al ballottaggio. A quel punto, a giuramento ottenuto, sapremmo certamente chi votare, al di là di ogni ideologia; ben più ottimisti sulla possibilità d’azione del gruppo amministrativo, vista anche l’esperienza acquisita dalla signora.

In tal modo il sulmonese medio avrebbe quantomeno la certezza di non assistere allo spettacolo indecoroso che vide, l’attuale amministrazione, licenziare assessori ed effettuare spostamenti dall’uno all’altro seggio talmente repentini che quasi nessuno sarebbe oggi in grado di associare un consigliere ad una coalizione del fu 2013. Questo perché, naturalmente, più la coalizione è vestita di liste e più difficile sarà il raggiungimento di una linea politica che non produca svantaggi al proprio Don Rodrigo portatore di voti. E quindi, laddove danneggiato nei propri interesse, il pigmalione manovratore, ricatterà, maneggerà, si sposterà, minaccerà, trallallerotrallallà. Con il rischio di far cadere l’amministrazione in breve tempo, salvo lasciare il fantoccio dietro la cattedra, allearsi fra nemici, e lasciargli fare un po’ quel cacchio che gli pare. Il tutto naturalmente in barba all’interesse del cittadino e del territorio, i quali, visti gli attori in corsa ed osservata la loro inutile presenza negli ultimi vent’anni non possono che condursi anch’essi a conclusioni tragico/dannunziane.

Del resto quale è il vero problema, immaginando la presenza anche di persone serie all’interno delle liste in corsa? Che la goccia di buon vino, diluita nel bicchier d’acqua, non produrrà ebbrezze particolari. Cosa che abbiamo potuto osservare col Cinquestille cittadino di matrice berlosconrenziana, il quale, rimasto con degli scarti balbettanti, o avendo assoldato anche brave persone, ma che nulla hanno a che fare con la politica, non è diventato che un’ombra vacua di quell’ideale che tanti cuori aveva conquistato. Chinatisi talmente tanto, i Cinquestille governativi, per rimanere in poltrona da essersi sbucciati la fronte al suolo ed avere eletto come proprio presidente il nemico peggiore di quell’ideale e cioè Mario Draghi, europeista, banchiere, impiegato dell’Europa e delle case farmaceutiche che ci stanno uccidendo lentamente.

Ma gli esempi sono molti. Basti pensare alla variegata “lega delle leghe” frullatasi in un Centrodestra a cui non credono più certamente i “nostalgici”, e nemmeno i romantici wagneriani (per fare un riferimento caro alla senatrice) e che si è messo attorno ad un candidato, Masci, eccellente persona per carità, ma francamente più elemento diplomatico che condottiero di ideali (anche se riesce bene a ripetere quello che serve alla città). E chi dovremmo votare? Qualcuno che fino a ieri litigava per il sedile più alto? E che ha ceduto a Masci esclusivamente perché non era in grado nei numeri e nel ruolo di emergere? E chi vota la Lega voterà la Lega o qualche pasticcio futuro fatto di compromessi, interessi personali, e solita minestra indigesta per lo stomaco impoverito del cittadino sulmonese?

E le contraddizioni non sono certo finite se pensiamo alle sette e variegate liste di Gerosolimo, Tanto disastroso politicamente quanto indiscutibile conquistatore di voti, elemento che dovrebbe far riflettere anche chi per una “croce” sulla cartella elettorale ha avuto promesse perfino di resurrezione e miracoli. Nelle sette coalizioni che reggono il candidato in questione c’è un po’ di tutto e un po’ di niente (soprattutto) quel che è certo è che anche in questo caso l’unità fra i vari capolista apparterrà più al mese elettorale che alla lunga stagione politica.

E della coalizione di Di Piero e di Di Piero che dire? Anti Gerosolimo? Alter ego di Gerosolimo? Staremo a vedere, perché le bugie hanno le gambe più corte della media a Sulmona. Comunque, abbiamo già accennato al Cinquestille, che non è più Cinquestelle e i Cinquestelle lo sanno benissimo, più ruota di scorta che portatore di voti (e soprattutto di ideali che promettono ma non hanno la forza di attuare e di mantenere). Ma la ruota di scorta cosa scorta? Un PD in evoluzione e che fortunatamente si è liberato delle mele marce, mele di voti però, cadute nel paniere assai “democratico” di Gerosolimo; e poi le altre liste, una supportata dai Pingue, quelli che comandano (quantomeno – ed è un campanello d’allarme – decidendo loro chi si occuperà dell’ufficio stampa e cioè la stessa stampa che si occupa di Gerosolimo e di tutta la politica cittadina, escluso forse la Bianchi) ed altre liste poi, in cerca di fortuna al campanello di chi non si è ancora promesso al probabile vincitore delle elezioni, ovvero Gerosolimo.

Dunque consigliamo a tutti di fare le valige e di dirigersi verso la costa, il viaggio sarà lungo e straziante, concorrenziale a quello che fu con carro e buoi, ma almeno poi, una volta raggiunto faticosamente il mare, ci si potrà dedicare alla pesca, ad intrecciare canestri, ai bei panorami, all’amicizia, all’amore. Il tutto senza incontrare le solite facce ipocrite e mirando le stelle, quelle vere, e sognare, guardando all’orizzonte un futuro migliore….. In questo senso meglio indirizzare lo sguardo in fondo alla costa tirrenica e non a quella adriatica. Buona fortuna a tutti e che vinca il peggiore.

Ed io che fine ho fatto?

Mirko Mocellin