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Di fronte all’arroganza di Renzi che ‘decide’ i ministeri, Di Maio alza la posta: alleanza a rischio Di fronte all’arroganza di Renzi che ‘decide’ i ministeri, Di Maio alza la posta: alleanza a rischio
Mal gliene incolse all’ex rottamatore, che forte dei suoi numerosi parlamentari e del controllo occulto ormai appurato sulle scelte del Partito Democratico cerca di... Di fronte all’arroganza di Renzi che ‘decide’ i ministeri, Di Maio alza la posta: alleanza a rischio

Mal gliene incolse all’ex rottamatore, che forte dei suoi numerosi parlamentari e del controllo occulto ormai appurato sulle scelte del Partito Democratico cerca di tornare anche sul palcoscenico con un’intervista in cui come sempre distribuisce giudizi e patenti. “Di Maio agli interni sarebbe inadeguato”.

Ora, ben che Luigi sia notoriamente un mediatore che non ama alzare la voce, pure l’esperienza recente, e soprattutto l’approssimarsi del voto su Rousseau, capisce che non può far di nuovo la figura di chi va a rimorchio. E come d’incanto i dieci punti dell’accordo diventano venti, e all’uscita dal colloquio con Conte questi venti punti diventano “imprescindibili, altrimenti è meglio andare a votare”. E oltretutto Luigi Di Maio rivendica a gran voce il lavoro svolto dal governo giallo-verde, e specifica che i venti punti provengono direttamente dal programma elettorale con cui sono state vinte le elezioni del marzo 2018.

Gli esponenti del Partito Democratico, che vedono già a un breve orizzonte poltrone di Ministero, tanto agognate quanto rimpiante, non la prendono bene. Orlano chiede pubblicamente “a che gioco sta giocando Di Maio” e gli ingiungono di dire “se ha cambiato idea”.

Il fatto è che abituati ai rituali di partito e ai giochi di corrente, e, oltretutto, a considerare ‘farlocca’ ogni votazione su Rousseau, non capiscono il pericolo incombente, la carica di decine di migliaia di iscritti al M5S che piuttosto che un’alleanza col PD preferiscono un bagno di sangue (prevedibile ma, obiettivamente, no certo, alle elezioni).

Ecco dunque il raddoppio a cinque stelle, i venti punti imprescindibili per la nascita del nuovo governo.

1. Taglio del numero dei parlamentari. Manca un solo voto per completare la riforma, che deve essere un obiettivo di questa legislatura e tra le priorità del calendario in aula.

2. Una manovra equa: stop all’aumento Iva, salario minimo, taglio del cuneo fiscale, sburocratizzazione, famiglie, disabilità e emergenza abitativa.

3. Cambio di paradigma sull’Ambiente. Un’Italia 100% rinnovabile. Dobbiamo realizzare un Green New Deal che nei prossimi decenni porti l’Italia verso l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia al 100 per cento. Tutti i piani di investimento pubblico dovranno avere al centro la tutela dell’ambiente, la questione dei cambiamenti climatici e la nascita di nuove imprese legate a questo settore. Basta con inceneritori e trivelle, sì all’economia circolare e alla eco-innovazione. Norme contro l’obsolescenza programmata. Una legge su rifiuti zero ed investimenti pubblici sulla mobilità sostenibile.

4. Una seria legge sul conflitto di interessi e una riforma del sistema radiotelevisivo.

5. Dimezzare i tempi della giustizia e riformare il metodo di elezione del Consiglio superiore della Magistratura. I cittadini e le imprese hanno bisogno di una giustizia efficace e veloce: noi abbiamo pronta una riforma che porta al massimo a 4 anni i tempi per una sentenza definitiva.

6. Autonomia differenziata e riforma degli enti locali. Va completato il processo di autonomia differenziata richiesta dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, istituendo contemporaneamente i livelli essenziali di prestazione per tutte le altre regioni per garantire a tutti i cittadini gli stelli livelli di qualità dei servizi. Va anche avviato un serio piano di riorganizzazione degli enti locali abolendo gli enti inutili.

7. Legalità: carcere ai grandi evasori, lotta alle mafie e ai traffici illeciti. È necessario intervenire per tutelare i cittadini onesti, colpendo innanzitutto i grandi evasori con il carcere. Serve una maggiore tracciabilità dei flussi finanziari e un inasprimento delle pene per i reati finanziari, per contrastare i traffici illeciti delle mafie. Contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani, con politiche mirate dell’Unione Europea nei Paesi di provenienza e transito. Oltre alla modifica del Regolamento di Dublino.

8. Un piano straordinario di investimenti per il Sud, anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti che aiuti imprese in tutta Italia e che si dedichi a colmare il divario territoriale del nostro Paese.

9. Una riforma del sistema bancario. Serve separare le banche di investimenti da banche commerciali.

10. Tutela dei beni comuni. La scuola pubblica è un bene comune: serve prima di ogni altra cosa una legge contro le classi pollaio e valorizzare la funzione dei docenti. L’acqua è un bene comune: bisogna approvare subito la legge sull’acqua pubblica. La nostra sanità va difesa dalle dinamiche di partito spezzando il legame tra politica regionale e sanità valorizzando il merito. Le nostre infrastrutture sono beni pubblici ed è per questo che va avviata la revisione delle concessioni autostradali. La cittadinanza digitale va riconosciuta ad ogni cittadino italiano dalla nascita per favorire l’accesso alla partecipazione democratica, all’informazione e per favorire la trasformazione tecnologica.

11. Politiche di genere in attuazione dei diritti costituzionali della persona, in conformità ai principi dell’Unione europea; superamento della disparità retributiva, conciliazione vitalavoro.

12. Tutela dei minori: revisione del sistema degli affidi e delle adozioni, lotta alla dispersione scolastica e al bullismo.

13. Porre fine alla vendita degli armamenti ai Paesi belligeranti, incentivando i processi di riconversione industriale e maggiore tutela e valorizzazione del personale della difesa, delle Forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco.

14. Politiche espansive con una quota di investimenti in infrastrutture, in ambiente e in cultura da scomputare dai parametri di Maastricht.

15. Giovani e futuro: innovazione digitale, sviluppo delle imprese e promozione delle eccellenze del Made in Italy, crowdfunding, semplificazione apertura nuove attività, fondo previdenziale integrativo pubblico.

16. Ricerca, università ed alta formazione artistica e musicale: riforma dei sistemi di reclutamento e dell’accesso universitario con ingenti investimenti per garantire pari opportunità di diritto allo studio, di sviluppo e formazione su tutto il territorio nazionale.

17. Tutela del cittadino: del consumatore, del lavoratore, dell’utente dei servizi; il potenziamento della sicurezza sul lavoro e delle infrastrutture e della protezione dalle calamità naturali, con particolare riguardo ad un testo unico per le post emergenze e per la ricostruzione del tessuto infrastrutturale, economico e sociale. Provvedimenti volti alla tutela dei cittadini italiani all’estero e riforma dell’AIRE.

18. Riorganizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali e riforma del percorso formativo medico: integrazione ospedale-territorio, l’adeguamento del FSN e l’attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico Nazionale. Contrasto al gioco d’azzardo.

19. Tutela degli animali: misure per garantire il rispetto degli animali. Contrasto alle violenze e al maltrattamento, tutela della biodiversità e lotta al bracconaggio.

20. Sostegno ai piani di settore e alle filiere agricole e promozione di pratiche agronomiche e colturali sostenibili e a difesa del suolo.