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Crisi bancaria? Unicredit mette in lista di licenziamento 8.000 dipendenti, e spartisce utili per 8.000.000.000 (otto miliardi) di euro fra i grandi azionisti… Crisi bancaria? Unicredit mette in lista di licenziamento 8.000 dipendenti, e spartisce utili per 8.000.000.000 (otto miliardi) di euro fra i grandi azionisti…
Quasi quasi ci avevamo creduto. Le difficoltà per il sistema bancario, i nostri risparmi a rischio, lo spread, il MES, la legge europea, il... Crisi bancaria? Unicredit mette in lista di licenziamento 8.000 dipendenti, e spartisce utili per 8.000.000.000 (otto miliardi) di euro fra i grandi azionisti…

Quasi quasi ci avevamo creduto. Le difficoltà per il sistema bancario, i nostri risparmi a rischio, lo spread, il MES, la legge europea, il debito pubblico. Poi Unicredit ( banca italo-austriaca-tedesca in quanto a diffusione sul territorio, ma completamente in mano a fondi internazionali e a fondi sovrani, con il piccolo azionariato che non arriva al 10%) pubblica bilancio e programma operativo per i prossimi anni, e il pur scafato vostro cronista resta a bocca aperta. Difatti, l’amministratore delegato annuncia 5 miliardi di utili realizzati e 8 in prospetiva da ripartire fra gli ‘stakeholders’ ossia fra i proprietari delle azioni, 8.000 licenziamenti (con chiusura di 500 sportelli, gran parte in Italia) che vanno ad aggiungersi ai quasi 30.000 degli ultimi anni.

La domanda che occorre porsi è perché a fronte di utili monstre come quelli annunciati dall’AD Mustier, e che riguardano un’unica banca europea, il sistema bancario nel suo insieme dovrebbe essere ancora sostenuto da soldi pubblici. Vero che una grossa banca non può e non deve fallire, ma basterebbe tassare gli utili degli azionisti del 50% per ecuperare, in questo caso, la sciocchezza di 4 miliardi di euro.

A danno, la beffa: Unicredit si è scelta un’immagine tutta etica e sociale, come potete vedere dall’homepage del suo sito che pubblichiamo qui sotto.

Il sindacato bancari “protesta con forza”, Maurizio Landini, ossia la CGIL si schiera a fianco del suo segretario, Lando Sileoni, ma la diga ormai è rotta, e fermare l’acqua con le mani non è possibile.