Roma. Non è certo passato inosservato il Tweet che il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha lanciato nel pomeriggio, immediatamente rimbalzato dalle varie dirette tv italiane, sintonizzate sulle evoluzioni della crisi del governo in atto.
Un endorsement vero e proprio e del tutto inusuale. Mai accaduto prima, infatti, che un presidente si pronunciasse smaccatamente a favore di un possibile candidato in corsa per la poltrona di Palazzo Chigi. Parole lusinghiere per “Giuseppi“, come in prima battuta Trump aveva appellato Conte (corretto subito dopo), da lui appena incontrato al G-7 di Parigi. Parole di stima “A very talented man” che “si spera resterà primo ministro italiano”.
Conte, dunque, incassa in contemporanea il sì del PD di Zingaretti, che proprio nel tardo pomeriggio ha sciolto le iniziali riserve su di lui, e l’inatteso e non trascurabile ok di Trump: le agenzie hanno presto ribattuto l’apprezzamento con il quale il premier Conte avrebbe accolto il riconoscimento cinguettato dal Tycoon, orgoglioso “di aver agito sempre con la massima determinazione nel difendere l’interesse nazionale, pur essendo leale nei confronti di tutti i partner”. Stesso riconoscimento qualche giorno fa gli ha ribadito anche il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.
Ariel